8. Ricordi spezzati

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Dannazione!

Richard Ferguson trascorse un intero minuto a imprecare contro sua figlia, la sua defunta moglie e quei romanzi maledetti che le avevano inculcato certe assurde idee nella testa.

Era fuggita.

Fuggita.

Battè il pugno sulla superficie del tavolo; la sua furia bastò a dissipare il dolore dalle dita. Non riusciva a tollerarlo, non era disposto. L'unica cosa a cui riuscisse a pensare era che Lord Blackwood non sarebbe affatto stato lieto di ricevere una notizia del genere. Quell'uomo non doveva venire a conoscenza della fuga di sua figlia.

"Puddleton!" sibilò a voce abbastanza alta e graffiante, affinché il valletto riuscisse a sentirlo anche dal retro della porta dello studio. Lentamente, la testa tremante dell'uomo emerse dal corridoio.

"Milord?"
"La servitù" ordinò il conte, osservando l'alba oltre la finestra mentre si torturava le dita.
— Convocate la servitù.—

Puddleton chinò il capo in un cenno di obbedienza e si richiuse la porta alle spalle.
Richard Ferguson trascorse i successivi cinque minuti a girare per lo studio, le mani intrecciate dietro la schiena, i passi decisi a dispetto dell'età.

Non la passerai liscia, pensò mentre spalancava l'anta della libreria e afferrava la bottiglia di whisky che teneva nascosta da quando sua moglie era morta. Da circa dieci anni, ormai, affogava il dispiacere nell'alcol, per evitare che quel dolore che lo consumava giorno dopo giorno, ma che non aveva mai mostrato a nessuno, si palesasse. Lo avrebbe identificato come un debole e un uomo del suo rango non si lasciava piegare dalla morte. Mai.
"Non dovevi andartene, Emily. Non ho mai pregato davvero perché te ne andassi."
Richard lo aveva ripetuto molte volte dopo che sua moglie era morta, per molto tempo e ancora adesso il fantasma di quel dolore, del senso di colpa, fluttuava intorno a lui e permeava ogni angolo della casa. Se Emily fosse rimasta in vita, Lilly non sarebbe mai fuggita. Forse sarebbe stato tutto diverso. Forse sua figlia avrebbe addirittura imparato a volergli bene. Ma Richard Ferguson sapeva molto bene di essere stato una delle cause che avevano spinto sua moglie alla morte, oltre la malattia. Lui non aveva saputo amarla. Pensare all'amore gli scombussolava i pensieri, perché non aveva mai prestato fede a un sentimento simile. Eppure... Se non avesse commesso tanti errori all'interno del suo matrimonio, non poteva fare a meno di credere che la sua vita sarebbe andata diversamente. E Lilly sarebbe stata di nuovo con lui.

Stappò la bottiglia e mando giù il contenuto rimasto in un solo sorso. Il liquido gli incendiò la gola, ma era abituato e perciò non lo sentì nemmeno; l'unica cosa che percepì fu il calore all'interno del suo grembo, non appena ingoiò il whisky.
Alcuni istanti dopo, si udì il rumore dei colpi alla porta. Sollevò la testa, riponendo la bottiglia al suo posto e richiuse lo sportello.

"Entrate."
La prima ad entrare fu la cuoca, in carne e con la leggera gobba, come l'aveva sempre ricordata: anche quando l'aveva presa al suo servizio quella protuberanza spuntava dalle sue spalle, era stata la prima cosa che aveva notato.
A seguire c'era la ragazza, Lucy, poco più giovane di Lily. Tremava, com'era comprensibile. Il padrone non aveva mai convocato la servitù in tanta rapidità e con tale fretta.

Poi entrarono i due stallieri, a capo chino e con gli abiti sgualciti e impolverati, com'era giusto che fosse. Erano quelli con cui aveva più familiarità, ne rimanevano altri ma erano disparsi per il castello e di sicuro non gli sarebbero stati di alcuna utilità.

Fece segno a Puddleton di lasciare la stanza e, quando la porta si fu richiusa, piantò i suoi gelidi occhi chiari su di loro, passandoli in rassegna uno a uno.

"Mia figlia, la contessina Lily" cominciò, con voce graffiante. "È fuggita."

A quelle parole vide la figlia della cuoca trasalire. Inarcò un sopracciglio, avvicinandosi di un passo.
"Tu." Una smorfia gli torse le labbra. "Tu sai qualcosa."
La ragazza emise un singulto, mentre la mano di sua madre si stringeva nella sua. Tentava di calmarla, pensò il conte.

"Io n-non so... niente, signore... "
"Tu non sai... " ripeté lui con studiata lentezza. Le sorrise, un sorriso cinico, sprezzante, e poi le sollevò il mento con la mano.

"Parla."
"Signore... " intervenne la cuoca con un'eccessiva veemenza.
"Lei non sa niente... davvero."
Richard puntò lo sguardo su di lei, beffardo, e la squadrò accigliandosi.

"Quindi deduco che tu, invece, sappia dov'è mia figlia."
La vide sgranare gli occhi, per poi tornare ad assumere un'espressione tranquilla. Scosse la testa, senza proferire parola.
"Mi sto stancando" sibilò il conte, aggirando i servi e osservando le loro schiene, mentre si muoveva altezzoso.

"Lily non può esser fuggita senza l'aiuto di qualcuno, e quel qualcuno vive in questo castello. Per cui so" enfatizzò l'ultima parola, "che siete stati  voi. Se parlate adesso, la vostra punizione non sarà troppo severa."

Nessuno parlò, nessuno si mosse. Richard emise un sospiro spazientito, fermandosi di fronte a loro e dandogli le spalle.

"Vi do un'ultima opportunità" decretò con criterio. "Avete un giorno, uno soltanto. Se entro questo lasso di tempo nessuno di voi si sarà presentato da me con le informazioni che mi aspetto, sarete licenziati. Tutti quanti. Nessuna eccezione."

Ci fu un brusìo sommesso dietro di lui, ma il conte lo ignorò. Poi si voltò verso Lucy, che teneva il capo abbassato sul pavimento, scossa dalla paura.

"E a te, inoltre" minacciò sadicamente, obbligandola a guardarlo, "riserverò una punizione che non immagini nemmeno."

Suzanne, la cuoca, emise un respiro strozzato. Richard sapeva che cosa stava pensando e cosa avrebbe fatto se non fosse stata una semplice serva, e la cosa lo divertiva. Ma non poteva permettersi il divertimento in quella situazione. Doveva trovare sua figlia, doveva trovarla per rimetterla in riga, affinché capisse cosa non era disposto a tollerare, che l'autorità di un conte non doveva mai essere contestata. Lily Ferguson avrebbe rispettato il volere di suo padre, pagandone le conseguenze come non immaginava neanche.

E quando l'avesse riportata a casa, pensò suo padre scrutando il paesaggio al di là della finestra, le avrebbe dimostrato chi era davvero Richard Ferguson.

- IN REVISIONE- Il bacio del Conte. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora