Capitolo 1

8K 300 61
                                    

Derek percorre metà ponte, con molta calma. Non ha fretta, ha tutto il tempo che gli serve. Anche perchè dopo non ne avrá più, e vuole godersi questi ultimi attimi della sua vita.

Si guarda intorno, osservando le chiome degli alberi, scosse leggeremente dal vento.
È estate, ma saranno le dieci, e in questo momento il buio ha sostituito del tutto la luce. Al momento non c'é nessuno, a parte lui, e il silenzio lo manda come in confusione.

Afferra saldamente con le mani la ringhiera del ponte, come se dovesse assicurarsi sia del tutto vero, e che è davvero intenzionato a fare questa cosa.

Ripensa brevemente ad alcuni periodi della sua vita, ma tutto quello che riesce a ricordare é l'incendio.
L'incendio che ha bruciato quasi tutta la sua famiglia, esclusi lui e sua sorella, che in quel momento erano a scuola.
E suo zio, il quale però ha sempre qualcosa di inquietante, ma nonostante ciò si è preso cura di loro.

Ricorda ancora il perchè dell'incendio: lui, prima di andare via di casa, per andare a scuola, aveva dimenticato il gas acceso. Sì, era quasi adolescente, e a quell'età si è molto distratti, e i genitori forse dovevano stargli dietro, ma soprattutto accorgersene che qualcosa non andava, quando la puzza stava inondando casa.

Ma cosa succede se i genitori stavano dormendo pesantemente sotto effetto di potenti sonniferi?
E sua sorella maggiore stava facendo il bagno?

Finisce con la morte, perchè la morte è il capolinea di tutti.
E la domanda è se un ragazzino di quindici anni può mai perdonarsi, nonostante passino poi dieci anni.
Se può non pensare che sarebbero tutti vivi se solo lui fosse stato più attento, se solo... se solo.

Cora, sua sorella minore, non l'ha mai incolpato esplicemente.
Ha capito fin dall'inizio che non era la soluzione scaricare le colpe su qualcuno, e che ormai il danno era fatto.

Ma il problema è che ognuno reagisce a suo modo al dolore, e, mentre Cora si è rifatta una vita, Derek proprio non ci riesce. Proprio no.

'Mamma, papá, Laura, scusatemi. Tra poco vi raggiungeró.', pensa, mentre afferra con più decisione la ringhiera, fissando il piccolo fiumiciattolo al di sotto, il quale però pieno di scogli.

Alti scogli, molto pericolosi, anche mortali.
Il buio li nasconde, ma Derek sa bene che ci sono, lì, da qualche parte.
Non è la prima volta che viene qua, ed è un ragazzo intelligente, quindi se deve fare una cosa la vuole fare per bene.
Ha calcolato anche la velocitá con la quale cadrebbe il suo corpo, prima di frantumarsi e di diventare solo una carcassa senza vita.

La matematica é come la sua seconda lingua, per lui tutto è esprimibile sotto equazioni, leggi, regole matematiche.
La natura è regolata da questo alla fine, no?

Il dolore per lui è come un'equazione impossibile.
Impossibile da superare, da risolvere, poichè il risultato sarà sempre falso. Come falsa la vita che sta vivendo.
Non dovrebbe fingere di certo di essere felice, a che servirebbe?

E la morte l'ha sempre paragonata a un'equazione invece indeterminata: è misteriosa, ci sono infinite ipotesi dietro, e sta a lui scoprire se sono davvero vere oppure no.

Non si è preparato alcuna lettera di addio: odia queste cose.
Cosa dovrebbe scrivere? Delle scuse? Non crede di doversi scusare con nessuno, se non con i suoi genitori e sua sorella maggiore.
Ma forse quello potrà farlo una volta che tutto sarà finito.

Shape of you |STEREK|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora