Mi riavvicinai a lei, mentre mi guardò. Sembrava spaventata, e capii perché: stavo piangendo, e non poco. "È tutta colpa mia, mi spiace, sono un mostro" dissi troppo velocemente, sperando non pensasse di me quel che io stesso pensavo. Non reagì al mio avvicinamento, ma continuò a guardarmi, come se quel che stesse vedendo non fosse reale. Come se non fosse possibile. "Non piangere ti prego" sussurrò, tornando anche lei a farlo. Mi chinai su di lei, mettendo le mie braccia intorno al suo collo, e la strinsi a me. Sapevo che non avrebbe potuto farlo, un po' per odio, un po' per il dolore alle sue braccia, ma non mi importava.
"Se non ti amassi così tanto, piangerei per te? Mi hai già visto piangere? Ecco la prova" dissi tutto di un fiato, mentre le lacrime mi offuscavano sempre di più la vista.—
Ero coricato al suo fianco nel letto. Avevo ormai smesso di piangere da ore, e avevamo mangiato, in silenzio. Sembrava aver capito che le mie intenzioni non erano negative, ma qualcosa mi diceva che con il suo passato, e con la giornata che avevo vissuto, le sue paure sarebbero restate per un po' di tempo.
Le luci filtravano tra la tapparella, finendo sopra di lei. Sembrava stanca, ma non abbastanza dal dormire. Aggrottai la fronte, cercando di capire a cosa pensasse, ma non potevo entrare nella sua mente, e un po' mi distruggeva. Mi guardò per alcuni secondi, e le sorrisi dolcemente, ricevendo lo stesso in cambio. Il mio cuore rilasciò un po' la pressione della paura, ma non abbastanza da non sentirmi un coglione.
Portai la mano sulla sua guancia, pensando che sicuramente non l'avrebbe accettata, invece non disse niente, solo socchiuse gli occhi al mio gesto. Respirai profondamente, carezzandole il viso, morbido come la pelle di un bambino.
"Sei l'unica, a farmi stare così" sussurrai, passando le dita tra i suoi capelli, formando delle strisce. "Intendi da schifo?" Ridacchiò, e io la seguii nel ridere. "No, che stupida che sei a pensarlo." Feci il muso, facendole spostare il viso più vicino al mio, come non poteva vedermi bene al buio."Aspetta, mi fai il broncio? Dovrei fartelo io." Sbuffò ritornando coricata in un secondo.
Mi girai verso di lei, tornando a guardarla, e poi sorrisi, vedendo il suo sguardo. Gli occhi le brillavano grazie a quella poca luce dei lampioni fuori dalla finestra. Sembrava un angelo, il più bello di tutti.
"Hai ragione" mormorai, tra i mille pensieri che mi gironzolavano in testa. "In realtà non lo so, se ho ragione" rispose con la mia stessa tonalità. Non capii. "Non so se ne ho il diritto, di reagire così, perché non so se siamo qualcosa, tipo, se per te vuol dire che ehm-"
Non la lasciai finire, perché sapevo quali fossero i suoi dubbi.Non ero mai davvero stato con qualcuno prima, e non sapevo esattamente cosa portasse a fare, ma sapevo che i miei sentimenti per lei erano diventati troppo forti dall'accontentarmi di qualche bacio rubato ogni tanto. Volevo qualcosa di più. Volevo poterla abbracciare ogni notte, per tutta la mia vita. Il mio desiderio più grande era di proteggerla, appartenerle, e che lei mi appartenesse.
"Hai ragione." Sorrisi, guardandola negli occhi.
"È normale che tu abbia questi dubbi, ma voglio chiarirgli" dissi. Vidi i suoi occhi riempirsi di paura, e prima che potesse pensare qualcosa che non pensavo neanche lontanamente, continuai.
"Vorrei che tu fossi la mia ragazza, se anche tu lo vuoi."Mi guadò per qualche secondo, come se pensasse di aver capito male.
"Non sai in che casino ti stai mettendo." Rispose, ma vidi una scintilla nei suoi occhi, come se una parte di lei, nascosta dietro i dubbi, le dicesse che era anche quello che anche lei voleva.
"Non mi importa del casino, perché nella mia vita ne ho già avuti tanti. E se devo averne uno di più, ma che mi porta così tanta dolcezza e amore come lo fai tu, non mi dispiacerebbe per niente." Vidi il suo viso sciogliersi, come se avessi detto la parola magica per rompere un sortilegio malefico. "Perché me?" Sussurrò, guardando verso la luce della tapparella.
"C'è una ragione all'amore?" Chiesi, richiamando la sua attenzione. Scosse la testa.
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Don't be afraid. || h.s.
FanfictionNon capiva cosa ci fosse di misterioso in quel ragazzo, e un po' la spaventava questa cosa. Non aveva idea del perché quel ragazzo fosse così freddo, non poteva capirlo. Ma solo guardandolo bene negli occhi, di quello smeraldo così intenso, capì c...