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[69] don't trust a perfect person and don't trust a song that's flawless

-Dove andiamo allora, Signor Styles?- domando tentando di imitare l'accento inglese.

-Beh, Signorina Wilson, avrei prenotato una cenetta da McDonald's, so che servono piatti di ottima qualità.- annuisce Harry facendomi ridacchiare.

-Oh, ma é favoloso! Mai nella vita mi si presenterá un'occasione simile!- esclamo e lui scuote la testa divertito. Si sporge sulla strada facendo segno al Taxi di fermarsi. Entriamo nell'auto e Harry dà le indicazioni all'uomo paffuto alla guida.

Lo guardo con ammirazione. So che non è perfetto, come ogni persona ha i suoi difetti. Ma la mia mente sembra cancellarli, lo guardo e vedo che ha tracciato un segno. Se mai dovessimo non vederci mai piú, tutte le persone che vedró verranno paragonate a lui. Non lo faró apposta, ma sarà davvero difficile per me non averlo sempre in mente ed evitare di paragonare qualunque altro ragazzo ad Harry. Harry è quello che voglio.

-Ti sto portando in un posto che è molto importante per me.- sorride ma noto che qualcosa nei suoi occhi si sta nascondendo. Un ricordo? Il ricordo di una persona?

-Dove si trova?- chiedo ricambiando il sorriso.

-Adesso lo vedrai.- mostra le fossette e si sistema sul posto con un sorrisetto, guardando fuori dal finestrino.

Il taxi ci lascia in una strada che non ho mai visto prima e Harry mi aiuta a scendere tenendomi aperta la porta.

Camminiamo un po' l'uno al fianco dell'altra e Harry mi racconta di cose che combinava quando era piccolo per queste strade, e parla delle cose che sono cambiate negli anni.

-Avevo quattordici anni quando mio padre è morto e Rowan mi ha preso con sé, portandomi a Sydney. Mi ha subito rapito, adoro quella cittá. Ma non scordo le mie origini.- Guarda il fiume al nostro fianco, poi si volta e mi sorride.

-Mi ricordo che io ci sono venuta una volta, con mia madre e mia zia.- sorrido. -Avevo otto anni.- al ricordo mi si scalda il petto. Lui sorride guardandosi i piedi.

-Da quanto tempo non venivi qui?- inclino il capo.

Lui fa qualche calcolo e poi risponde. -Oggi nove anni.- scrolla le spalle e alzo le sopracciglia.

-Proprio oggi?-

-Sí uhm, ero venuto nove anni fa per il mio compleanno, avevo diciotto anni e oggi ne compio ventisette.- dice come nulla fosse e mi blocco sul posto.

-Oggi è il tuo compleanno e non mi hai mai detto nulla?- esclamo arrabbiata, e un po' offesa.

Lui sorride avvicinandosi. -Cher, io volevo dedicare questa giornata a te. Ma fidati, il regalo piú bello me lo farai tu accompagnandomi a questa cena.- mantiene il sorriso dolce che trasmette calore, ma riesco ancora a percepire qualcosa di sbagliato nel suo sguardo.

-Harry io... non ti ho fatto niente. Non posso accettare tutto questo.- mormoro e lui mi stringe a se.

-Fallo, e sarà un bellissimo regalo per me.- sussurra. Alzo lo sguardo e mi bacia la fronte, mi stringo a lui ulteriormente.

-Grazie per tutto Harry.- dico con voce flebile e lui annuisce. -Grazie a te, Cher. Adesso andiamo.- afferro la sua mano e proseguiamo la strada.

Finalmente Harry mi indica un edificio, le pareti sono color crema e ogni finestra è decorata con fiori e piante.
L'ingresso é composto da una porta in vetro e due arbusti ai lati, sopra ad essi la scritta "Daisy Luxury" é illuminata da due luci.

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