24.

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Morte. Distruzione. Dolore. 

Erano le uniche cose che le venivano in mente. Le uniche cose che non riusciva a togliersi dalla mente.
Sapeva che non fosse una cosa positiva, sapeva che anche solo pensare a tutto quell'orrore e a quella distruzione che tanto sentiva in corpo era peccato. Un peccato grave e morale.
Eppure non riusciva a smettere.

O forse non voleva?
Già, perché forse la forza di volontà era qualcosa di molto distante da ciò che lei ora provava.
Allison provava piacere.
Piacere nel pensare a tutti i disastri e a tutto il dolore e alla morte che avrebbe potuto creare lei stessa. E non si sentiva per niente in colpa, anzi, si sentiva quasi eccitata. 

Ma quel piacere fu interrotto dal suo brusco risveglio.

Aprendo gli occhi, si accorse subito che qualcosa era cambiato.
Sentiva il suo corpo diverso. Più forte.
Anche mentalmente si sentiva cambiata, come se qualcuno fosse passato a fare "tabula rasa" dei suoi sensi - impedendole di sentire il freddo, ad esempio - e delle sue emozioni, ormai quasi inesistenti. 

Sinceramente, il fatto di non provare nessuna emozione, fu quasi un sollievo per la ragazza: dopotutto, niente emozioni niente problemi, no?

Guardandosi attorno capì di essere nella stessa stanza squallida, con le pareti piene di muffe e ragnatele.
Però notò qualcosa di differente: non aveva più le catene ai polsi.

Un sorriso, quasi maligno, comparve sul volto di Allison.
Ora sì che si poteva ragionare.

Decise di alzarsi, ma con calma. Non voleva compiere gesti affrettati, poiché non sicura di essere da sola e non sapendo cosa aspettarsi da una persona meschina come Theo.

Ma in quel momento, Allison si sentiva peggio, molto peggio, di lui.

«Come andiamo nei nuovi panni da cattiva ragazza?»

Una voce, probabilmente quella di Theo, risuonava ovunque e da nessuna parte. Quasi come a volerla confondere.

Allison si guardò attorno, sempre stando allerta di qualche pericolo, ma cercando di non mostrarsi sulla difensiva.

Dopo qualche secondo, notò un coltellino appoggiato su uno di quei tavoli per le operazioni e, cercando di essere il più veloce possibile, lo prese.
Poi, non capendo come, lo lanciò sulla parete opposta, evitando per un soffio il viso di Theo, ma graffiandogli una guancia.

«Tu che dici?» ribatté Allison, con fare superiore, per poi sorridere.

Il ragazzo - che ormai non poteva più nascondersi nell'ombra - si portò la mano alla guancia per pulirsi dal sangue che lentamente stava gocciolando a terra, per poi guardare la ragazza e sorridere, contento del suo operato.

«Complimenti.» disse Theo.

Allison non ci fece molto caso, anzi, avanzò verso di lui velocemente, per poi ritrovarsi faccia a faccia.

«Dammi una sola ragione valida per non ucciderti all'istante.» disse Allison, questa volta decisa.

Theo non le tolse gli occhi di dosso.

«Perché dovresti?» domandò il lupo mannaro.

Allora la ragazza dai capelli corvini si avvicinò all'orecchio di Theo e, con fare ammaliante, sussurrò «Perché mi annoio terribilmente»

Poi estrasse il coltellino dal muro e si voltò, continuando a giocare con il suo oggetto affilato.

Theo rimase un'attimo scosso da questa Allison, a cui ancora non era abituato.

«Ho un lavoro per te.» disse Theo, per poi appoggiarsi alla parete.

«Ti andrebbe di uccidere qualcuno?»

La ragazza, ormai senza cuore, si fermò di colpo.
La parola uccidere le aveva creato un brivido di piacere dietro la schiena, che si era a sua volta sparso per tutto il corpo, portandola quasi all'estasi.

«Forse.» rispose Allison, per poi voltarsi verso Theo.

«Ma perché dovrei lavorare per te?»

«Perché è grazie a me se sei ancora viva.» ribatté Theo.

«Non ricordi? Io ti ho salvato, e ora tu mi appartieni.»

Fu a quel punto che Allison si accorse che la sua mente, in principio vuota, si riempì di quelli che lei pensava fossero i suoi veri ricordi. Come il momento che Theo la svegliò dal mondo dei morti.
Quello che però Allison non ricordò, poiché così voluto da Theo, erano tutte le settimane condivise con i suoi amici, i suoi veri amici, che avevano provato a far si che lei ricordasse gli anni passati assieme e ad evitare che lei potesse capitare nuovamente nelle mani di Theo, fallendo però miseramente. 

Il ragazzo eliminò dalla sua memoria anche tutti gli episodi che riguardavano la sua famiglia, i suoi amori e le sue passioni, lasciando solamente la sua abilità con le armi e l'odio e la rabbia repressa nel corso della sua vita, che il ragazzo aveva intenzione di riversare su Scott e sul suo odioso branco.

Insomma, Theo aveva totalmente cancellato la personalità di Allison, lasciando solamente le parti fondamentali e i ricordi utili per far si che la ragazza fosse totalmente sotto il suo controllo.

Allison, dopo essersi ripresa, rimase un attimo in silenzio, quasi a meditare.

«Che vuoi che faccia?»

Theo sorrise, notando finalmente che tutto l'interesse di Allison fosse rivolto a lui.

«Vedi, Allison, io ti ho riportato in vita. Ma l'ho fatto per diverse ragioni.
La prima è perché io mi potessi vendicare di alcune persone. La seconda è perché anche tu potessi farlo, visto che sono le stesse persone che, in passato, ti hanno uccisa.»

Allison rimase in silenzio, ormai totalmente concentrata su Theo.

«Devi sapere che, in principio, io volevo solamente il potere. Potere che però avrebbe avuto dei costi, tra cui la vita di differenti persone. Scott McCall, ad esempio, è una di quelle che sarebbe dovuta morire. Anzi, l'unica, forse.
Ma lui e il suo branco mi si sono rivoltati contro, sebbene io volessi solamente diventare il loro nuovo leader.
Alla fine mi hanno imprigionato per parecchio tempo e, alla prima occasione, sono fuggito, decidendo fin da subito che, dove all'inizio vi sarebbe stata solo una morte, ora ve ne saranno molte di più.»

Theo era pieno di adrenalina: finalmente il suo piano stava andando a gonfie vele e nulla l'avrebbe fermato.

«Ho passato mesi da recluso a escogitare la mia vendetta. Vendetta che comportava anche te, Allison, poiché sarai tu ad ucciderli.»

«Perché?» domandò la ragazza.

«So cosa succede al tuo corpo: senti quell'impulso, quel desiderio di vedere la gente soffrire e di uccidere.
So che probabilmente non ti fidi di me e potresti benissimo non credermi quando ti dico che sono stati Scott e i suoi amici a condannarti a morte certa. So anche che tu non li conosci e che non hai la minima idea o certezza se siano stati loro o se sia stato qualcun altro.
Ma credimi, è stato proprio così. E io ti sto dando la possibilità di sfogare la tua sete di sangue e di vendicarti.»

Allison abbassò lo sguardo, mentre Theo continuò il suo discorso.

«Tutto ciò che ti chiedo è di eseguire i miei ordini. Niente discussioni né lamentele.
Avrai la tua vendetta e, cosa ancora più importante, avrai soddisfatto quella rabbia ed odio che ti porti dentro. Vedrai che dopo aver sistemato Scott e gli altri ti sentirai molto meglio.»

Ad un certo punto Theo si avvicinò alla ragazza.

«Allora? Che vuoi fare?»

La ragazza sollevò lo sguardo, per poi mostrare a Theo la sua vera essenza tramite gli occhi che, in un attimo, divennero neri come la pece.
Era diventata un demone. Una creatura inumana e maligna.

«Voglio prendere Scott McCall e i suoi amici.» disse Allison.

«Voglio prenderli ed ucciderli. Uno ad uno.»

Argent || (What if) ScallisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora