Capitolo 42

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La rossa si avvicina a Scott, silenziosamente.

«Credi che ce la farà?» Mormora, guardando vero Stiles, il quale è seduto su una delle poltroncine in sala d'attesa.

Il ragazzino ha lo sguardo rivolto vero il basso, perso nel vuoto, come se fosse in un altro mondo.
I tre stanno aspettando che li facciano entrare a parlare con Crage, il quale dovrebbe essere ancora in cella.

Scott guarda a sua volta Stiles, facendo una smorfia.

«Non lo so Lydia, ma non possiamo costringerlo a restare fuori.» Le fa notare il ragazzo, sospirando pesantemente.

Rivedere Crage per Stiles sarebbe come ricordarsi tutto quello che gli é successo tre anni fa.

«Ci vorrebbe Hale accanto a lui, guarda quanto sembra disperso e spaesato.» Sussurra Lydia, increspando le labbra in un triste sorriso.

«Ha comunque noi, Lyds. So che in questo momento vorrebbe solo lui vicino, ma non è possibile.»

Lydia annuisce.

«Dobbiamo risolvere la faccenda il prima possibile.»

I due ragazzi poi si vanno a sedere vicino a Siles, sfogliando qualche giornalino a caso, quando un poliziotto si avvicina a loro.

«Siete venuti per Louis Crage?» Domanda, con un'espressione impassiile.

Annuiscono.

«Seguitemi, avete un quarto d'ora.
In caso di emergenza o altro dovete pigiare questo pulsante.» Gli spiega il poliziotto, dando alla ragazza un telecomandino.

Li conduce attraverso un lungo corridoio, dalle pareti spoglie che trasmettono solo sensazioni negative.

Lydia si stringe nel cappotto, rabbrividendo, mentre Stiles sembra quasi assente.

Il poliziotto poi li lascia davanti ad una porta di metallo, ricordandogli del tempo a disposizione e di come usare il telecomandino.

«Resteró qua fuori, quindi in caso vi raggiungo immediatamente.
Allo scadere del tempo entreró all'interno della stanza.» Conclude l'agente.

Lydia porta la mano sulla maniglia, e prima di aprire la porta lancia un'occhiata a Stiles.

Il ragazzino fa un cenno con il capo, come per rassicurarla che sta bene, che va tutto bene.

Allora la ragazza spalanca il portone, e si ritrovano all'interno di una piccola stanza.

C'è un tavolo di metallo al centro della stanza, e le pareti sono di un verdino morto. L'unica finestra ha le aste di metallo.

Dietro ad un tavolo c'é un uomo sui quarant'anni, con pochi capelli mori, e degli occhi azzurri come il ghiaccio.
Occhi impenetrabili, e le labbra increspate in un ghigno.

Scott e Lydia prendono posto in due seggiole davanti, e Stiles tiene tutto il tempo il volto basso, sedendosi in mezzo ai due.

«Stilinski, non hai neanche il coraggio di guardarmi in faccia?» Lo provoca Crage, con le mani intrappolate nelle manette.
Il fisico possente si intravede attraverso la tuta arancione.

Stiles chiude le mani a pugno, stringendo le labbra.

Cerca di alzare gli occhi su quell'uomo, ma il suo corpo si rifiuta.
La sua mente si impone di voler proteggere quei ricordi, di non farli riuscire fuori.

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