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Il ragazzo fu risvegliato da quell'incubo grazie al tocco leggero e calmo della ragazza che, finalmente, aveva accettato i suoi vestiti e li stava indossando.

Per un momento la vide decisa e gli sembrò di vedere ancora la vecchia Allison.
Ma poi, una volta messi gli abiti, vide i suoi occhi color nocciola persi nel vuoto.

La ragazza iniziò a tirarsi indietro i capelli che le cadevano continuamente sul suo pallido viso, rimanendo sempre immobile con lo sguardo.

«Allison?»

Allison alzò un attimo lo sguardo.

«Sto bene.» rispose, decisa.

Stiles accennò un mezzo sorriso, per poi iniziare a sentire il vento freddo a contatto con la sua pelle.

«Dobbiamo andare.»

«Dove?» domandò la ragazza, quasi spaventata.

«Come dove?» Stiles era più confuso di Allison.

«Sai dove ci troviamo?»

Il panico iniziò a pervadere la sua mente.
Odiava questa sensazione, odiava non ricordare.

«Credo a Beacon Hills. Ma non ricordo molto.»

«Non ti dicono niente Lupi Mannari? Nogitsune? Alpha?»

«Io non...»

«Ma tu hai detto il mio nome. Allison, sai chi sono io?»

Allison lo guardò bene: sapeva poco su di lui, ma erano ricordi vaghi e sfuocati.

«Ti dicono niente il nome Lydia? Isaac? Jackson? Kira? Chris? Melissa?»

Stiles li pronunciò in modo lento e calmo. Ma notò che, ad ogni nome pronunciato, Allison aveva lo sguardo di uno che non ricorda assolutamente nulla. Tant'è che Allison negò.

«Scott invece? Ti dice qualcosa?»

Notò che si accese qualcosa negli occhi di Allison, ma non era abbastanza. Alla fine abbassò lo sguardo.

«No, non mi dicono nulla.» una lacrima le rigò il viso.

Sapeva che doveva essere forte, che non doveva piangere.
Ricordava che qualcuno molto vicino a lei le aveva ripetuto più volte che piangere era inutile, e che doveva imparare a reagire. Ma in quel momento non riusciva a fare altro.

Stiles si avvicinò lentamente, sperando che questa volta la ragazza non scattasse indietro.

«Non sei da sola. Ti aiuterò a ricordare e ti darò una mano, promesso.
Ma solo se mi permetterai di farlo.»

Il ragazzo le allungò una mano, facendole segno di prenderla e di fidarsi.

Allison esitò per un attimo, ma poi afferrò la presa.
Era bello sentire qualcuno di così caldo all'interno della sua mano. Lei si sentiva fredda da una vita.

«Ora sali in macchina. Dobbiamo assolutamente andare in un posto.»

«Dove?»

«Fidati di me.» disse Stiles.

Allison annuì, per poi salire in macchina senza fiatare.

Intanto Stiles prese un gran bel respiro. Doveva assolutamente pensare.
Così decise di fare la prima cosa che gli era venuta in mente da quando aveva visto Allison in mezzo alla strada: chiamare Scott.

Dopo aver composto velocemente il suo numero diede uno sguardo veloce ad Allison.
La ragazza era seduta in macchina, che osservava normalmente Stiles.
Il ragazzo, nel mentre, la guardava con intensità. Ancora non riusciva a crederci, non riusciva proprio a crederci.

In quel preciso istante una voce arrabbiata e preoccupata rispose al telefono.

«Stiles! Che diavolo ti è successo? Ti avrò chiamato almeno una decina di volte da quando mi hai attaccato senza motivo. Ringrazia il cielo che non sono in giro a cercarti, perché se ti avessi trovato ti avrei ucciso io stesso.»

La voce dall'altra parte del telefono non era di certo gentile.

«Hai casa libera stasera?» domandò Stiles, interrompendolo.

«Sì ho casa libera. Mia mamma ha il turno di notte, ma questo cosa c'entra con»

«Stammi bene a sentire: chiama gli altri e digli che ci vediamo a casa tua. Io arrivo tra mezz'ora.»

«Cosa? Ma perché?» domandò Scott, confuso.

«Tu fallo e basta, poi ti spiegherò meglio.» la voce di Stiles tremava.
Doveva assolutamente entrare in auto, sennò sarebbe congelato lì fuori.

«Mi puoi spiegare che succede?»

Scott era esausto. Di solito arrivava sempre a ciò che stava dicendo Stiles, sebbene con fatica. Ma questa volta non riusciva proprio a seguirlo.

«Credimi.» disse Stiles, per poi girarsi verso Allison.

«Non ci crederai mai.»

Argent || (What if) ScallisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora