Chapter 12.

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Dal capitolo precedente..

Strinsi le mani nella felpa che avevo appena preso, e cercando di trattare il fiato e il magone, corsi verso il bagno, mentre la mia mente ripeteva 'parole sbagliate nel momento sbagliato Harry'.

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Erano ormai le tre di pomeriggio, e a pranzo non avevo mangiato.
Stavo camminando nel corridoio del pian terreno, verso la segreteria, come miss Morgan mi aveva chiesto di andare la mattina stessa.

Ripensai al pranzo, e a come avessi sentito il mio stomaco chiudersi quando avevo ingoiato il primo boccone. Sentii la nausea anche al solo ricordo.
Harry era sembrato distaccato e disinteressato a ciò, per fortuna. Anche se alla fine mi aveva chiesto se volessi qualcos'altro, visto che l'unica cosa che avevo fatto in quei dieci minuti era guardare il piatto.
Ma il problema non era quel cibo, il problema era il cibo in generale.

Smisi di pensare quando arrivai alla porta della segreteria, sicuramente Miss Morgan doveva essere li.
Bussai con molta leggerezza, per paura di disturbare, o interrompere qualche conversazione.
Sentii un sonoro e acuto 'avanti' provenire dall'interno, così aprii la porta e quasi mi tuffai dentro sentendo come la temperatura fosse molto più elevata al suo interno.

"Oh, signorina Claire! Come si sente?"
Guardai la vecchia signora, seduta alla scrivania, che quasi mi meravigliai nel vedere in ordine.

"Bene" non stavo affatto bene, e questo era chiaro come che la terra è rotonda. Eppure sembrava fingere così bene di crederci. Mi guardava annuendo, come se pensasse che non sapessi di aver due scure occhiaie, dei capelli arruffati in uno chignon malfatto e il corpo tremante dalla stanchezza.

"Bene, molto bene allora." Sorrise, per poi continuare. "L'ospedale mi ha chiamato, mi ha detto che gli esami sono tutti a posto".
Me n'ero completamente dimenticata degli esami a cui mi avevano sottoposto per due interi giorni nell'ospedale di Londra.

Ripensai a quei giorni, i primi due giorni passati fuori da quel posto.
Ricordai lo sguardo delle infermiere, quando passavano davanti alla mia stanza. Era evidente la pena che provavano per me, attaccata a quelle due schifose flebo ripiene di chissà quanti calmanti, che tentavano disperatamente di farmi smettere di tremare dalla paura.
Quelle immagini nella mia testa mi fecero rivoltare lo stomaco.
E tutto ciò era successo solo una settimana prima, sembrava impossibile, incredibile. Sembrava di essere in un film. Un film horror.

"Comunque, l'ho fatta venire qui per dirle che una psicologa la seguirà. Avevo intenzione di farlo personalmente, ma sfortunatamente non ho tempo libero, sopratutto in questo momento.." Avevo smesso di ascoltare le sue parole a metà discorso. Non volevo, non avevo intenzione di parlare con una psicologa. Io non ne avevo bisogno, non ero malata. Non ero pazza, e continuavo a ripetermelo mentalmente.

"Io non-" mi interruppe, alzando una mano, in segno di tacere. Poi sorrise, un sorriso dolce, quasi rassicurante. Ma non stava funzionando. Non mi sentivo affatto meglio dopo quel sorriso. Anzi, avevo voglia di urlare, scappare, correre via di li, o uccidermi. Non c'è la facevo più, tutto quello che stava succedendo era troppo, davvero troppo opprimente. Avevo bisogno di tutto ciò che ormai non potevo più avere. Come una madre, una famiglia, una casa, una vita. Una vera vita.

"Signorina Claire, si fidi, conosco la Signora Rowell, è una bravissima psicologa" scrollai la testa a quelle parole, e feci qualche passo indietro. Tenevo le mani unite tra loro, sul mio grembo, mentre mente e corpo stavano letteralmente andando a pezzi.

Don't be afraid. || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora