Chapter 1.

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Trascinai per tutti i corridoi di quel posto le mie valigie colme di ricordi del passato. Ad ogni passo tremavo sempre di più. Cercavo di non pensare a niente, perché ogni cosa a cui potessi pensare aumentava il mio battito cardiaco.

Avevo appena perso tutto, tutto ciò che mi aveva circondata, tutto ciò che mi aveva fatto del bene o del male, tutto quel che avevo era svanito in un attimo. E non sapevo se fosse una cosa positiva o negativa, sapevo solo che avrei dovuto rifarmi una vita, una nuova vita. Ma solo quel pensiero mi provocava un attacco d'ansia, come il cuore che accelerava a mille e il tremolio alle gambe.

Una voce stridula mi fece gelare il sangue e, cercando di smettere di tremare, mi girai.

" lei dev'essere la nuova! "

Mi trovai a qualche metro una signora sulla mezza età, bassa e goffa, che mi guardava con aria dolce.

Le parole non mi uscivano dalla bocca, avevo solo voglia di cadere in un buco, e sprofondare nel dolore che in quel momento mi assaliva.

La voglia di piangere aumentava ad ogni passo che faceva verso di me, e il nodo alla gola ormai era diventato uno di quei nodi che usano ad arrampicata.. Uno di quelli forti e difficili da snodare.

La signora era ancora li ad aspettare la mia risposta, ed io come una stupida fissavo il pavimento, continuando a tremare e a sorreggere il peso di quelle valigie.

Decisi di annuire, come sapevo che parlare sarebbe stato invano, e che probabilmente avrei soltanto detto una frase senza senso, o avrei parlato così piano che neanche se fosse stata ad un centimetro da me mi avrebbe sentita.

Una leggera aria mi scompiglió i capelli, e girandomi dalla parte da cui l'aria si era introdotta vidi una finestra aperta. La signora, vedendomi concentrata su quella finestra che portava a chissà quale posto, andó a chiuderla.

" non vorrei che la signorina-alzó gli occhi al cielo per cercare nella sua memoria il mio nome e cognome- la signorina Claire Grey si ammali appena arrivata"

Non avrei mai capito come una signora che viveva in questo posto da così tanto tempo, potesse essere così sorridente da irradiare di gioia, o almeno provarci, tutto quel posto. Ma lei lo stava facendo, e in quel momento non lo trovavo per niente ideale. Anzi, fuori posto oserei dire.

"Venga, che andiamo in segreteria, lì fa più caldo. Sa, qui a Londra fa sempre molto freddo." Agitó le mani per farsi capire meglio, cosa di cui non avevo bisogno.

La seguii in quell immesso posto, e mi spiegó molte cose di quell'edificio, come quand'era stato creato, il perché, e molte altre cose alla quale non prestai molto interesse.

Ogni singolo angolo di quel posto era una nuova cosa, e come una bambina di dieci anni mi piaceva analizzare tutto, anche se ormai gli avevo depassati da tempo i dieci anni.

La signora goffa, che dopo un po' si presentó come 'Miss Morgan', mi spiegó altre cose di quel posto. Come che c'erano solo ragazzi sopra i 14 anni, e che non erano adottabili, mi correggo.. che non eravamo adottabili. Era come una specie di grandissima famiglia, ma ognuno viveva per 'conto suo' con una o due altre persone.
Mi spiegó anche che l'unica cosa che ero obbligata a fare era andare a scuola ovviamente, e che per il resto lo avrei fatto nel mio 'appartamento', se così si poteva chiamare. Perché quella scuola era fatta ovviamente per abituare i ragazzi ad essere autonomi. Era per questo, che come mi spiegó, no c'era nessuno sotto i 14 anni.

"Credo di averle detto tutto" disse una volta davanti alla segreteria.
Le borse e valigie erano davvero pesanti, e dopo quello che mi era successo anche il peso di una mosca lo era.

Don't be afraid. || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora