42 · Five o'clock

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-I miei si sono sposati e all'inizio vivevano felici.. Dopo qualche anno dalla mia nascita iniziarono i primi problemi..- si ferma un attimo, come se volesse decidere cosa raccontare.

-Mia madre è sempre stata una moglie perfetta e una mamma... Direi decente. Mi ha cresciuto praticamente lei. Sia quando mio padre abitava con noi, sia quando andò via. Era una donna forte, in un modo o nell'altro non mi ha fatto mancare nulla.. Però sempre materialmente parlando.. A me sono mancati i suoi abbracci, i suoi "ti voglio bene".. Mi è mancato tutto l'affetto che solitamente riceve un bimbo durante la crescita. Mio padre era assente anche quando era a casa..- si ferma. Non riesce a parlare; è come se un grosso groppo in gola lo bloccasse.

-Ehi- sussurro mentre lo tengo stretto tra le mie braccia. Lui mi guarda.

-Ci sono io con te- sussurro sorridendo. Lui ricambia sciogliendosi tra le mie braccia. E' terrorizzato. Lo leggo nei suoi occhi. Ha paura e io voglio annientare questa maledetta paura.

-Ho passato anni senza ricevere affetto, non ho mai saputo cosa volesse dire avere una famiglia felice che ti accoglie sempre a braccia aperte. Mio padre non ne voleva sapere di me e mia madre si limitava a farmi crescere. Ricordo perfettamente il giorno in cui mio padre non mise più piede in casa nostra; io ormai avevo 12 anni.. Ho passato un'infanzia da dimenticare. Ho iniziato a fumare proprio in quel periodo, facevo a botte con tutti, non sopportavo nessuno.. Quando vedevo i genitori dei miei compagni di scuola che li aspettavano all'uscita e li riempivano di baci .. io... stavo male e cercavo sempre qualcuno da picchiare. Tornavo a casa ferito e malandato, ma mia madre non se e accorgeva mai, aveva sempre problemi più importanti da risolvere.. La mia vita andò avanti così fino ai miei 17 anni, quando mia madre decise di andarsene a Londra. Io rifiutai. Presi il diploma, cercai lavoro ed ecco qua... continuo a vivere qui.- Ha gli occhi lucidi. Io sono tremendamente triste e se avessi potuto, avrei regalato a quel bambino parte della mia felicità. 

-Ho tolto tutto in questa casa, tutto ciò che mi ricordava loro. Foto, quadri; perfino la loro camera da letto. Ho tolto tutto, l'armadio, il letto, tutti i mobili presenti li dentro. Adesso quella stanza è diventata la mia palestra. Non c'è più niente in questa casa che mi ricordi di loro.-

-Da non tralasciare il dettaglio più importante. Matt è stato sempre il mio punto di riferimento. La tua famiglia è stata per me un nido in cui venivo per proteggermi e non pensare alla vita vera. Mi hanno sempre trattato come loro figlio e Matt è la persona più importante della mia vita. Mi taglierei la testa a costo di proteggerlo da ogni cosa; come lui ha fatto con me senza nemmeno saperlo. E come stai facendo tu adesso.. Mi stai salvando da un profondo abisso di incubi che si presenta ogni volta che sono solo.-

-Ash..- lo stringo a me e cerco di trattenere le lacrime.

-Mi dispiace così tanto..- continuo, non posso sopportare una cosa del genere, lui.. non la merita.

-E tua madre non ti ha più chiamato?- domando.

-Si... Si lo ha fatto. Ma non ho voluto più sentirla.. Mi chiama da 6 anni almeno 3 volte a settimana, ma... non l'ho voluta più sentire...-

-Perché Ash? Magari vuole rimediare..-

-Che vuole rimediare? Ormai ho 23 anni, la mia infanzia e la mia adolescenza sono distrutte per colpa loro e adesso voglio che Ashton adulto decida per se stesso, se stare bene o se stare male. Adesso voglio stare bene.. E sai che vuol dire per me stare bene?-

-Cosa?- chiedo con un filo di voce.

-Non avere più tra le gambe i miei genitori- lo dice con rabbia e sicurezza.. Come può.. io.. non cambierei i miei genitori con nessuno.

Just Friends #Wattys2017 °IN REVISIONE°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora