Capitolo 19

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Derek sta seduto in uno dei tanti uffici della scuola, nel quale deve ricevere i genitori per i colloqui.

Ha davanti a sé un computer, da dove accede a tutti i voti dei suoi studenti.

Ha appena finito di parlare con la madre di una studentessa, dicendole che sua figlia non é mai attenta durante le lezioni.

Il problema era che neanche la madre, sui trentacinque anni, lo fosse.
Quindi Derek ha cominciato a pensare se il problema fosse lui.

Anche il modo in cui la madre gli sorrideva amabilmente era simile a quello della figlia.

Adesso sta aspettando il prossimo, quando entra una figura fin troppo familiare.

Derek si alza, accennando un sorriso, e abbracciandosi con una pacca sulla spalla con l'uomo appena entrato.

«Derek, che piacere rivederti.
Ancora non riesco a credere che l'ultima volta che ti avevo visto eri quasi un ragazzino. Sei cambiato così tanto.» Esclama lo Sceriffo, indossando un maglione bordeux invece della divisa, e sedendosi di fronte alla cattedra.

Derek, dall'altra parte, va a vedere i voti di Stiles, anche se ha giá un'idea di quali siano.

«Anche per me è un piacere, John.
Tu invece sei sempre uguale.» Ammette, facendogli allo stesso tempo un complimento.

Dieci anni fa Derek lo considerava pur sempre come un secondo padre, e certi legami non svaniscono nel nulla.

John sorride:

«Ma adesso arriviamo al motivo per cui sono qui. Derek, come va mio figlio?
Ti ricordi chi é, no?» Gli domanda, sempre con il sorriso sulle labbra.

Derek tossisce.
Eccome se si ricorda chi è.
Purtroppo a quanto pare Stiles non deve aver mai raccontato al padre dei suoi voti così bassi a matematica.

«Umh, Stiles, sì. Diciamo che potrebbe umh..andare meglio.» Borbotta Derek, non volendo dare una brutta notizia allo Sceriffo.

John assume un'espressione vagamente preoccupata.
Anche se forse non poi così sorpresa.

«Stiles non mi parla mai di come va a scuola, ma ho sempre saputo che la matematica non é la sua materia, diciamo.» Mormora il padre, sospirando.

Derek annuisce.

«Stiles é un ragazzo intelligente, ma forse prende la matematica con troppa superficialità, partendo con il presupposto che non riuscirá mai a capirla.» Spiega brevemente Derek.

Lo Sceriffo cerca di seguire il suo ragionamento:

«Mi stai dicendo in poche parole che Stiles necessita di ripetizioni?»

Derek sospira.

«Se vuole passare l'anno, sì.»

Lo Sceriffo corruccia lo sguardo, pensandoci un attimo.
Derek sa bene che la loro condizione economica non è una delle migliori, e infatti John si passa una mano sul volto.

«È che non vorrei spendere soldi per qualcuno che magari è incompetente o con cui Stiles poi non si trova bene, capisci?» Parla lo Sceriffo, tra i sospiri.

«Sì, capisco.» Risponde Derek, non capendo però in realtà dove questo voglia arrivare.

Lo Sceriffo lo guarda negli occhi.

«Derek, ti chiedo un grande favore.
So che Stiles si trova bene con te, più volte mi ha detto che sei davvero bravo. Non potresti...dargli ripetizioni tu? Ti pagherei, ovviamente...»

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