Capitolo 35

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Valentina pov's
"Dopo aver rovinato i miei polsi,ho preso della carta igienica e dei cerotti e ho coperto il braccio.La carta era tutta rossa,era piena di sangue sai? Non credevo lo avrei mai fatto.
Non credevo che io sarei arrivata a quel punto.
Avevo indossato la prima felpa che ho trovato e da lì è partito tutto.Il primo taglio,la prima felpa,le prime bugie.
Ogni volta che mi chiedevano 'come stai?' o 'ma non ti fa caldo?'.
Abbassavo lo sguardo,mi vergognavo di me stessa,ma non potevo mettere in mezzo altre persone.
Rispondevo che stavo bene.
Era già troppo complicato.
Ero già stata marchiata.
Non sai quanto si sta male nel sapere che quei tagli non ti salveranno,non ti faranno star meglio,ma in quei momenti non mi importava di niente.
Sapevo anche che le cicatrici non se ne sarebbero mai andate.
Ma non mi importava,io dovevo continuare per pulire i miei peccati.
Per punirmi di aver fatto schifo a molte persone,e la cosa più importante è che facevo schifo a me stessa.
Questa cosa è andata avanti troppo a lungo fino a quando non ho deciso di chiedere aiuto.
Non ne ho parlato subito con papà,
ma con la mia professoressa di lettere.
Era una donna di mezza età,simpatica,avvolte era severa e con gli adolescenti doveva esserlo,ma aveva quel modo di insegnare unico che non aveva nessun altro.
Lei non lo sapeva,ma io la ammiravo,la ritenevo come una mamma per me. È stata lei che mi ha aperto le braccia quando ero solo un piccolo pulcino pieno di tagli.
È stata lei la prima dopo Davide ovviamente a leggere la storia che raccontavano i miei polsi.
Le mie braccia parlavano da sole. Quello è stato il giorno in cui mi sono accorta di aver fatto un tatuaggio involontariamente,quel diciamo tatuaggio era,ed è la storia della mia vita.
Quel tatuaggio sono i miei polsi,ormai distrutti.
Dopo averne parlato con la prof,lei mi aveva aiutato a dire tutto a mio padre e spiegargli da cosa era cominciato tutto.
Ho iniziato a fare delle terapie.
Ho iniziato ad andare dallo psicanalista e altri professionisti che mi hanno aiutata.
Loro cercavano di aiutarmi,ma la voglia di andare lì,rompere quel fottuto temperino e ricominciare,tutto,da capo.
Non l'ho fatto,perché sapevo quanto avevo faticato per arrivare a quel punto.
La voglia non se n'è mai andata,a volte la tentazione è così forte che non so come riesco a resistere.
Ti ho raccontato la mia guerra,e fidati non è poco.
Ti ho raccontato tutto ciò che nessuno ha mai saputo,neanche Davide,potresti almeno provare a dirmi qualcosa?"
Lo vedo alzare lo sguardo verso le stelle.
Prende un altra sigaretta e l'accende,
il fumo mi da noia,ma non lo do a vedere perché voglio provare a sapere qualcosa di lui.
"Non c'è niente da sapere,sono quello che vedi".
"Benjamin,sono qui per ascoltarti.
Tu ci sei sempre stato per me,mi hai salvato più volte,ora tocca a me. Voglio essere io a salvarti questa volta."
Fuma,vedo come osserva le stelle per poi finire a guardare i miei occhi,senza poterli reggere.
"Benjamin,guardami,guardami negli occhi e dimmi ciò che provi".
Alza lo sguardo,mi guarda negli occhi,
"Vuoi davvero sapere cosa provo?"
Annuisco.
"Solo odio.
In questa cazzo di testa c'è solo odio.
Odio per la mia famiglia,
odio per i miei amici,
odio per la mia ragazza,
odio per mio padre
e odio per te."
Rimando sorpresa da quelle parole,ma lo lascio finire di parlare.
"Tu,cazzo.
Sei entrata nella mia testa,e non vuoi più andartene,mi hai fatto cambiare senza esserne consapevole.Mi hai incasinato la testa.
Prima andavo con tantissime ragazze,non mi curavo neanche del loro aspetto. Credevo di essere felice. Ho rovinato la mia vita,la mia famiglia e il mio cuore. Cazzo se l'ho rovinato,ormai non resta più niente,
solo odio,non è più capace di far del bene.
Un giorno ti parlerò del mio passato,ma non sarà oggi. Hai già sofferto abbastanza per oggi.
Andiamo dai,è tardi".
Mi alzo,mi appoggio sulla manica della sua felpa,ha bisogno di me.
"Grazie Ben" mi guarda in viso,le mie gote sono diventate rosse,ne sono sicura. È così vicino a me.
"Di cosa?" si allontana.
"Di odiarmi così tanto da non lasciarmi sola"
sorrido,e poi continuiamo a camminare fino a raggiungere la sua moto.
Salgo dopo di lui,mi metto il casco.
Gli cingo la vita con le braccia,senza stringere,per paura che possa rompersi da un momento all' altro.
Non ho ancora imparato che lui è un ragazzo forte,sia di fisico che mentalità,non potrebbe mai spezzarsi,ma mi piace trattarlo come si tratta una cosa speciale,rara.
Parte.
Mi piace stare su una moto,c'è il vento che mi accarezza i capelli facendoli volare è così bello,
mi sento libera.
Benjamin si ferma di colpo,togliendo il casco.
Scende e corre verso una ragazza caduta a terra,picchiata pestata da un ragazzo poco più grande di lei.
Mi alzo,tolgo il casco.
Vedo Benjamin stringere i pugni.
"Lasciala stare,brutto bastardo!" ringhia al 'ragazzo',meglio dire mostro.
"Fatti i cazzi tuoi!"
Benjamin gli da un pugno sulla mascella,poi lo prende per la maglietta e gli da un calcio nel ventre.
Il ragazzo reagisce,gli da un pugno a sua volta e comincia a spingerlo.
Vedo la ragazza piena di lividi,giace per terra,come un fiore senza vita.
Non so come può una persona ridurre in quello stato una candida creatura.
Non capisco gli uomini,chi gli ha insegnato che per essere forti devono picchiare le donne?
Come la prima cosa che devono ricordare è che è grazie a una donna se sono al mondo.
Corro verso la ragazza.
Benjamin e quella specie di mostro continuano a prendersi a pugni.
Vedo Benjamin colpire il ragazzo fortissimo dietro al collo facendolo cadere,inizia a dargli calci a calpestarlo.
Mi allontano dalla ragazza che non si è neanche accorta della mia presenza e vado verso di lui.
"Ben,lascialo stare! Smettila,tu non sei così".
Scuote la testa continuando a calciarlo.
"Non mi conosci bene".
"Benjamin ho detto lascialo stare tu non sei come lui. Tu non sei un mostro,Ben,vieni qui,ti prego lascialo andare".
Non ne vuole sapere.
Benjamin non può ripagarlo con la sua stessa moneta,non può essere un mostro,non come lui.
Prendo coraggio,e vado verso di lui,lo prendo per i polsi.
"Ben,guardami negli occhi e dimmi che sei un mostro,dimmi che avresti il coraggio di fare tutto questo!"
Mi guarda negli occhi,non dice niente resta semplicemente in silenzio.
Ritorna di nuovo sulla sua vittima,ma lo fermo.
Lo abbraccio.
"Ben,ho paura,portami via di qua,Ben ho paura" sono spaventata,non riesco più ad immaginare come sia possibile che Ben faccia una cosa del genere.
Si allontana da quel ragazzo.
"Vattene,brutto bastardo,e non farti più vedere!" ringhia ancora più di prima.
Io rimango attaccata al suo braccio,con la testa sul suo petto,per essere sicura che stia calmo.
Il ragazzo si alza e dopo aver mandato uno sguardo omicida verso la ragazza se ne va.
Io e Ben ci giriamo verso la ragazza,ridotta malissimo.
Riesco a vedere solo i suoi lividi,è notte ormai e qui i lampioni sono molto deboli,mi avvicino meglio alla ragazza.
Ho già visto quei lineamenti,quel viso,ma la luce è troppo cupa,tanto da non farmi più vedere nulla.

//spazio me,
Ecco un nuovo capitolo,come promesso ho iniziato a scrivere di più in questi giorni. Oggi vi lascio con un po' di suspence,chi è la ragazza che giace per terra piena di lividi? È un nuovo personaggio o fa parte di quelli che già conosciamo?

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