Capitolo 41 |The end|

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CAPITOLO 41

NIALL'S POW

«Diana, let me be the one to, lift your heart up and save your life, i don't think you even realize, baby you'll be saving mine»

Odio questa canzone.

La odio perché (a) mi fa fottutamente pensare al fatto che Liam ha una ragazza - al contrario del sottoscritto - e che, tra l'altro, è (b) la migliore amica dell'unica ragazza che io abbia mai odiato a tal punto da amarla più di me stesso.

É tutto dannatamente stressante.

Senza di lei è un'inferno. Anzi, é fin troppo calmo: solita routine, mi alzo, mi lavo i denti, provo, sorrido e faccio autografi, sorrido e faccio autografi, rischio un tumore alla mano per gli autografi, canto e faccio autografi.

Capite lo schifo? La fama è uno schifo. Che senso ha avere tanti soldi e tante persone che ti amano se non hai la possibilità di restituire tutto quell'amore portando la tua ragazza a buttare via i tuoi dannati soldi come se non ci fosse un domani?

Ecco, appunto, nessun senso.

Cammino sul palco cercando tra le facce una che le possa assomigliare.

Sono un fottuto idiota.

Perché la amo. La amo, si, in un modo un po' fottuto, ma la amo.

«Diana! Let me be the one to..»
Ma sta canzone fastidiosamente smielata e si, in un certo senso, anche decisamente triste, non finisce mai, cazzo?

Voglio dire...porca troia, chiedo solo un po' di pietà. Sto soffrendo. La ragazza che amo è a duemilatrecentonovantacinque kilometri da me è mi ha appena detto che mi ama...almeno credo. Sto ancora prendendo in considerazione l'idea che fosse solo un sogno.

«Jessie!» la voce di Louis fischia nel microfono...quasi le ragazze non se me accorgono, mentre tutte le "Jessie" di Toronto, si levano in un coro adorante per il caro Louis.

Ma aspetta un momento...Jessie?

«Porca merda» bisbiglio troppo vicino al microfono mentre il suo viso si illumina sotto la luce dei riflettori. Non mi fermo neanche a chiedermi come diavolo abbia fatto a passare direttamente sotto al palco, perché cazzo, non me ne frega decisamente niente.

«Jes...Jess...cazzo.»

Vedi di non piangere. Non piangere, brutto stronzo.

Lei mi fissa con gli occhi spaventosamente spalancati, mi ci vuole un momento per accorgermi di avere la stessa espressione da idiota ebete, che però su di lei sta maledettamente bene.

Non é a duemilatrecentonovantacinque kilometri di distanza. É qui. A circa dieci metri da me...e allora perché i miei piedi sono fermi? Perché non sento il mio cuore? Merda, sto per morire proprio adesso?

Cioè, che cazzo é, un dannato scherzo cosmico?

Faccio qualche passo.

"Io la amo" il mio primo pensiero.

"È così bella" ed é bella davvero.

"Cazzo, Louis, allontanati" e lui sembra leggermi nel pensiero.

Le mie gambe come gambe fanno schifo. Non sanno nemmeno reggere lo stress emotivo dovuto all'innaturale bellezza di Jessie.

È così bella.

«Niall» sono talmente vicino da riuscire a sentirla dire il mio nome.

Ma é troppo tardi. La linea cade. Anzi no, nessuna linea...svengo nel bel mezzo del concerto.

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