19.

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La ragazza stava per cadere nuovamente a terra, ma Lydia la sorresse.

«Allison» mormorò l'uomo, per poi velocizzare il passo.

Anche Allison cercò di avvicinarsi a suo padre, ma le gambe sembravano essere fatte di cemento, tant'è che non riuscì a muoverle nemmeno di un centimetro.

Intanto, uno Scott e uno Stiles preoccupati, erano arrivati appena in tempo.
I ragazzi scambiarono un'occhiata a Lydia, che nel mentre aveva fatto un passo indietro, per non interrompere quel momento così intenso che si era creato tra Allison e suo padre.

Chris corse ad Allison.
Ora l'abbracciava, la toccava, ora la stringeva a sé, per non lasciarla più. Mai più.
E Allison ricambiava l'abbraccio, sempre più stretto, del padre. Per poi piangere e piangere come se non ci fosse mai una fine.
Era sconvolta e felice, assieme ad altre mille emozioni che le invasero il corpo, la mente e l'anima.
Non sapeva se stesse tremando per essere di nuovo accanto ad una figura a lei cara, o semplicemente per tutti i ricordi e le emozioni che stava provando.

Ora sentiva il suo cuore più leggero, ma la sua mente sempre più pesante. Un po' per colpa della stanchezza, forse.

Ma un po' per ciò che stava ricordando.

Vide la faccia di suo padre e sentì una bambina fare dei versi.
Capì di essere lei, appena nata, mentre osservava il suo papà tenerla in braccio.
Poi vide di nuovo suo padre e lei, ma questa volta una bambina, giocare assieme.
Poi il tutto passò velocemente e arrivò a vedersi grande e confusa, forse adolescente, mentre suo padre le insegnava ad usare l'arco: uno sport che l'aveva aiutata molto e dal quale aveva preso molta ispirazione.
E poi tutto a seguire: il trasferimento a Beacon Hills, lo scoprire della sua famiglia come cacciatrice, diventare lei stessa una cacciatrice grazie agli addestramenti di suo padre, le cene passate in famiglia, i compleanni, i Natali.
Tutto ciò, arrivando poi a lei.
Sua madre.
Anzi, la morte di sua madre.

Una cosa che la scosse molto, a quanto ricordò.
Si vide proprio nello stato in cui era: tra le braccia di suo padre, urlante e piangente, mentre il corpo di sua madre veniva portato via.
Ricordò tanto dolore ed odio per una persona. Una persona che, a quanto pare, era la causa della morte di sua madre.
Ma il viso di quella persona, per ora, era sfuggente.

Subito dopo quel ricordo, ne apparvero altri cento, tutti confusi e molto veloci.
Fino ad arrivare a quello più importante, forse l'ultimo.

Era a casa, ma non proprio a casa. Era abbastanza sicura di trovarsi in una specie di garage.

«Ricorda che puoi ricominciare da capo.»

La voce di suo padre arrivò netta e decisa, sebbene ancora un po' offuscata. 

Allison cercò di guardarsi attorno, ma era tutto così confuso.
Vide chiaramente suo padre intingere uno strano cucchiaio all'interno di una strana sostanza.

Argento. Era sicuramente argento.

La sua mente le lasciava dei piccoli segnali, che le facevano capire ciò che stava succedendo.

«Mi rendo conto di essere maniacale a volte, ma ho sempre voluto che lo stemma fosse perfetto.» disse Chris, per poi tirare fuori qualcosa dalla tasca.
Era un proiettile, con lo stemma della famiglia Argent.

I due si fermarono a fissarlo, quasi incantati. 

Allison si ricordò subito delle storie che suo padre le aveva raccontato sulla sua famiglia, dopo aver scoperto di essere una cacciatrice.

«Quante ne hai fatte?»

Allison sentì la sua voce, capendo di essere lucida all'interno di un suo ricordo.

«Sei. E le ho usate tutte.» rispose Chris «Però solo a distanza ravvicinata. Sai, nonostante le leggende, l'argento è meno efficace del piombo.» disse, per poi accarezzarle dolcemente la spalla e alzarsi.

Ma la Allison di quel ricordo lo fermò.

«Credo che dovrei usare il mio stampo.»

Suo padre la guardò incredulo.

«Hai uno stampo per pallottole?»

«Non per pallottole, ma per frecce.» disse, per poi guardarlo dritto negli occhi.

«La mia arma è l'arco, e forse dovrei fare una punta di freccia.»

Suo padre sorrise, fiero di sua figlia.
Poi la baciò in fronte, confermando la sua fierezza e il suo amore per lei.

Allison sentì provenire un senso di paura dal suo corpo, come se sapesse di dover dire qualcosa, ma di cui non era sicura.

«Papà se...»

La voce era rotta. Gli occhi bassi.

Allison capì che nel suo ricordo era terrificata da ciò che stava per dire.

«Se succedesse qualcosa.»

Ma suo padre la fermò prima ancora di farla continuare.

«Ehi, Ehi. Non devi preoccuparti per me.»

«Non sono riuscita a dire niente alla mamma.»

Allison sentiva sé stessa ancora distrutta da quella perdita.  

«Non occorreva dire niente.» disse, cercando quasi di consolarla.
«Io resterò ancora a lungo con te, promesso.»

Ma Allison insisté, quasi come se sapesse di doverlo fare.

«Prendilo come un promemoria.
Forse non ti serve sentirlo, ma io ho bisogno di sapere che l'ho detto.»

Silenzio, quasi come se cercasse di avere la totale attenzione del padre.

«Ti voglio bene.» disse, per poi sorridere.
«Sono orgogliosa di te. Sono orgogliosa di noi.»

Sentì le lacrime rigarle il volto, felice e impaurita per ciò che aveva appena detto.

Chris la osservò e sorrise. Per poi darle un altro bacio sulla fronte, quasi per farsi forza l'uno all'altro.
Poi, suo padre, sparì.

Di colpo tutto ciò che la circondava sparì, facendola ritornare al presente, in ospedale.

Vide lei e suo padre in ginocchio, accucciati uno accanto all'altro.

In quell'istante, Allison capì quanto suo padre avesse sofferto.
Prima la moglie. Poi la figlia.
Ma fino adesso era andato avanti senza battere ciglio, senza dire niente e senza mai lamentarsi.
Ma ora, ora era nella sua forma più debole: perfino i tre ragazzi, che conoscevano bene Chris, non pensavano che avrebbe pianto così tanto.

Ad un certo punto, una mano calda si appoggiò sulla spalla di Chris e Allison, facendoli sobbalzare entrambi.

Era Melissa. Cercava di farli alzare dal corridoio in modo discreto.

«E' meglio spostarci in un luogo più appartato. Che ne dite?»

Chris ed Allison si guardarono ancora un attimo, per poi annuire all'unisono.

Allora Melissa si girò verso i ragazzi e fece un cenno col capo.
Stiles, Scott e Lydia risposero al cenno, e andarono dritti verso una stanza, probabilmente sapendo già cosa dover fare.

Ma Allison era confusa.
Sia la vista di suo padre che quella di Melissa le avevano creato ancora più  domande di quante ne avesse già in precedenza.

«Melissa, giusto?» domandò la ragazza.

L'infermiera le sorrise, contenta di sentire che, almeno il nome, le fosse rimasto in mente.

«Che cosa sta succedendo?»

«Già...» ribatté Chris, pensando che sua figlia avesse ragione.

«Stiles e Scott non hanno avuto il tempo di dirmi niente. Che succede Melissa?»

«A quanto pare ci sono delle novità. Novità sia positive, che negative. Ma pur sempre novità che vanno al più presto chiarite.» disse Melissa, facendo strada agli Argent all'interno della stanza dove erano spariti poco prima i tre ragazzi.

«E quali sarebbero?» domandò Chris.

«Sappiamo come far tornare la memoria ad Allison. Tutta la memoria.» disse.

Un'esplosione di felicità e speranza invase il cuore della ragazza: sarebbe tornata a vivere veramente, questa volta.

Ma subito dopo, l'esplosione si trasformò in un turbine di negatività che invase la ragazza da cima a fondo.  

«Ma abbiamo anche scoperto perché Allison è qui.» disse Melissa, fermandosi di colpo e fissando negli occhi Chris.

«E non ti piacerà per niente saperlo.»  

Argent || (What if) ScallisonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora