Capitolo 12.

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Dopo la mattinata al bar torno a casa e velocemente mi preparo.
Lascio i capelli sciolti e indosso una t-shirt a righe nere e bianche che lascia scoperto il brillantino che porto all'ombelico, dei jeans corti a vita alta e le immancabili converse nere con le borchie.

Mentre cammino verso il parco in cui ci siamo dati appuntamento mi sale una terribile agitazione e sento le farfalle nello stomaco.
Arrivo e lo vedo seduto su una panchina in lontananza, mentre si gira i pollici e batte la gamba in segno di nervoso. Sorrido al pensiero che sia agitato per me.
Indossa una t-shirt blu abbinata alle converse alte e dei jeans chiari.
Il blu gli dona parecchio, anche se è pur vero che quando uno è bello sta bene con tutto.
Lo saluto e lui mi rivolge uno sguardo di sfuggita ricambiando sottovoce, il che mi fa capire che è veramente agitato.
"Andiamo?" dico e lui si alza rivolgendomi un sorriso.
"Allora, tu vai a scuola?" mi chiede ed io annuisco.
"Liceo classico, per la precisione"
"Avrei dovuto immaginarlo..." ride
"Perché? Hai qualcosa contro le liceali? Tu che scuola frequentavi?"
"Un semplice istituto tecnico, ma ero molto bravo. Avrei dovuto continuare lo studio come tirocinante in una ditta molto famosa dopo la maturità, ma il trasloco mi ha portato via tutto"
Il sorriso sul suo volto si spegne ed io mi sento molto a disagio.
"Posso immaginare quanto sia difficile un trasferimento. Io non riuscirei a stare senza la spiaggia davanti a casa, il mare..."

Arriviamo alla gelateria e ordiniamo i gelati.
"E adesso dove mi porti?" chiedo più curiosa che mai.
"Beh a dire il vero avevo pensato alla spiaggia, dato che la prima cosa che ho notato di te è stato il tatuaggio, molto bello tra l'altro"
Arrossisco e lo ringrazio imbarazzata.
Mi prende la mano e il cuore inizia ad andare a mille.
"È la prima volta" penso mentre un naturale sorriso mi spunta sulle labbra.

Di fronte al mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora