Capitolo 7.

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Mi distendo a letto, le mie gambe sono distrutte.
È strano che mio padre non mi abbia parlato dei nuovi arrivati penso.
Metto il giubbino e mi dirigo verso la spiaggia dato che non piove più.
In diciassette anni non mi era mai successo di uscire con il giubbotto a maggio, di solito qui inizia a fare caldo già nei primi giorni di aprile e posso dire che in questo mese le spiagge sono già gremite di gente.

Mi siedo su uno sdraio che mi sono portata dietro per non sporcarmi i pantaloni con la sabbia bagnata e guardo quell'enorme vasca di acqua salata che in questo momento è molto agitata.
Le onde sono alte e sbattono contro gli scogli cento volte e cento volte ancora lo rifanno, sempre con la stessa determinazione; come a dire "abbi sempre la forza di riprovarci".
Sento rientrare la macchina di mio padre e decido di abbandonare quello spettacolo della natura per chiedergli informazioni sui nuovi arrivati.
Mi alzo e un fulmine colpisce l'acqua facendomi sobbalzare.
È in arrivo un'altra tempesta ed entro in casa in fretta.

"Una famiglia molto bella. Lui è un bravo carabiniere e sua moglie è gentilissima. Tu come fai a conoscerli?"
"Oggi la moglie, Smeralda, è venuta in bar. Mi ha raccontato che non conosce nessuno ma che il posto le piace tanto"
Dalla cucina mia madre urla: "Povera! Fabio hai il numero del marito? Voglio chiamarla e chiederle se domani possiamo incontrarci per un benvenuto. "
Un'ora dopo la telefonata si conclude con "Allora ci vediamo domani alle 15 da voi, sarà un piacere!"
Sono abituata alle presentazioni per i nuovi arrivati, noi siamo sempre i primi a conoscere tutti. 
I miei genitori sono conosciuti da tutti grazie al lavoro che fanno: maresciallo lui e medico lei.
Ma questa volta c'è qualcosa di diverso.
Sento anche io l'aria di cambiamento di cui tutti mi hanno parlato oggi, ma non so proprio a cosa si riferisca.

Di fronte al mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora