Capitolo Primo

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||The Vampire Dark Side||

Capitolo primo

BREE'S POV

La luce che proveniva dalla finestra della mia camera mi fece lentamente svegliare, di mala voglia. Controllai l'ora, girando la testa verso il comodino in parte a me, dove era poggiata la sveglia. Mi sedetti con la schiena appoggiata al muro, le coperte calde del letto mi stavano ancora scaldando, mentre osservavo la mia stanza, o quello che ormai era, con tutti gli scatoloni pronti al trasloco. Già, mi sarei trasferita, anche se non volevo, i miei genitori mi avevano obbligata a venire qui tre anni fa, e ora che cominciavo a stare davvero bene loro cosa fanno? Mi obbligano ad andare via, non li capisco proprio. Questo posto mi sarebbe davvero mancato, ma come dice sempre mio padre, non devo affezionarmi ai luoghi, agli oggetti materiali, alle persone, perché con il suo lavoro non saremmo mai rimasti tanto in una città.

Oggi, per me, sarebbe stato l'ultimo giorno a New York, sarei andata a scuola, come tutti i giorni del resto, avrei salutato i miei compagni, e avrei sopratutto lasciato qui, in questa città, Jennifer, la mia migliore amica. Non volevo lasciarla, ma per mia fortuna, i miei genitori e i suoi si erano accordati per farla venire da noi una volta al mese, era davvero pochissimo, ma mi ci sarei anche abituata in fondo.

"Tesoro, sei sveglia? Devi andare a scuola."

Disse dolcemente mia mamma, aprendo lentamente la porta per paura di fare troppo rumore.

Mia mamma e mio papà litigavano spesso quando si trattava di me e dei traslochi, mia mamma era stata la prima a dire che dovevamo rimanere qui ancora un po' di tempo, ma il lavoro di papà chiamava, come sempre. Mio padre metteva al primo posto il lavoro, le regole, ma quando si trattava di me, non si ricordava nemmeno del mio compleanno. Non c'è praticamente mai stato, se non fisicamente. Per questo da un po' di tempo ho imparato a convivere soltanto con la parte presente di mio padre.

"Si, mamma, sono sveglia."

Dissi per rassicurarla e avvisarla che mi ero svegliata. La cosa che mi spaventava di più del trasloco non era tanto non fare amici, perché non ne ho mai avuti molti, soprattutto perché non mi era praticamente possibile affezionarmici, ma bensì il posto, la città, in cui andavamo ad abitare. Se il posto non mi piaceva era difficile ambientarsi.

Mia mamma annuii, avendo capito che ero sveglia. Non avevo proprio voglia di alzarmi, anche se sarei dovuta andare a scuola a salutare tutti, ma questo al momento poco importava.

Mi sdraiai ancora sul letto, osservando il soffitto e pensando a come sarebbe stata Londra, tutti dicevano che era una bella città, le persone erano accoglienti e simpatiche, insomma dava l'impressione di essere una città modello, e speravo veramente che fosse così.

Spostai lo sguardo verso la finestra, stava piovendo, ecco una cosa che non mi sarebbe mancata di New York, il tempo. Qui non c'erano molte giornate senza nuvole, ma quelle poche cercavo sempre di godermele al massimo.

Decisi finalmente di alzarmi da quel comodissimo letto, su cui ho dormito per ben tre anni, un record direi. Camminai come uno zombie fino agli abiti che mi sarei dovuto mettere oggi, cercando di non inciampare in qualche scatolone rischiando di rompere qualcosa, finché non mi imbattei in uno scatolone con su scritto fragile in grassetto, di color rosso. Rilessi alcune volte quella parola, pensando seriamente al fatto di farmela tatuare in fronte, forse così avrebbero maneggiato il mio cuore e i miei sentimenti con cura, ma quasi nessuno pensa alle conseguenze prima di agire. Scossi la testa, scacciando quei pensieri e prendendo i miei vestiti per poi appoggiarli delicatamente sulla sedia della scrivania. Mi stiracchiai un po', prima di andare verso il bagno, ma per mia sfortuna mio fratello Jake lo aveva già occupato. Decisi di andare a quello di sotto, almeno in questo modo non avrei fatto tardi anche l'ultimo giorno di scuola. Scesi lentamente le scale, che scricchiolavano ogni volta che mettevo piedi sul gradino successivo. Ecco una seconda cosa che non mi sarebbe mancata di questa casa, le scale scricchiolanti, ricordo che i primi tempi in cui eravamo venuti qui avevo il terrore che ci fosse qualcuno in salotto.

❋❋❋❋

Tornai su in camera correndo, era tardi ed ero rimasta troppo tempo in bagno. Aprii la porta velocemente, per poi richiudermela alle spalle con il piede, presi i vestiti dalla sedia, cambiandomi in fretta e furia e prendendo il mio zaino lilla, vicino al letto.

"Ciao, ci vediamo oggi pomeriggio."

Dissi ad alta voce, in modo che tutti mi sentissero. Presi la mia felpa pesante dall'attacca panni che c'era all'ingresso. Owh, mi stavo quasi dimenticando il regalo di Jennifer.

Avevo messo da parte alcuni risparmi, sopratutto paghette mensili o settimanali, per comprarle qualcosina, alla fine optai per un braccialettino in oro, con sopra inciso il suo nome, era costato un bel po' ma secondo me ne valeva davvero la pena. Presi anche il cappello di mio fratello, che usavo più io che lui, controllandomi allo specchio prima di uscire.

"Mi raccomando, arriva in tempo, alle sei e mezza abbiamo l'aereo. Non arrivare in ritardo come al tuo solito!"

Mi gridò mia mamma dal piano superiore, poco prima che uscissi di casa. Sbaglio o l'ultima frase doveva suonare come una specie di rimprovero al fatto che sono una ritardataria? Pazienza.

Mi incamminai lungo la strada che sembrava deserta, ma purtroppo era l'unica che da casa mia portava direttamente alla scuola.

The Vampire Dark Side - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora