Chapter 28.

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"Perché fai così, Harry? Perché sei così premuroso? Un giorno ricomincerai ad essere come prima, e mi spezzerai il cuore facendolo." Spezzò il mio dicendo quelle parole. Come poteva credere che sarei tornato ad essere il solito Harry, freddo, con lei? Non avrei mai potuto. Mi sentivo in dovere di farla sorridere, perché mi faceva star bene, perché mi sentivo vivo, per una volta. "Perché meriti che qualcuno pensi a te, per una volta".
Sembrava sconvolta dalle mie parole, come se fosse un delitto pronunciarle. Le carezzai il viso con una mano, per poi avvicinarmi ancora di più a lei, abbracciandola. La sentii sciogliersi in qualche secondo, stringendomi con paura, come se pensasse che l'avrei lasciata andare. Ma non ci pensavo neanche.

CLAIRE'S POV

Era strano essere nelle sue braccia. Sentivo più di cento emozioni nello stesso momento. Tristezza, serenità, dolore, rabbia, odio, calma, nervosismo, amore, dolcezza, inquietudine, stranezza. Amore? No, non credo sia il termine esatto. Mi sentivo amata, ma non nel senso di relazione, piuttosto protezione. Forse ero davvero importante per lui?
Riuscii a guardarlo, e vidi una luce nei suoi occhi, che mi rassicurò. Teneva a me. Mi si scaldò il cuore al pensiero.

Allora perché sentivo il bisogno di far qualcosa di sbagliato? Una parte di me voleva sentire del dolore, volevo aver male, volevo rivedere mio padre, e star male. Perché? Ero sbagliata? Qualcosa non andava in me?

Smisi di guardarlo e posai la mia testa nell'incavo del suo collo. "Facciamo un gioco?" Mi chiese. Annuii senza spostarmi, ma fu lui a farlo. "A turno facciamo una domanda, ed entrambi dobbiamo rispondere. Per conoscerci meglio." Cercai di sorridere, ma temevo delle domande. Mi coricai, guardando il soffitto, aspettando la prima domanda.
"Colore preferito?" Chiese, mettendosi nella mia stessa posizione.
"Mmh rosso" risposi, e lui subito dopo di me "marrone" lo guardai. Marrone? Non è il colore preferito di nessuno. Ridacchiai "particolare" ammisi.

"Piatto preferito?" Domandai.
"Riso allo zafferano" ridacchiò "il tuo riso allo zafferano" continuò. Mi girai verso di lui. "Davvero?". Annuì, seriamente questa volta. "Il tuo?", ci misi poco a rispondere "piselli e mandorle al curry". Sembrava che fosse invitato dalla mia proposta, perché sorrise, come se si immaginasse di averne davanti ai suoi occhi.

"Un segreto" ritornò a guardare il soffitto dicendolo. Il cuore mi sprofondò. Ne avevo troppi, e mi facevano sempre più male.
"Non so, mmh.. Non ho mai avuto un ragazzo" alle mie parole si girò di scatto, "non é vero" disse sorpreso, al che annuii. "Non ho mai avuto il coraggio di mettermi in relazione, avevo già troppi problemi."
"Perché una relazione porta solo problemi secondo te?" Mi domandò. Annuii. "Non ho voglia di farmi spezzare il cuore, è già tutto sbriciolato" cercai di ridere alle mie parole, ma mi fece male pronunciarle. "Il suo segreto ora"
"Mmh, non ho neanche io mai avuto una relazione. Sono già uscito con delle ragazze, tre. Ma tutte e tre volevano solo rapporti, e io pure. Niente amore, solo sesso." Corrugai la forte, fissando il soffitto. Harry non poteva essere così superficiale, però non era di certo un ragazzo dolce, almeno, non se il vero Harry era quello che avevo conosciuto all'inizio. "Perché volevo solo quello?" Domandai.
"Perché non volevo affezionarmi, non volevo soffrire, un po' come te." Lo guardai, ed era sincero. Mi fece male sentirgli dire quelle parole, perché forse non aveva mai più amato nessuno, dalla morte di suo fratello.

"Una paura" dissi.
Lo vidi riflettere qualche secondo. Io però avevo già la risposta, ma non sapevo se avrei avuto il coraggio di dirla ad alta voce.
"Ho paura di affezionarmi a qualcuno, ma che quel qualcuno se ne freghi di me." Deglutii. Come potrebbe essere possibile, che si affezioni a qualcuno? E come può pensare, che una persona non possa provare la stessa cosa per lui? Lo guardai. I lineamenti un po' stanchi, ma comunque perfetti. Gli occhi verso il soffitto, ma comunque pieni di luce, verdi come lo smeraldo. Insomma, chi non lo amerebbe?
Arrossii al mio stesso pensiero.
"Ho paura degli uomini, nel senso, paura di essere toccata, usata credo?" Di colpo mi guardò. La fronte corrugata.
"Ti è già successo?" Il mio cervello fuse alla domanda. Perché avevo detto quella paura? Perché a lui?
"Si" dissi solo. Non avevo il coraggio di dire altro. Si mise a sedere, e sentii il cuore entrarmi in gola.
"Non sei obbligata a dirmi niente, ma, potrebbe toglierti un gran peso di dosso, lo sai?"
Annuii, e continuai. Non so con quale coraggio.
Forse solo perché era Harry, e mi stavo affezionando a lui, contrariamente a quel che potesse pensare. "Una sera, mio padre aveva invitato dei suoi amici, ed erano tutti ubriachi. Due si erano addormentati sul divano, e mio padre era sul tappeto. Andai verso di lui per vedere se stava bene ma-" dovetti prendre un respiro profondo per continuare, ma ero sul punto di piangere. "-ma, una mano mi afferrò il braccio. E non ebbi il tempo di girarmi che un uomo, un, un amico di mio padre, mi mise l'altra mano sulla bocca. Mi obbligo ad andare nella mia stanza, e-" scossi la testa, per smettere di pensarci. "Ormai odio le persone, odio il contatto fisico, odio le mani degli uomini, odio tutto credo" nessuna lacrima rigava il mio viso, ero forse troppo arrabbiata per lasciar un'emozione uscire dal mio corpo?

Don't be afraid. || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora