"Ok, basta ora chiamo io" recuperai il cellulare, la mano tremava.
"Brutto momento, Jessie, per avere la sindrome di Parkinson" dissi mandando giu un po' di saliva.
Afferrai il cellulare tra le due mani. Feci il numero, fortunatamente respiravo ancora.
"Pronto?" rispose mia madre. Oddio, ora che faccio?
Merda, merda, merda. Mi tappai la bocca con una mano.
"Pronto chi parla?". Riattaccai. "Avevo detto che chiamavo...non che rispondevo.." ricordai a me stessa. Che codarda.
"Ciao sono viva, nessuno mi ha stuprato, non mi sono drogata e ora vado a morire sotto la doccia" dichiarai rientrando in casa e salendo le scale il piú velocemente possibile.
"Uen iu rede com end getet NANANANA NANANANA" cantavo sotto la doccia. Devo smetterla di ascoltare Selena Gomez, mi fa male.
"NANANANA NANANANA" stupida coscienza. Il fatto é che io, sotto la doccia, non canto solamente....io mi esibisco.
Scesi al piano di sotto.
"Va tutto bene, Jessie?" chiese Diana. Annuii.
"Volete uscire stasera?" gridó Harry a tutti
"Eccome, Amico!" Louis e Harry si batterono il cinque come in uno di quei film sul calcio, dove l'unica cosa che conta é il pallone...e vincere.
"Sarà divertente!" alzó le braccia Niall.
"Io vengo e anche Diana" disse Anna.
"Devo proprio?" Diana non era molto abituata ad uscire, almeno che non si trattasse di un pigiama party in biblioteca.
"Si, Diana, si" rispose Anna.
"Bene...Jessie?" Niall si giró verso di me...
"Assolutamente no" mi lanciai sul divano, e rimbalzai su di esso per il cinque secondi successivi.
"Come mai?"
"Sai com'é...il fuso orario...jet leg...si imsomma quella roba la" Niall sorrise confuso per poi cambiare completamente espressione.
"In effetti...anche io, non mi sento in gran forma...credo che passeró per questa sera" stiamo scherzando? Che palle.
"Ma tu non puoi...insomma....ci sono io e tu, qua...non va bene...capisci?!" sbraitai gesticolando con le mani.
"No...non credo di capire" aggrottó la fronte confuso.
"Fa niente" mi arresi sbuffando.
Cinque minuti dopo vidi scendere Anna e Diana....che schianti.
Sentii un fischio da Harry che aspettava in fondo alle scale.
"Divertitevi" sorrise Niall, prima di chiudere la porta.
"Allora...che facciamo?" si lanció di sul divano mettendomi un braccio attorno alle spalle...no, no, Horan...hai capito male.
"Per quel che mi riguarda io vado a dormire"
Mi faceva male la testa, la pancia, la schiena, le orecchie, la gola, gli occhi, il femore, le ovaie, un piede, un braccio, l'altro piede....e non avevo il ciclo! Sono messa bene mi dicono.
"Potremmo dormire insieme...ti ricordi quando ci siamo conosciuti?"
"Non iniziare a fare il maniaco, Niall" lo guardai male.
"Ma..."
"Ok, Guardiamo un film"
Alzai gli occhi al cielo.
"Come é possibile che avete 360 canali e nessuno di questi mette in onda il film di Hannah Montana!?" gridavo mentre scorrevo i canali nervosamente.
"Ora scelgo io" mi prese il telecomando dalle mani.
"Ti piace Titanic?" chiese il casanova.
"Ceeertooo!! Che cosa c'é di piú affascinante che guardare una stupida nave che affonda!?"
"Sai Jessie....quella nave che affonda é piú romantica di te" disse. Sbuffai.
"Che ne dici del gioco delle domande?" chiese girandosi completamente verso di me.
"Dico che di sicuro é meglio di Titanic" mi girai anch'io.
"Prima domanda!"fece lui.
"Spara"
"Che numero di scarpe porti?"
che razza di doman-....oh, chi se ne frega "38".
"Tocca a te" disse.
"Il tuo sogno piú grande?" chiesi aspettandomi una risposta del tipo 'ho già realizzato il mio sogno'. Ci pensò due secondi prima di rispondere
"Un giorno voglio comprare la socetà Nando's e chiamarla Nialldo's" sorrisi confusa.
"Che grandi ambizioni" mi complimentai.
"Oh beh...e anche la musica...voglio fare musica per sempre" questo era piú sensato.
"Prossima domanda?" chiesi.
"Che lavoro fanno i tuoi?" Sbuffai di nuovo.
"Mia madre é una stilista, mio padre un produttore....andiamo avanti"
"Aspetta, aspetta...un produttore discografico!?" spalancò gli occhi.
"No! Di pannolini Pampers, Niall" alzai la voce sarcastica.
"Sarebbe grandioso comunque!" alzò le braccia Niall.
"Si...é un produttore discografico" annuii.
"Quindi tu incontri molte star..." questa discussione su mio padre stava diventando frustrante.
"Non direi, lui viaggia molto, moltissimo...troppo"
"Capisco" ci fu un silenzio imbarazzante sufficente per farmi entrare in paranoia, potevo morire nei suoi occhi per almeno 375 milioni di volte.
"Jessie!?"
"Eh?" scossi la testa.
"Oh, si la domanda...uhm...cibo preferito?"
"Ovviamente Pizza" fece spallucce.
"Ultimo fidanzato?" chiese. Ci pensai un attimo.
"Luke Blurs" dissi annuendo.
"Baciava bene? É piú bello di me?"
Sembrava Diana che aspettava l'esito di un compito, era cosí nervoso.
Lo guardai confusa "Hem...Non che mi importi..." no...figurati, si vede che non te ne frega nulla, piú che altro sembrava che stessi per esaurire.
"Beh...direi che baciava abbastanza bene...e si...é piú bello di te..." dissi facendo una faccia delusa battendogli una pacca sulla spalla.
"Simpatica" brava Jessie! L'hai spento, si!
"Grazie..me lo dicono in molti" sorrisi come se dovessi vincere una campagnia pubblicitaria.
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Let Her Go
FanfictionDiana, una ragazza di 18 anni, grazie ad una gara di matematica, vince uno scambio culturale per lei e due sue amiche, Anna e Jessie, in Irlanda, a Mullingar; per 6 mesi. Anna, riece ad affittare una casa molto carina appartenente ad una signora mol...