38. Una nuova alba

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L'autunno era giunto a Kirkthon Castle con la temerarietà di un guerriero che sfidi la sorte in battaglia. Nel castello era arrivata aria fredda, e laggiù, nelle segrete, faceva ancora più freddo. Erano trascorsi sette mesi da quando Richard Ferguson era stato rinchiuso là sotto; sette mesi di torture psicologiche, con la sola compagnia del buio e del battito tumultuoso del suo cuore. Perché laggiù, lontano dalla vita vera, il conte Ferguson aveva perduto la dignità e aveva avuto modo di capire, e di perdonare sua figlia per averlo condannato. Era giusto, aveva pensato ogni giorno di quei mesi, era giusto perché lui era un assassino, oltre che un uomo ignobile. Essendo tale, meritava di soffrire. Ma non si sarebbe pentito di aver trattato Lily in quella maniera, quello no: come lui, sua figlia era colpevole per ogni crimine. Aveva il suo sangue, la sua natura, ma rifiutava di accettarlo. Un giorno se ne sarebbe resa conto da sola. Non aveva preso nulla da sua madre e lui lo sapeva; non si era mai lasciato ingannare dal suo bel viso o dalla gentilezza dei suoi gesti, perché tutti, secondo il conte, erano maestri nel fingere di essere quello che non erano per dimostrarsi differenti da un genitore malvagio. Tuttavia, sapeva anche che Lilly non era esattamente come lui. Per sua sfortuna, avrebbe pensato se non avesse avuto la certezza più assoluta che di lì a pochi istanti sarebbe morto.

Quando la grata di ferro cigolò, Richard seppe chi era venuto a fargli visita ancor prima di vederlo. Era venuta solo un paio di volte durante la sua prigionia. Quando l'aveva rivista per la prima volta e aveva notato il suo evidente stato di gravidanza, una parte del suo cuore si era ristretta. Un nipote, ricordava di aver pensato. Lily lo aveva guardato dall'alto, ma non era stata sprezzante come lui aveva creduto. Bensì, si era dimostrata caritatevole e gli aveva stretto la mano nella propria. Le catene avevano tintinnato quando Richard si era ritratto. Non era riuscito a sopportare il tocco della mano di sua figlia, e lei lo aveva capito. E c'era quel nipote, che lui non avrebbe mai visto perché non avrebbe voluto vederlo. O forse perché sarebbe morto prima. Non gli restava più molto da vivere, in quelle condizioni.

Era accaduto un mese prima, e da allora la sua situazione era peggiorata. Ormai non aveva nemmeno più la forza per restare seduto. Sdraiato a faccia in giù, con il naso nella polvere e il respiro debole, Richard Ferguson aspettava la morte senza più alcuna fierezza. La desiderava, però. Così come desiderava vedere sua figlia per l'ultima volta. Non sperava che lei lo perdonasse; lui non voleva il suo perdono. Voleva solo vederla, senza saperne il motivo.
E quando lei arrivò, lentamente, il grembo prominente sotto il corpino e i capelli più lunghi di come li ricordasse, suo padre sollevò appena la testa. Non c'era pena negli occhi di sua figlia — gli occhi della cuoca che aveva fatto assassinare — , ma solo una grande indifferenza. Richard non gliene faceva una colpa. Lily si tenne a distanza, le mani premute sul ventre come a voler proteggere il suo bambino. Lui non avrebbe nuociuto a suo figlio in alcun modo, però: non si reggeva neanche più in piedi.

Non sapeva che giorno fosse, né che ore fossero. Ormai non distingueva il giorno dalla notte da parecchio tempo. Ai suoi piedi, rovesciato, il piatto con il pane bagnato nell'acqua che non aveva consumato e che aveva scelto di rifiutare.
Lily gettò lo sguardo oltre le grate sudicie della finestrella nell'alto della parete, e un moto di compassione, seppur breve, la colse. Suo padre stava morendo, ed era evidente. Tuttavia, nonostante la parentela che stava urlandole di non abbandonarlo, lei sapeva che quella morte — sofferente, lenta, ineluttabile — era ciò che Richard meritava.

Si inginocchiò quasi goffamente a causa del peso nel suo grembo, allungò un braccio verso la mano di suo padre e se la portò lì, proprio lì. Nel punto in cui suo figlio stava riposando. Lui sfiorò quel ventre prominente con gli occhi chiusi, senza imporsi o ritrarsi, e una lacrima, minuscola, quasi effimera, prese posto nel retro delle sue palpebre. Era pronta ad uscire, pronta a tradirlo. E lo fece. Contro la sua volontà, mentre la mano di sua figlia guidava la sua sopra il suo grembo, Richard Ferguson pianse. E pianse. Fino a che le lacrime non si asciugarono e, in quella notte di ottobre, nella penombra della cella che era ormai diventata la sua casa, la morte non lo prese con sé.

— Ti perdono, padre.
Lily Ferguson lasciò andare senza costrizione quelle parole. — Non chiedermi perché o quando l'ho deciso, ma ti perdono.
E continuò a tenere la sua mano grossa, sudicia e polverosa sotto la sua, finché Jack, suo marito, non le arrivò alle spalle e la trascinò via dolcemente.

***

Il bambino di Jack Sanders e Lily Ferguson nacque in una burrascosa giornata di Novembre, nel giubilo di felicità dei servitori, dei soldati, e del borgo circostante il castello. Quella mattina, quando Helena le depose delicatamente il neonato, avvolto in un lenzuolo di lana, tra le braccia, Lily credette di morire di gioia. Nonostante il dolore dovuto al parto, in quel momento era sicura che presto sarebbe passato, grazie a suo figlio. Era lì, tra le sue braccia, un esserino minuscolo che la guardava con occhi lucidi, azzurri, e curiosi. Lei sorrise, il volto stanco e sudato, i capelli attaccati alla fronte. Helena le spostò le ciocche bagnate dalla pelle e fece cenno a Jack, in trepidante attesa fuori dalla porta, di entrare.

— È una femmina — sussurrò a Lily con un sorriso, prima di lasciare la stanza. Jack si precipitò accanto alla moglie, dandole un bacio sui capelli umidi prima di rivolgere l'attenzione al piccolo essere che stringeva tra le braccia. Un sorriso radioso, che gli illuminò completamente il volto, curvò le sue labbra.

— È bellissimo — sussurrò quasi senza fiato. Si fece scivolare le piccole dita della creatura tra le proprie, e gioì nel sentirsi stringere.
— È una bambina — mormorò Lily dolcemente. Gli accarezzò la guancia rasata e con l'altra mano sfiorò il nasino della piccola. Si sentì invadere da un amore sconfinato, che eguagliava quello che provava per Jack, e forse un pizzico in più.
— È così bella... — La accarezzò con cura, temendo di farle male. Appariva così piccola, così indifesa, e subito l'istinto di proteggerla albergò in lei.

— In questo ha preso da sua madre.

Jack si sporse verso di lei e la baciò piano sulla fronte. Lei rise sommessamente, cullando la neonata tra le braccia mentre ricominciava a piangere e a guardarli con i suoi occhi grandi e luminosi.
— Anche a te batte fortissimo il cuore, Lily? —
La domanda talmente timida di Jack strappò un altro sorriso a sua moglie. Si portò la mano di lui al cuore e attese che sentisse sulla sua pelle quel battito impazzito che stava rischiando di mandarle il petto in frantumi. Jack appoggiò la testa contro la sua, mentre la stanza si riempiva del pianto della neonata.

— Suzanne — disse poi Lily, abbassandosi la camiciola umida di sudore e accostando le labbra di sua figlia al capezzolo. Lei smise quasi subito di piangere, e sua madre continuò a cullarla dolcemente fino a quando non chiuse i suoi grandi occhi e si abbandonò completamente a suggere il latte materno.
— Come dici? — le chiese Jack, accarezzandole le dita stese sulla coperta.
— Suzanne — ripeté Lily con gli occhi lucidi e le labbra appiccicose di sudore. — Il suo nome. Suzanne Emily Sanders.
— Come tua madre... — mormorò Jack con un lungo sospiro sconsolato. — Lily, forse sarebbe meglio che tu non...

Poi guardò sua moglie e il sorriso dolce che gli rivolse fu sufficiente ad annientare tutti i fantasmi e le paure del passato. Lei aveva i capelli attaccati ai lati del volto, la pelle lucida, le gote arrossate, e appariva più stanca di quanto avrebbe creduto possibile... eppure era ancora la donna meravigliosa di sempre, la più bella, la più altruista che avesse mai conosciuto. E lui la amava come il primo giorno, e forse anche di più.

E guardò sua figlia, Suzanne Emily, il visino arrossato, paffuto sopra le piccole labbra attaccate al seno di Lily come se fosse un'ancora di salvezza, mentre con amore sua madre la sosteneva cullandola con la saggezza propria delle donne. E in quel momento, insieme alla sua famiglia, Jack fu certo di essere un uomo diverso, un uomo completo, grazie a Lily, la donna cui aveva donato tutto il suo cuore e la sua anima, e a sua figlia che, appena nata, aveva già illuminato il mondo.

- IN REVISIONE- Il bacio del Conte. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora