12.

904 91 5
                                    

Lo sguardo della ragazza tornò fisso sulla strada, decisa finalmente a raccontare tutto ciò che sapeva e che le era successo.

«Fino a qualche ora fa giacevo sotto terra. Poi, però, qualcosa mi ha come risvegliata, e mi sono ritrovata in un incubo. Un incubo che sembrava davvero così reale da farmi paura.»

Stiles rimase in silenzio. Non aveva alcuna intenzione di fermarla.

«Poi ho iniziato a provare il freddo sulla mia pelle, il fatto di poter tornare a respirare, a vedere ciò che mi circonda e a sentire ogni parte del mio corpo.»

Nel parlare, Stiles si accorse della felicità emanata dalla sua voce.
Si vedeva che era una sensazione che le era mancata parecchio.

«Quando ho aperto gli occhi per la prima volta, ho visto centinaia e centinaia di alberi intorno a me. Mentre dietro di me, proprio dove ero appoggiata, giaceva un grande tronco tagliato.
Mi sono ricordata di un nome: Nemeton.
Sono quasi sicura che centri con la mia vita passata. Ma non ricordo granché.»

Stiles cercò di trattenersi dal frenare di colpo.
Voleva assolutamente intervenire, ma sapeva che doveva lasciarle finire il racconto a tutti i costi.

«Poi ho visto un ragazzo.
Si chiama Theo, se non ricordo male. E' stato lui a riportarmi qui.
Ho provato a parlargli, dato che lui sapeva tutto di me. Ma subito è diventato aggressivo e credo si sia trasformato in una specie di lupo mannaro.»

Lo sguardo di Stiles diventò subito preoccupante.
Il suo piede schiacciò di poco l'acceleratore: voleva assolutamente arrivare a destinazione.

«Dopo aver cercato di scappare da lui, mi sono ritrovata in mezzo alla strada. E da lì la storia la sai.» disse, infine, Allison, per poi tornare a guardare fuori dal finestrino.

Stiles non sapeva che dire.
Insomma, che ci fosse qualcosa di soprannaturale dietro tutta questa storia era assolutamente ovvio.

Ma Theo? Ormai pensava che fosse acqua passata.
Invece no. Avevano sbagliato ancora una volta, fidandosi. Invece stava escogitando qualcosa.
E pensare che stava andando tutto per il meglio.

«Com'ero?» domandò, di punto in bianco, Allison.

Stiles si girò a guardarla, ritornando alla realtà.

«Prima di morire, dico. Come ero?»

Lo sguardo dei ragazzi si incrociò intensamente.

«Eri una persona stupenda.» rispose Stiles.

Allison accennò un sorriso, mentre Stiles ammise a sé stesso che quel sorriso gli era mancato.
Si sentiva, in un certo senso, amata e apprezzata.
Ciò di cui aveva bisogno era proprio di una famiglia, di amici. E per sua fortuna aveva trovato Stiles.

«Raccontami.»

Stiles la guardò titubante.

«Non credo di essere la persona giusta.»

«Ti prego, Stiles. Ho bisogno di ricordare.»

Allora il ragazzo prese un bel respiro, mentre la sua materia grigia pensò a come riassumere la sua vita in dieci minuti di strada.
Decise, però, di parlare di cose semplici, non molto rilevanti. Voleva lasciare le parti importanti della sua vita alle persone con cui le aveva condivise. Non se la sentiva di raccontarle.

Così iniziò a parlare.
Parlò di quanto era brava a scuola, di come faceva quasi tutti gli sport, di come era brava a tirare l'arco, sebbene non approfondì l'uso di cui ne fece in futuro. Parlò di quanti amici aveva, che da un momento all'altro avrebbe conosciuto, e parlò anche di quanto fosse gentile, disponibile e coraggiosa.

«So' che ora non ricordi, ma molto presto lo farai.» disse, infine, Stiles.

«Non sei da sola. Noi ti aiuteremo, okay? Io ti aiuterò.»

Allison, che nel mentre lo aveva ascoltato con così tanta attenzione, annuì.
E, senza neanche volerlo (o forse sì), fece una domanda che colse di sorpresa Stiles.

«Credo di aver amato qualcuno in passato. Dimmi, è stato così?»

Stiles non seppe cosa rispondere, e quando ci provò erano giunti a destinazione.

Stiles avrebbe tanto voluto dirle di sì e che l'edificio che avevano di fronte era casa sua.
Ma non ci riuscì. 

Così scosse leggermente la testa, scese dall'auto e disse ad Allison di rimanere in macchina fino al suo ritorno.
Lei acconsentì e subito il moro corse verso casa McCall.

Arrivato alla porta, fece un bel respiro, scacciò via tutti i pensieri e bussò fortemente.

Uno Scott preoccupato venne ad aprire.

«Eccoti, finalmente.»

Ma Stiles neanche lo guardò.
Si diresse velocemente in cucina, dove era solito ritrovarsi con gli altri.

«Ci sono tutti?» domandò.

Ma non fece neanche in tempo a chiederlo che si trovò tutto il gruppo davanti a sé, intento ad osservarlo.

Argent || (What if) ScallisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora