Capitolo 16

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Erano due settimane che Stiles era il capitano della squadra di basket, e si stava accorgendo di diventare sempre più popolare.

Incredibilmente è più bravo dei ragazzi più grandi, e ormai il suo nome é sulla bocca di tutti.

Cerca sempre di ignorare le occhiate che le ragazze gli riservano quando passa per i corridoi, anche perché Malia ringhia a chiunque gli mette gli occhi addosso.

Adesso è agli allenamenti della scuola, e ha appena finito di allenarsi con gli altri, stanchi. Ormai sono da una settimana la squadra definitiva, e Derek è sempre il loro coach.

Stiles proprio quella mattina parlava a Derek della festa di Halloween che si teneva quella sera stessa in palestra. Non era sicuro di andarci, e voleva un consiglio dal più grande.
Derek gli aveva risposto che doveva assolutamente andarci e cercare di divertirsi.

Tutti i ragazzi fanno per dirigersi verso gli spogliatoi:

«Stilinski.» Lo chiama Derek, e Stiles si gira, cercando di non fissare come al solito quelle braccia muscolose.

«Sì, coach?» Stiles gli si avvicina, lontani da orecchie indiscrete.
Derek sembra leggermente imbarazzato.

«Volevo solo farti sapere che stasera ci sarò anch'io.» Borbotta.

Stiles lo guarda confuso.

«Non pensavo che i professori potessero venire.» Replica, non capendo.

«Mi hanno chiesto principalmente di dare un'occhiata alla situazione.» Gli spiega Derek.
Stiles accenna un sorriso.

«Lo sai come funziona la festa, almeno?»

Derek scuote la testa, impreparato.

«All'inizio ci saranno dei lenti, in cui le coppie balleranno e si eleggerà poco dopo la coppia vincitrice, ossia il re e la reginetta del ballo. Subito dopo la musica cambia radicalmente, e la festa sarà una sorta di rave. Non bisogna mascherarsi insomma, ci sono delle ragazze apposta per dipingerti il corpo. Hai capito, no?» Parla velocemente Stiles, e Derek lo fissa qualche secondo senza aprire bocca.

«Intendi quella festa dove nel buio risaltano i colori fosforescenti?» Sintentizza Derek.

Stiles annuisce, asciugandosi con una mano il sudore della fronte.

«Ci divertiremo, coach!» Esclama poi, facendogli l'occhiolino, e andandosene.

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«Non so, pensavo di mettermi una semplice maglia nera.» Parla Stiles al telefono con Scott.

«Penso vada bene, alla fine tanto ti farai dipingere il corpo, e a quel punto la maglia non servirá più!» Esclama Scott, portando a ridere entrambi.
Ultimamente Stiles si sente stranamente meno giù, e a parte i soliti incubi cerca di focalizzarsi su cose come il basket.

Stiles smette improvvisamente di ridere, ricordandosi di una cosa:

«Sì, io...umh, devo andare Scott.» Chiude la chiamata, scappando in bagno. Lo Sceriffo non è in casa per fortuna, in questi giorni dei casi importanti lo tengono quasi sempre impegnato altrove.

Stiles osserva la sua immagine riflessa allo specchio: non ha troppe occhiaie, e forse la carnagione un pò troppo pallida. I capelli su come al solito, forse dovrebbe dargli una tagliatina, stanno crescendo ogni giorno di più.

Stiles si ritrova a chiedersi da quando gli interessa il suo taglio di capelli, o qualsiasi cosa che riguardi il suo fisico.

Senza togliere gli occhi dall'immagine riflessa alza un lembo della maglia rossa, per poi toglierla senza fretta.

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