EPILOGO

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Kirkthon Castle, undici anni dopo.

— ... Una festa bellissima, con musica e tanto cibo — stava dicendo la ragazzina di dieci anni, mentre addentava una mela e, con gli occhi scuri brillanti, fissava la sorellina più piccola di tre anni correre in mezzo al prato.
— Quanta musica vuoi, Susie? — le chiese sua madre ridendo.
Suzanne Sanders sorrise allegramente. — Tutta quella che c'è.
— Dovremo chiamare tutti i menestrelli del paese, in questo caso — scherzò Lily, dandole un buffetto sul naso.
— Voglio organizzare a Claire la festa di compleanno più bella del mondo.

Suzanne annuì, tornando a rivolgere la sua attenzione a Claire, la sorellina di quasi sette anni. Correva tra i fili d'erba che le arrivavano quasi alle ginocchia dalle gambe paffute, inseguita da Ewan, il ragazzino di nove anni per cui aveva sviluppato un affetto quasi fraterno. Suzanne non aveva mai invidiato la bellezza innocente di sua sorella, anzi la ammirava: piccolina, dai capelli scuri e gli occhioni verdi, Claire era l'esatta reincarnazione di una principessa delle favole. Al contrario, Suzanne era alta, con i capelli biondi e gli occhi scuri ereditati da suo padre. Suzanne amava suo padre, soprattutto quando la prendeva sulle spalle e insieme correvano contro il vento, e poi sui cavalli. Sua figlia si sentiva libera, felice. Avrebbe voluto che sua sorella si divertisse come lei, ma era ancora troppo piccola.

Jack arrivò alle spalle di Lily e le diede un bacio sui capelli, poi si stese accanto a lei e rifilò un'occhiata di scherzoso ammonimento a Suzanne.
— Quante volte ti ho detto di masticare a bocca chiusa, Susie?
Ma non c'era traccia di alcun vero rimprovero nella voce di suo padre. Lily rise, e così fece sua figlia, mentre Helena Karnan li raggiungeva sotto il frutteto, accompagnata dal marito Edwin.

— Quei due finiranno per sposarsi, prima o poi — scherzò la guaritrice ammiccando in direzione dei due bambini che giocavano a rincorrersi.
— Probabilmente — le fece eco suo marito, porgendo a Jack un boccale di birra.
— E probabilmente sarà uno dei matrimoni migliori di questo paese — si accodò Jack, prendendo la birra con un sorriso.
Lily gli rifilò una piccola spinta sulla spalla, fingendosi offesa. — Dopo il nostro — precisò, baciandola teneramente sulle labbra.
— E il nostro — aggiunse Helena, stringendosi al fianco di Edwin.
— Gli adulti sono così sdolcinati! — si lamentò la piccola Suzanne, alzandosi in piedi e finendo di mangiare la mela mentre correva verso sua sorella e il piccolo Ewan.

Jack, Lily, Helena e Edwin scoppiarono a ridere. La brezza estiva di quel pomeriggio scompigliava i capelli, che entrambe le donne avevano scelto di portare sciolti. Jack accarezzò una ciocca bionda e la strinse delicatamente tra le dita, facendo in modo che sua moglie si sporgesse verso di lui e lo deliziasse con un altro bacio.

— Ti amo, Jack — sussurrò lei sulle sue labbra, appoggiando la testa sulla spalla di lui.
— Anch'io. E non sono mai stato così sincero prima di incontrarti.
— Tutte le volte che vi vedo baciare mi ricordo il giorno del vostro matrimonio — commentò Edwin con un sorriso, baciando poi Helena sulle labbra.
— Sempre così appiccicati e... sdolcinati... e...
— Edwin! — lo rimbeccò sua moglie con una gomitata nel fianco.

Lily rise, mentre osservava Suzanne, Claire e Ewan rincorrersi. Le sue figlie stavano pian piano scoprendo il mondo, ignare dei pericoli che questo nascondeva. Tuttavia, lei sapeva che non avevano paura di nulla. Un giorno avrebbero dato del filo da torcere ai giovanotti che avessero avuto l'audacia di corteggiarle. A quel pensiero sorrise. Prima di loro, quei giovanotti avrebbero dovuto affrontare il loro padre; Jack non avrebbe permesso a nessuno di ferire le sue piccole guerriere.

Helena richiamò all'ordine suo figlio Ewan, che si stava ora rotolando nell'erba con Claire mentre Suzanne rideva di gusto.
Lei e Edwin corsero ridendo verso i bambini, lasciando soli Jack e Lily.

— Pensi mai a come sarebbe stata la tua vita se avessi sposato Edward Blackwood? — le domandò Jack, appoggiandole il mento sulla spalla.
Lily si girò tra le sue braccia e gli prese il volto tra le mani, perdendosi in quegli occhi di cui era perdutamente innamorata da anni.
— No — gli rispose accarezzandogli la guancia ispida di barba. Stava ricrescendo e le sue dita fremettero al contatto con quella ruvidezza.
— No, perché non ho mai pensato realmente di sposarlo. Non potevo sposare qualcun altro quando ero completamente — gli sfiorò il mento con le labbra, — follemente — gli baciò l'angolo della bocca, — perdutamente innamorata di Jack Sanders — concluse prendendo possesso della sua bocca.
— Sei tutta la mia vita, Lily — mormorò Jack quando si furono allontanati e, insieme, dedicarono uno sguardo colmo d'amore alle loro figlie. — Tu, Suzanne e Claire. Tutto ciò che non avrei mai sperato di avere. Tutto ciò che amo.

Lily sorrise, mentre all'orizzonte le prime luci cremisi del tramonto diffondevano il loro tenue chiarore. I capelli di Suzanne, così diversi da quelli della sorellina, si stagliarono contro quel sole rossastro donandole l'aspetto di una principessa guerriera. Claire rideva allegra, scherzando con Ewan, Helena e Edwin si stringevano l'uno all'altra, e lei pensò che quella scena, che si ripeteva ormai da anni, fosse il regalo più grande del mondo.

Era la sua famiglia, in cui riponeva tutto l'amore di una moglie, di una madre, di un'amica. Dopo tanti anni di soprusi e ingiustizie, accanto a suo marito, alle sue figlie e alla guaritrice a cui mai — mai — avrebbe pensato di potersi affezionare, Lily Ferguson aveva trovato la sua casa.
E non aveva bisogno di nessun altro per essere felice. Né ora, né mai.

Fine .

- IN REVISIONE- Il bacio del Conte. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora