||The Vampire Dark Side||
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Quello che stavo per fare era una completa pazzia, anzi, una gran cazzata, una di quelle con la 'C' maiuscola, ma al momento era l'idea migliore che avevo. Sferrai un calcio nelle parti intime di Zayn, vedendo il ragazzo che era davanti a me, accasciarsi piano piano a terra dal dolore. Allora ce l'hai pure tu un punto debole, brutto bastardo che non sei altro.
Mi tirai su i pantaloni in fretta e furia, recuperando lo zaino e cominciando a correre verso la luce che proveniva dalla fine del vicolo buio. Corsi come non mai, mi mancava già il fiato ma non me ne importava niente, quello che volevo in quel momento era andare via da lui, da questo posto. Una volta fuori, mi girai, continuando a correre, per assicurarmi che quello psicopatico, assassino, stupratore, ragazzino isterico in astinenza, chiamatelo come volete, non mi stesse seguendo. E per mia fortuna non fu così. Corsi fino a perdere l'orientamento. Per questa volta ero riuscita a scappare ma sapevo, che non mi avrebbe lasciato andare tanto facilmente e io non mi sarei fatta prendere tanto facilmente come credeva.
Un dolore improvviso mi colse al ventre, costringendomi a fermarmi qualche secondo per calmarmi. Succedeva sempre quando correvo troppo, era un mio difetto. Appena rientrai in me stessa, ricominciai a correre piegata in due dal dolore e per evitare che LUI mi potesse scorgere. Il punto dolorante era lo stesso del mio incubo, già, quell'incubo che tanto mi stava tormentando.
In un secondo mi trovai in una zona della città che non conoscevo. I palazzi erano alti e fatiscenti, e sembrava improvvisamente come se io fossi l'unica ragazza in giro. Gli sguardi troppo interessati da un gruppo di ragazzi appoggiati ad una macchina senza targa e priva di ruote, mi indussero a prendere una stradina laterale. Ora non stavo più correndo, stavo semplicemente camminando, anche perché il dolore non me lo permetteva. Da qui cominciai un itinerario tortuoso, guidata dalla paura e dal dolore. Alla fine mi infilai in un palazzo in abbandono, sedendomi nell'unico angolo non invaso dall'immondizia. Mi appoggiai alla parete, piena di vecchi graffiti schiariti con il tempo, il mio istinto mi diceva di proteggermi le spalle.
Istintivamente mi toccai le guance, per poi guardare le dita. Erano ancora bagnate dalle lacrime, e il trucco era colato tutto, potevo benissimo vederlo dal nero che avevo suo polpastrelli. Sentii qualcosa di caldo scorrermi sulle guance, e solamente a quel punto realizzai di star piangendo. Senza un motivo sorrisi malinconicamente, che stupida ero stata a non pregare Luke di accompagnarmi a scuola. Dopo poco, notando che le lacrime scendevano contro il mio volere, mi liberai in un pianto isterico. Avevo appena assimilato cosa sarebbe successo se non fossi scappata: Zayn mi avrebbe violentata e poi mi avrebbe uccisa.
Ormai le lacrime erano cessate, erano asciutte sulle guance. Una folata di vento mi spinse a stringermi nelle spalle, provocandomi dei brividi lungo le braccia. In quel momento mi accorsi di non essere sola, intravidi una figura che mi fissava appoggiata al muro grigio."P-per favore lasciami stare, chiunque t-tu s-sia..."
Balbettai tra i singhiozzi. Delle lacrime si riversarono sulle mie guance, avevo paura che fosse ancora lui. Avevo paura che se fosse stato così, questa volta non ce l'avrei mai fatta. La figura si avvicinò a me, velocemente. Con la poca luce presente potevo capire che non si trattava di Zayn. Per mia fortuna.
"Bree... Sei tu?"
Mi richiamò una voce fin troppo famigliare. Alzai lo sguardo verso il ragazzo che si stava avvicinando, alzandomi da terra. Appena mi alzai un capogiro mi colpii, obbligandomi ad aggrapparmi a qualcosa.
"A-Ash, sei davvero tu?"
Chiesi, non appena il ragazzo si avvicinò a me. Ora eravamo praticamente di fronte. Una lacrima scese nuovamente dal mio occhio sinistro, ma questa volta di gioia. Ero salva, cazzo sì! Corsi con tutte le mie forze ad abbracciarlo, attaccando le mie braccia al suo collo. Lo strinsi di più, vedendo che non ricambiava. Ma che stava succedendo?
Qualche secondo la mia vista si appannò, cominciai a vedere tutto sfocato e un bruciore pulsava all'altezza dello sterno. Abbassai lentamente lo sguardo verso la mia pancia, staccandomi da Ashton. La mia maglietta era tagliata ed era tutta rossa, potevo benissimo vedere un taglio enorme nel punto dolorante. Appena metabolizzai tutto misi una mano sulla ferita, cercando di fermare il sangue che continuava ad uscire. Alzai lo sguardo verso quello che doveva essere il mio migliore amico, notando un ghigno compiaciuto sul suo volto. Spostai lo sguardo sulle sue mani, erano piene di sangue, il mio sangue, e teneva stretto tra le dita un coltello.
Quello che doveva essere il mio migliore amico mi aveva appena accoltellata, Dio da solo perché.
Non avevo più forze, un secondo dopo caddi a terra, vedendo tutto che cominciava a scomparire, diventando una distesa nera."Così impari, troietta."
Quella voce, non era quella di Ash. Ma adesso ero troppo stanca per pensarci, avevo sonno. Un tremendo sonno, non riuscivo a tenere aperti gli occhi, così li chiusi.
✽✽✽✽
"Dottore cazzo, si riprenderà!?"
Sentii una voce gridare. Non capivo chi era, non avevo ancora la forza di aprire gli occhi. Ma cosa era successo? Mi trovavo in un ospedale? Provai a ricordare ma tutto fu inutile, più mi sforzavo più aumentava il mal di testa improvviso.
"Prima di tutto si tranquillizzi, la signorina Tunner fortunatamente sta bene. Se il taglio fosse stato più profondo, non ce l'avrebbe sicuramente fatta. Quindi si consideri un ragazzo fortunato ad averla ancora con sè."
Sentii. Di quale taglio stavano parlando? Mi decisi con mio grande sforzo di aprire gli occhi, tanto prima o poi avrei dovuto aprirli comunque, quindi tanto valeva farlo adesso.
Appena aprii gli occhi vidi tutti bianco, la stanza era tutta bianca, e attaccati a me c'erano dei tubicini. Ok era ovvio, mi trovavo in una stanza d'ospedale. In un angolino notai Luke con la testa fra le mani, mente davanti alla porta c'erano Ashton e un medico, troppo intenti a parlare per accorgersi che ero sveglia."B-Bree... Cazzo sto sognando? Porca puttana sei sveglia!?"
Quasi urlò Luke, con le lacrime agli occhi, mentre si alzava da una poltroncina rossa e veniva a passi scelto verso di me. Quasi corredo. Appena arrivò mi strinse in un forte abbraccio, uno di quelli che ti spaccando le costole. Sorrisi, ma subito quel sorriso si tramutò in una smorfia di dolore non appena sentii una fitta alla pancia. Solo in quel momento mi ricordai tutto, tutto quanto. Zayn che volevo violentarmi e uccidermi e... Ashton che mi aveva accoltellata. Mi irrigidii immediatamente. Non poteva essere vero, stavo sicuramente sognando. Eppure adesso ero qui, in una camera d'ospedale. Non appena Luke si staccò, spostai frettolosamente lo sguardo su Ashton, che stava piangendo. Incominciai a tremare e qualche lacrima mi solcarono le guance.
"Tu..."
Sussurrai, non intendendo spostare lo sguardo dagli occhi di Ashton. Come aveva potuto il mio migliore amico accoltellarmi? Come cazzo aveva potuto!?
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Hei ragasse bele, scusate l'enorme ritardo del capitolo, mi dispiace ma ultimamente ho un sacco di compiti e le ultime verifiche, dato che tra meno di un mese finisce la scuola. EVVAI! Ok, basta.
Detto questo, che ne dite del capitolo? È complicato da capire ma tranquille, più avanti Bree capirà cosa è successo e perché 'Ash' l'ha accoltellata, e lo scoprirete anche voi con lei.
Poi, sappiate che la coppia Luke-Bree è stata ufficialmente battezzata come... Rullo di tamburi... Bruke! E io sinceramente li shippo moltissimo, anche se sono l'autrice della storia ahah
Per il prossimo capitolo invece avevo pensato di arrivare a:
-40.5 K
-40 commenti per questo capitolo.
Dato che nel precedente siamo arrivate a 102 e che questo è il trentesimo capitolo 😍 grazie mille!
Siete le migliori lettrici del mondo e...
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...vi amooooooo ❤️😂
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The Vampire Dark Side - Luke Hemmings
FanfictionNon mi sono innamorata di lui perché mi faceva ridere, tutti i miei amici ne sono capaci. Io mi sono innamorata di lui perché mi faceva perdere la pazienza con la stessa velocità con la quale riusciva sempre a farsi perdonare, in un modo o nell'altr...