Capitolo 6

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Valentina pov's
Stavo stesa sul mio letto a pensare,stavo quasi per addormentarmi,ma il mio attimo di pace fu interrotto da quella fastidiosa suoneria che annunciava l'arrivo di qualche notifica.
Aspettai prima di prendere il telefono con la speranza che avrebbe smesso di li a poco,ma non fu così. Allora per far smettere quel coso,presi velocemente il telefono aprendo il messaggio. Avevo intenzione di tornare a dormire,ma quella dannata notifica mi fece sentire davvero uno schifo. Era una foto.
Era una foto che Laura aveva postato sulla sua pagina Instagram e mi aveva taggata ripetute volte,ma non era questa la cosa fastidiosa.
La cosa che più mi fece star male era il contenuto. Molti avrebbero pensato che era solo una foto,ma non io,ci rimasi davvero male nel vedere Benjamin.
Il ragazzo che probabilmente mi piaceva,baciare quella smorfiosa,che non se lo meritava affatto,non era la persona giusta per lui,l'avrebbe solo usato,ne ero sicura. In una serata ha baciato una rossa e una bionda. È un donnaiolo,devo stare in guardia con lui.
Volevo esserne sicura.
Quella notte la passai rannicchiata sotto le coperte,da sola,completamente sola,come sempre,a piangere lacrime che non sarebbero servite a niente,ma me lo dovevo. Dovevo piangere. A volte e lo faccio, soprattutto la notte,perché mi fa essere vulnerabile,è il momento in cui tutte le barriere che mi sono costruita,i falsi sorrisi,tutta la mia allegria se ne vanno,e rimango solo io,la vera me stessa.
Ho paura di me,non mi piace essere debole,preferisco essere la ragazza allegra che ride e scherza sempre,ma io non sono così.

È passata una settimana dalla festa,da quando Mattia mi ha baciata. Da quando non ho più rivisto Benjamin. Oggi è il giorno della mia partenza,il giorno in cui tornerò da mio padre.

***
Dopo quattro lunghe ore di viaggio in treno,c'è l'ho fatta. Sono arrivata nella città che mi ha vista crescere,dalle persone che mi vogliono bene e che mi conoscono. Sono tornata soprattutto da mio papà. Appena sono entrata in casa,un uomo mi è venuto ad abbracciare, dandomi un bacio sulla guancia ed accarezzandomi la testa, quello è il mio padre.
Dopo avermi stritolata per bene si è allontanato e mi ha chiesto com'è andato il viaggio,come passavo le giornate,se andavo bene a scuola ed altre cose.
Mio padre,Mario è un uomo d'affari sulla quarantina,ha i capelli castani.Ha gli occhi marroni e un sorriso paterno,capace di confortarti ed esprimere tutto l'amore che prova per i suoi figli. Non assomiglio per niente a lui,non sono come mio padre,piuttosto sono come quella orribile donna chiamata 'madre' che mi ha abbandonata senza alcun rimorso.
Papà è un uomo stupendo,è il mio eroe.
Sa quando essere severo e autoritario,ma non capita così spesso visto che io e Brian siamo sempre stati dei ragazzi molto ubbidienti.
Mio padre mi ha sempre voluto bene,
mi ha sempre dato tutto ciò di cui avevo bisogno, mi ha sempre dato affetto,
e dopo che mia madre se n'è andata,ha cercato di proteggermi in tutti i modi,voleva che io stessi bene. Lui,mi manca molto,sono consapevole che il fatto che essendomi allontanata da lui,trasferita in in altra città,lo ha turbato molto.

Ho chiesto a papà dove fosse Sabrina,la sua futura moglie,nonché mia matrigna,e mi ha detto che è andata all'aereo porto a prendere i suoi tre figli. Non li ho mai visti prima,ma non è che mi importi molto.
Non voglio nessuno nella mia vita,tantomeno dei nuovi ragazzi.
Dopo aver salutato papà vado,in camera,
aspettando che François,il nostro dipendente mi porti la roba in camera,che Maria sistemerà in seguito. François,un uomo alto e magro,capelli e occhi scuri,lavora da noi da tantissimi anni. Lui mi ha vista crescere.Ha iniziato a lavorare per noi da quando io avevo cinque anni. Ma la persona che mi conosce meglio è Maria.
Lei è sempre stata come una di famiglia per tutti noi,ci è sempre stata vicina,mi ha sempre aiutata da quando sono nata,è stata l'unica figura materna che ho avuto dopo l'abbandono di mia madre.
Le sono davvero grata per tutto ciò che ha fatto per la mia famiglia,l'unico suo più grande difetto è che non sa mantenere i segreti.
La stanza è come me la ricordavo.
Il mio letto è un letto matrimoniale di legno bianco,da un lato c'è un comodino;
dall'altro,c'è una poltroncina in vimini che non uso molto. Le pareti sono di un rosa chiaro,e il pavimento è di parche.
Nella camera ci sono due porte,da una si accede al bagno,mentre dall'altra si entra nell'armadio che sarebbe una piccola stanza dove ci sono tutte le mie scarpe ed i miei vestiti.

Prendo il cappotto ed esco di casa,voglio andare a fare una passeggiata,mi manca questo posto. Mi sistemo i capelli,prendo una camicetta bianca leggera insieme a dei pantaloncini corti di jeans. Metto le scarpe esco dalla camera. Sento il campanello suonare,prendo il telefono e inizio a scendere le scale per aprire,ma Maria mi precede.
Dalla porta riesco a sentire dei lamenti,una voce familiare,seguita da delle parole di un bambino. Non vi potete immaginare la mia reazione quando ho realizzato chi fossero i tre figli di Sabrina. Appena ho visto i tre entrare dalla porta,sono rimasta lì sulle scale con una mano poggiata al muro,e l'altra sulla fronte,non ci potevo credere,non poteva essere vero,doveva essere un sogno.
Oh quanto speravo fosse un sogno!

//spazio me,
Ehi ciao,ragazze come va?Vi sta piacendo la storia?Secondo voi chi sono i tre figli della matrigna di Valentina?Lo scoprirete nel prossimo capitolo,baci😘

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