Capitolo 39

113 13 0
                                    

Valentina pov's

Mi alzo dal letto,mi vesto,mi lavo,mi trucco,per poi uscire di corsa.Metto in moto  la macchina e parto. Sto andando all'aeroporto per prendere l'amico di Brian. Non so cosa,
o meglio chi aspettarmi.
Chissà come sarà,simpatico? Stronzo? Viziato? Acido? Non so proprio niente di lui,neanche il nome e sto andando a prenderlo.
La mia domanda è come cavolo faccio a riconoscere una persona di qui non so nulla? Accendo la musica alla radio,mi rilasso,davvero. Ripenso a Ben,mi chiedo come abbia fatto un ragazzo in così poco tempo ad entrar a far parte della tua vita,illuderti per poi andarsene. Mi ha lasciata sola e non mi ha neanche detto, o anche solo scritto un dannato  'scusa'. Avrei voluto davvero essere qualcuno di importante per lui. Non so come ma riuscivo a vederci qualcosa di buono in mezzo a quei occhi pieni di male. Proprio in quel verde che a volte assumeva le sembianze del nero c'era qualcosa che non tutti avevano,c'era un qualcosa di misterioso. Credevo fosse speciale,ma era solo un altro errore del mio stupido sesto senso.
Dare troppa fiducia a persone che probabilmente non se ne fanno niente,comporta il rischio di soffrire,stare male dopo che se ne siano andati dalla tua vita.
Sarei dovuta stare lontano già da tempo,da quel bellissimo giorno al parco quando i miei occhi erano finiti nei suoi e nessuno aveva osato spostarli. Avrei dovuto per almeno una volta a fermarmi all'apparenza senza provare a cercare qualcosa di veramente buono in lui.

Dopo un lungo viaggio arrivo finalmente all'aeroporto. L'amico di Brian dovrebbe arrivare a momenti. Mi siedo su una panchina ad aspettare che arrivi l'aereo dall'America.
Sto seduta in quel posto per un po' fino a quando non vedo lo stesso aereo con cui il mio ex ragazzo se n'è andato arrivare. Mi alzo velocemente e mi avvicino alle persone che stanno scendendo,provo a individuare qualcuno che possa essere solo,ma non riesco a trovare nessuno. Tutti vengono accolti dagli amici,le famiglie. Noto una coppia di fidanzati riabbracciarsi dopo chissà quanto tempo passato lontani. Lui le sposta i capelli dietro all'orecchio,le sorride e dopo averle accarezzato delicatamente le gote la bacia appassionatamente. Vedo una lacrima percorrere la guancia di lei,seguito da un abbraccio pieno di amore da parte del ragazzo. Sono così dolci insieme,da farmi credere che l'amore sia davvero una medicina. Anche se non è così. Confesso che un po' mi manca avere qualcuno accanto per cui valga la pena lottare,per davvero. Continuo a guardare quei ragazzi e per un momento mi sembra vivere in un universo parallelo pieno d'amore,affetto.
Sorrido inconsciamente fino a quando non vengo spinta da qualcuno. Alzo lo sguardo per lamentarmi quando mi ritrovo in due occhi verde smeraldo. Assomigliano a quelli di Ben,solo che questi sono più chiari sostituendo il contorno nero di Benjamin con un cerchio color miele che li rende ancora più belli.
Un ragazzo con il volto coperto dal cappuccio della felpa mi guarda dritto negli occhi fino a quando non posa il suo sguardo a terra. In quel momento la mia mente viene ripercorsa da vecchi ricordi. Spinte,offese,prese in giro, sofferenza, tagli, pianti, rabbia, adolescenza. "V-Vince Evans?" chiedo incredula guardandolo di nuovo in volto.
Prego mentalmente che non sia davvero lui,lo stesso ragazzo che anni prima,ogni giorno  organizzava attacchi di bullismo contro di me.
Non credevo avrei dovuto vedere di nuovo qualcuno,e soprattutto lui,il mio peggior incubo,anni dopo,tanto diverso da come me lo ricordavo. "Valentina? Sei-sei tu?" mi squadra da capo a piedi,poi sorride maliziosamente affogando nei miei occhi azzurri come il mare. "N-Non ci posso crederci,c-cosa ci fai qui?" mi porto una mano sulla fronte sospirando. "Vedo che sei rimasta timida come sempre" sorride di nuovo. È piuttosto irritante,si capisce che mi prende in giro solo dallo sguardo.
"Lascia perdere il mio carattere e dimmi cosa ci fai qui. Vado di fretta dunque per favore cerca di sbrigarti" schizzo acida.
"Sono tornato dall'America" lo blocco,
"questo lo vedo vai al punto",continua scocciato, "se mi fai finire magari. Lasciati dire che sei più acida di come ti ricordavo, l'agnellino che conoscevo dov'è finito?" continua a prendermi in giro,ma questa volta non ci cado. Non sono più la ragazzina di un tempo,so reagire,ora so difendermi.
"Sono acida perché mi avete fatta diventare così. E ora la tua spiegazione grazie" parlo molto velocemente cercando di trattenere sia la rabbia dovuta a questo incontro sia le lacrime che mi ricordano tutto ciò che mi ha fatto passare. "E va bene,sono qui per una specie di pausa,dovuta a problemi personali e sto aspettando che venga a prendermi la sorella di un mio amico". A queste parole sento un dolore lancinante al petto,dove poggio una mano per paura di non riuscire a sopportare tutto.
"Toglimi una curiosità il tuo amico come si chiama?" mi guarda spaesato per un nano secondo per poi rispondere.
"Brian,si chiama Bri-aspetta non mi dire che la-la sorella sei tu? Non posso crederci".
Sento di non farcela sta volta,metto le mani sulla testa stringendola forte. "Come ha potuto! Dopo tutto quello che ho passato ha pensato di chiedermi di ospitare il ragazzo che mi ha rovinato la vita? Non posso crederci,non voglio". Parlo di getto senza pensare a ciò che sto davvero dicendo.
"S-scusa V-Vince,non avrei dovuto parlare in quel modo. Ti chiedo solo di pensare quanto possa far male per me tutto questo. Comunque un aereo porto non è il posto adatto per parlarne,andiamo. S-seguimi". Lo prendo cautamente per il braccio,come paura che tutta la rabbia che provo nei suoi confronti possa come spezzarlo,anche essendo consapevole che contro un ragazzo non ho speranza. Mollo subito la presa perché al suo tocco il mio corpo viene percosso inaspettatamente da brividi facendomi leggermente sobbalzare. Lui è il demone che mi perseguita da sempre e io lo sto accompagnando nella mia casa.
Mi sto facendo del male da sola,di nuovo.

