Era notte fonda. Il cielo, fuori dalla finestra, un esteso spazio scuro trapunto di stelle.
Lilly sollevò le palpebre sopra agli occhi che non aveva mai del tutto chiuso.Quando suo padre aveva sbattuto la porta dietro di sé, un paio d'ore prima, lei si era rannicchiata nel letto, in attesa che il tempo scorresse più in fretta possibile e che Richard Ferguson si addormentasse quanto prima. Il labbro superiore si era gonfiato e pulsava ancora dolorosamente. La testa le girava, e il cuoio formicolava nel punto in cui l'uomo le aveva tirato i capelli.
A Lilly non importava. Nonostante tutto, ammise a se stessa, doveva ringraziare suo padre: se fino a qualche ora prima aveva avuto dei dubbi sulla sua fuga, ora aveva le idee più che chiare. Non sarebbe rimasta in quella casa un minuto di più. Non avrebbe permesso a nessun altro uomo di umiliarla come aveva fatto suo padre.
Con un gemito si sollevò a sedere, respirando profondamente.
Doveva fare mente locale.
Aveva preparato tutto nei minimi dettagli, ma, se la memoria non le aveva giocato un brutto scherzo, avrebbe giurato di aver sentito la chiave girare nella toppa della serratura quando il conte l'aveva trascinata in camera da letto. C'era un cambio di programma. Scappare dalla finestra, a quel punto, risultava essere l'unica soluzione.Lilly si inginocchiò e allungò il braccio sotto il materasso. La sacca che aveva preparato quella mattina, contenente i pochi averi che aveva avuto la prudenza di portare con sé, era ancora lì. Tirò un sospiro di sollievo. Suo padre non l'aveva scoperta.
Afferrò il lembo di pelle ed estrasse l'oggetto, depositandolo poi sulla coperta di cotone del proprio letto.
Si lisciò le pieghe del vestito e infilò gli stivali che usava di solito per cavalcare. In un primo tempo aveva pensato di camuffare il proprio aspetto travestendosi da uomo, così da potersi rendere meno riconoscibile, ma in quel momento si rese conto che avrebbe solo sprecato tempo e non poteva permetterselo. Così si diresse alla toeletta, cercando di sistemare i capelli biondo scuro in modo che non la ingombrassero troppo. Se li avvolse in una lunga treccia che lasciò ricadere indietro e si sciacquò il viso per restare vigile.Tutto questo sta per finire. Sarò finalmente libera.
Ci credeva veramente.
Chiuse gli occhi, preparandosi psicologicamente. Poi afferrò la sacca, gettandosela in spalla, e spalancò la finestra.
Dannazione.
Con tutto quello che era successo aveva dimenticato un dettaglio fondamentale. La sua stanza si trovava al secondo piano. Come avrebbe fatto a calarsi di sotto senza rompersi una gamba? Dandosi della sciocca, appoggiò le mani alla colonna di marmo accanto alla parete, e cercò di fare mente locale. Come poteva fare?Gettò un'occhiata al letto dietro di sé; lo sguardo le scivolò sull'anta in mogano del grosso armadio dall'altra parte della stanza. Non poteva davvero farlo. Ne aveva letto solo nei romanzi d'avventura che costellavano la sua immensa biblioteca. Ma lei non si considerava al pari delle eroine di quei romanzi. Sarebbe davvero stata in grado di calarsi di sotto, tramite l'aiuto di una corda fatta di abiti?
Smise di rimuginarci sopra quando percepì un rumore stridulo in corridoio, che la mise in allerta. Allarmata, corse ad aprire le ante del suo armadio e ne estrasse quanti più abiti possibili, mentre il cuore le batteva all'impazzata nel petto.
Cominciò ad intrecciarne i lembi gli uni agli altri, cercando di imitare come meglio riuscì le protagoniste dei suoi romanzi preferiti, e quando ottenne una corda sufficientemente lunga si avviò correndo verso la finestra. Cominciò ad agitarsi quando udì dei passi percorrere il corridoio e fermarsi di fronte la porta della sua stanza.
Maledizione, muoviti, Lilly!
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- IN REVISIONE- Il bacio del Conte.
RomanceInghilterra, 1582 Per sfuggire a un matrimonio di convenienza con un uomo anziano impostole dal padre, la contessina Lily Ferguson organizza la fuga. Durante la corsa, però, un ulteriore pericolo si cela in agguato: due uomini tentano di abusare d...