Capitolo 43

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Valentina pov's
'Drinnnnnnnnn' sento quella maledetta cosa che tutti chiamano sveglia annunciare l'arrivo di un nuovo giorno,questo vuol dire dover andare a scuola,uffa e io che volevo dormire fino a mezzogiorno. Mi alzo dal letto e comincio una serie di sbadigli fino ad arrivare al bagno con un andatura stile zombie. Mi faccio una doccia veloce per svegliarmi,mi asciugo i capelli con il phone,mi trucco e poi faccio la piastra. Dopo essere tornata in camera indosso una maglia nera, skinny del medesimo colore e le mie adorate Vans. Metto i miei soliti bracciali,per coprire le cicatrici causate dai tagli. Prendo la sciarpa,il capotto,lo zaino ed esco veloce di casa. Potrei prendere l'auto,ma non ne ho tanta voglia,così decido di prendere l'autobus. Cammino velocemente,con la testa bassa,fino a quando qualcuno non mi si avvicina improvvisamente facendomi sobbalzare. "Volevi andartene senza dire niente a nessuno? Guarda che io ti stavo aspettando per fare colazione" il solito imbecille,Vince,beh chi altro poteva fare il coglione di turno?
"Non faccio mai colazione,e comunque visto che tu non devi andare a scuola non volevo svegliarti" quasi sussurro dicendo le ultime parole,sul suo volto si forma un ghigno.
"Chi è il ragazzo dell'altra sera? Quello che volevi far ingelosire baciandomi?" chiede ad un tratto facendomi diventare rossa dalla vergogna. "N-non è vero! Ti ho baciato perché avevo bevuto e non stavo molto bene con la testa" lui sorride,so che è consapevole che io non ero ubriaca,perché Benjamin mi aveva portata via a forza. "Tanto lo so che ti piace,ogni volta che vi guardate sembrate sprofondare uno negli occhi dell'altra,come il mare che si infrange sugli scogli. Voi non ve ne rendete conto,ma vi siete baciati con gli occhi un milione di volte" abbasso lo sguardo imbarazzata continuando a guardare le mie scarpe,fino a quando non arrivo alla fermata. "Allora,ci vediamo a casa" faccio un cenno con la mano per poi sedermi ad aspettare il pullman. "No,vengo con te,voglio essere sicuro che nessuno ti faccia del male. Non voglio che nessuno si avvicini. Per farti soffrire sono bastato io". Provo a convincerlo che sto bene e che so cavarmela da sola,beh,spesso mi dimentico che lui è la persona più testarda di tutto l'universo,fa tutto come vuole lui,utilizzando tutte le sue forze per riuscire nella sua impresa. I suoi occhi verdi risplendono alla luce del sole la mattina anche se c'è steso sopra un velo di malinconia che cerca in tutti i modi di nascondere. Infondo noi esseri umani siamo fatti così. Complicati come nessuno,testardi,rompipalle,pretendiamo di essere capiti quando non sappiamo chi siamo davvero in primis. Lui come me,e molti altri, indossa una maschera per non affezionarsi alle persone. Sembra ieri che organizzava quegli stupidi giochetti contro di me,e ora è qui pronto a proteggermi. Questa cosa mi è servita da lezione,non dobbiamo mai credere di essere soli,inutili. Non dobbiamo nasconderci dietro quella maschera fatta di finti sorrisi e far credere a tutti di stare bene,perché prima o poi quel muro crollerà. Credere di essere soli e senza via di scampo è la cosa peggiore che si possa immaginare,perché nessuno è davvero solo. Io ho imparato che nella vita si va avanti,nonostante tutto e tutti. Un bullo può smettere di essere tale,un tossicodipendente può smettere,un autolesionista può smettere,basta avere la forza di volontà e la pazienza.
Diventare ex autolesionista è stata una sfida contro me stessa,è una delle cose peggiori,come smettere di fumare,anche semplici sigarette,è difficile,ma nel momento che arrivi al tuo traguardo sei la persona più felice del mondo,perché sai che ce l'hai fatta,è stata dura,ma n'è valsa la pena.
L'autobus arriva di li a poco,salgo e mi siedo in uno dei pochi posti vuoti,nel frattempo salgono alcune ragazze,vestite in modo troppo volgare per la scuola e si siedono pavoneggiando in fondo dove le aspettano tutti gli altri coglioni.
Vince entra subito dopo,tutte le ragazze si alzano per ammirarlo,tante lo invitano a sedersi accanto a loro,persino le oche dell'ultima fila. Infondo anche lui è uno di loro. Anche lui fino a quanto ricordo era quello che si sedeva sempre in fondo a fare il figo e dare noia a tutti gli altri,compresa me. "Ehi,belloccio vieni qua giù,vedrai come ti faccio divertire" una ragazza dai capelli biondo platino,un piercing al sopracciglio,e un altro al naso lo chiama mentre mastica una gomma. Lui scuote la testa,"per questa volta passo" e così dicendo si siede accanto a me. Poggia la custodia della chitarra a terra,non avevo notato che ce l'aveva con se,anche se era poggiata dietro la schiena. Sorride e poi dopo avermi messo un braccio attorno alla spalla mi fa poggiare la testa sul suo petto e mi lascia un bacio sulla testa. Rimango lì,abbracciata a lui,anche se non so se è davvero la cosa giusta da fare. Sto abbracciando lo stesso diavolo che pochi anni prima mi ha distrutta.
Arriviamo all'entrata della scuola,lui mi strige a se scompigliandomi i capelli. "Lascia stare i miei capelli o ti ammazzo!" Comincio a ridere quando,mentre pronuncio queste parole perché lui fa il versetto di sottofondo. È davvero cambiato molto. Solo due anni fa non si sarebbe avvicinato a me neanche se fosse stato costretto. Lui odiava me e io odiavo lui. Non avrei mai pensato che fra noi due sarebbe successo questo. Vivere sotto lo stesso letto,ridere,scherzare insieme,come fanno due amici. Credo che mio fratello l'abbia fatto apposta. Lui sapeva quanto Vince mi avesse fatta soffrire,in realtà è stato proprio lui il motivo della mia condanna. I tagli,questi tagli sono nati per colpa sua. Brian ci ha voluto dare una lezione. L'odio non era altro che una barriera sotto la quale nascondersi.
Mi da un bacio sulla guancia e poi se ne va. Noto la chitarra muoversi a ritmo della camminata,visto che è posta proprio sulla sua spalla fino a finire poggiata alla schiena.
Sento qualcuno pronunciare il mio nome,mi giro disorientata fino a quando non vedo una chioma biondo cenere corrermi incontro per poi stritolarmi. "Sono felice anch'io di vederti Criss" dico sarcastica mentre lei si ricompone.
"Oh mio Dio,ora tu mi spieghi chi è quello e cosa cappero ci facevi con un figo in quel modo" comincia a sclerare sprizzando felicità,entusiasmo da tutti i pori. È davvero una bellissima persona,le voglio un mondo di bene,adoro anche la sua irrefrenabile pazzia. "Allora,come prima cosa calmati. Seconda cosa, tu lo conosci perfettamente e quando ti dirò di chi si tratta non riuscirai a credere alle mie parole" la vedo sbiancarsi tutt'ad un tratto. "Dimmelo muoviti. Non l'ho visto bene,ero lontano e sai benissimo che sono miope!" sorrido e dopo averla davvero preparata comincio a parlare. "Ti ricordi quando andavamo al liceo prima che cambiassimo scuola e città? Beh,li come sai ho avuto molti problemi causati in particolare da una persona. Sì,proprio lui" dai suoi occhi e la bocca spalancata capisco che ha già capito di chi sto parlando. "V-Vincent Evans,meglio conosciuto come Vince?" Chiede ancora con la bocca spalancata e l'espressione del viso ancora incredula,annuisco. "Andiamo in classe,poi ti spiego".
Dopo un quarto d'ora durante il quale ho spiegato a Criss l'intera faccenda inizia la lezione. Il professore di storia entra e comincia la sua lezione. Mi piacciono queste lezioni,mi piace disegnare,creare di tutto. È una delle cose più belle che esistano secondo me anche se devo ammettere che è stata davvero dura lasciare la mia vecchia scuola. Li ho abbandonato la mia passione per la letteratura,le mie intuizioni sulla ragione umana,gli studi psicologici,la filosofia,erano le materie che più entusiasmavano.
Perdo un attimo il senso del tempo,quando mi risveglio dal mio sogno ad occhi aperti. La campanella è appena suonata,tutti si stanno preparando per andare. Criss si avvicina,mi da un bacio sulla guancia e se ne va velocemente,perché visto che abita lontano da qui,potrebbe perdere il treno. Rimango sola,prendo il mio zaino e mi incammino verso l'uscita. Noto alcune ragazze guardarmi e ridere sotto i baffi mentre si sussurrano cose all'orecchio a vicenda. Mi fermo davanti a loro,"ehm,c'è qualcosa che mi dovete dire?" arrossiscono di colpo. Mi giro e continuo per la mia strada,scendo velocemente gli scalini saltandoli due per volta. Sento qualcosa vibrare nella mia tasca,metto le mani al suo interno e tiro fuori il mio telefono. Mi è arrivata una notifica,chissà chi è,non ho tanta voglia di rispondere,ma la guardo comunque.
Da Allison: Ciao Vale,come stai? È da molto che non ti vedo,ti va di venire ad una cena con dei miei amici,verrà anche Laura,ti prego.Puoi portare anche un amica,un ragazzo o chi vuoi. Alle 18:00 da me. Aspetto impaziente la tua conferma xoxo.

A Allison: tecnicamente non potrei,ho da fare tanti i compiti,ma non importa,vengo lo stesso,è un bel modo per stare insieme. Al diavolo i doveri per una volta.;)
Rimetto l'iPhone al suo posto e comincio a camminare più velocemente. Vedo Vincent raggiungermi,"com'è andata?" Sospiro,"Bene. Piuttosto ti va di venire ad una cena con me e i miei amici? Ti prego" faccio gli occhi da cucciolo,lui sorride,mi mette una mano intorno alla spalla. "Sono diventato il tuo body guard?" Annuisco,"chi può proteggermi meglio di te?" Camminiamo verso casa,"e va bene. Vuoi un gelato?" chiede. Sul mio volto si crea un enorme sorriso seguito da un 'sì' sembro una bambina in un negozio di caramelle,infondo non sono poi così cresciuta.

//spazio me,
Allora so che ho aggiornato dopo tanto tempo e che in questo capitolo non succede niente di che,però mi serviva per gli altri capitoli. Vi avviso inoltre che aggiorno il nuovo capitolo appena raggiungo un tot di letture,stelline e commenti,alla prossima! Ps,ne vedrete delle belle!😘

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