Arriviamo alla macchina,dopo aver recuperato i suoi bagagli tra i quali noto la custodia di una chitarra,probabilmente gli piacerà suonare. Salgo per prima,mentre lui mette le valige nel bagagliaio.Poco dopo lo vedo arrivare allo sportello per poi sedersi a fianco a me. Questa vicinanza mi fa davvero sentire uno schifo.
Ma io non sono come lui,non voglio voltare le spalle a nessuno,neanche a chi mi ha distrutto.
"Allora,c-cosa hai fatto in questi anni?" chiedo all'improvviso per avviare una conversazione.
"Niente di speciale,ho continuato gli studi negli Stati Uniti,senza mai finirli.Lavoro come tatuatore e nel tempo libero canto per strada o in alcuni locali. Presumo tu abbia fatto grandi cose fino ad oggi" sorrido,continuando a guardare in avanti,stringendo a volte il volante.
"Io,beh,sto continuando gli studi in una scuola di moda,a volte faccio la modella,anche se sto studiando per essere stilista. Sono stata fidanzata con Davide fino a quasi un mese fa e boh, nient'altro di particolare".
Osserva fuori dal finestrino mentre giocherella con il piercing che porta sotto il labbro inferiore. "Ah si lui,lo conosco. È una brava persona".
Davide lo conosce e non ha impedito che Vince venisse a stare da me?
È uno dei pochi a sapere tutto sulla mia vita,e sicuramente non ha mai dimenticato il ragazzo prepotente che mi ha fatto passare l'inverno è ora si trova affianco a me.

Poco dopo arriviamo a casa mia.
"Vince,questa sarà la tua camera,quello è il bagno,poi di qua c'è il salotto,la cucina, e affianco a te la mia camera. Questa è una copia delle chiavi di casa. Spero che tu ti trovi bene" mi giro per andare,ma lui mi ferma prendendomi per il polso. Subito lo ritiro facendo una smorfia di dolore.
Mi guarda impaurito,come se avesse appena rovinato qualcosa di molto fragile.
"Scusa,non sapevo fossi così delicata e sensibile. A-aspetta un attimo,n-non mi d-dire che-" annuisco tristemente mentre gli occhi cominciano a pizzicare. Mi solleva cautamente la manica della felpa vedendo tutto ciò che lui stesso ha causato,la mia battaglia.
"Non è niente t-tranquillo. Sono solo vecchi graffi" non finisco neanche la frase che mi ritrovo protetta da un suo inaspettato abbraccio. Non avrei mai pensato che questo sarebbe successo un giorno. "S-scusa,per tutto"
mi sussurra all'orecchio facendomi subito rabbrividire. Sollevo lo sguardo allontanandomi dall'abbraccio di chi anni prima mi ha distrutto,mi perdo in due occhi,profondi e pieni di dolore. Lo guardo meglio,i suoi lineamenti sono cambiati,ha la mandibola più scolpita,un po' di barba accennata dovuta al viaggio,un ciuffo di capelli corvini ribelli che gli ricadono leggermente sugli occhi,due labbra carnose,ma non troppo,con sotto un piccolo aggeggino metallico,che anni prima non aveva. Stiamo entrambi in silenzio a guardarci per quella che sembra un eternità,che probabilmente sono solo miseri secondi,fino a quando non viene tutto interrotto da una notifica.
" È il tuo" mi informa Vince. Estraggo il cellulare dalla tasca dietro del jeans e apro il messaggio inaspettato.

Da Laura: <<Vale,scusa se ti scrivo senza preavviso,volevo solo informarti che questa sera ci sarà una festa a casa mia,con tutta la nostra compagnia,portati un ragazzo,sta notte si fa bordello!
Ps,mi offenderei se tu non fossi presente,non vedo l'ora di rivederti,a dopo sorellina!>>
Ecco perfetto,mancava solo lei con una delle sue feste. E ora un accompagnatore dove lo trovo? "È successo qualcosa?" chiede Vince,notando il mio nervosismo. Improvvisamente lo guardo e sorrido.

//spazio me,
Ehi,ecco un nuovo capitolo più lungo rispetto a tutti gli altri. Non ve lo aspettavate uno come Vince vero? Più avanti scopriremo di più su di lui e su ciò che ha fatto passare alla nostra Valentina. (A proposito per chi non sa pronunciare bene il nome si dice Vins). Cosa succederà nel prossimo capitolo? Vi faccio un piccolo spoiler,sarà un Benjamin pov's.

&lt;&lt;Il mio sbaglio preferito&gt;&gt;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora