|CAPITOLO 38|
Non so sinceramente a che gioco sto giocando.
Sto fottutamente fissando una lettera seduta su uno scomodissimo sgabello con delle pieghe che decisamente non rispecchiano il modo di sedersi degli esseri umani...forse dei cani...comunque ho sempre creduto fossero fatte apposta per farti venire un'esaurimento...ma! Tornando alla lettera...si, dicevo.
Sto fissando una maledetta lettera proveniente dall'Irlanda che mi rifiuto di aprire alle....
Sposto lo sguardo sull'orologio della cucina....
Alle undici emmezza della fottuta mattina! Ecco.
Ho deciso! La butto!
No, aspetta, e se é di Niall? O di Anna? O Diana? O Jessie...no, aspetta quella sono io.
Meglio non buttarla.
La apro. La apro, si, la apro.
Afferro la busta e inizio a scartarla lentamente in modo quasi ossessivo e alla fine ne tiro fuori un foglio di carta.
Profuma. Come se mi fregasse un cazzo dell'odore.
" Cara Jessie;
Ti scrivo per dirti che non sappiamo quando potremo rincontrarci. Se tra un anno o due...o tre addirittura " deglutisco.
Dalla calligrafia immagino sia Diana, e per un momento me la immagino seduta sulla sua scrivania perfettamente ordinata e la sua penna preferita, che scrive una fottuta lettera, dimenticandosi completamente che siamo nel ventunesimo secolo ed esistono i cellulari.
" Io parto per Stanford, e Anna sarà in New York, come già sapevi, cominceremo un nuovo anno di studi. Sinceramente, non vedo l'ora di iniziare ma non credo sarà facile senza di te. Volevo solo dirti che mi mancherai. Mi mancherai molto a dire il vero. Ci mancherai moltissimo"
Per un momento prendo in considerazione l'opzione di spalancare la finestra e saltare giù. Ma poi il buon senso prevale, dandomi la forza di continuare a leggere.
" Sei speciale, davvero speciale, ma non lo sai ancora. Troverai qualcuno disposto a rompere questa fortezza che tu sei construita, qualcuno disposto a strapparti via questa maschera da dura menefreghista che ti sei fabbricata, e noi ci saremo quel giorno. Ci sentiremo per lettera. O cellulare, ma sai che ho sempre preferito le lettere. "
Alzo gli occhi al cielo. Fottutamente irritante.
" So anche che avrai alzato gli occhi al cielo al pensiero di dover scrivere una pagina intera a mano. "
Diana ha di sicuro qualche potere strano di previsione.
" Jessie, ti voglio bene.
Con Amore,
Diana. "
«Merda» esordisco «Merda. Merda. Merda» ripeto «Merda» concludo.
**alcuni giorni dopo**
«Capiscimi, io non voglio farti del male, il punto è che ho fame» dico ad un biscotto. Si, avete capito bene, un biscotto e dico un biscotto.
Lo tengo tra le dita un'altro po', per poi lasciarlo sciogliere nella tazza di latte.
Faccio la stessa cosa con altri cinque biscotti per poi afferrare il telecomando di fianco a me e premendo un po' di bottoni a caso, sperando che almeno uno sia quello di accensione.
Fortunatamente é così.
«Una nuova scoperta scientifica ci arriva direttamente dalla pluripremiata scenziata Margherita Hack» sorride il conduttore.
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Let Her Go
FanfictionDiana, una ragazza di 18 anni, grazie ad una gara di matematica, vince uno scambio culturale per lei e due sue amiche, Anna e Jessie, in Irlanda, a Mullingar; per 6 mesi. Anna, riece ad affittare una casa molto carina appartenente ad una signora mol...