Dal capitolo precedente..
Arrivammo davanti alla porta di casa. Ero stremata. Ero al limite, al limite delle mie capacità, sia fisiche che mentali.
-
"Se vuoi puoi farti la doccia, nel mentre preparo qualcosa da mangiare." Disse camminando verso la cucina, posando prima la sua maglia sullo schienale del divano.
Annuii e mi diressi verso il bagno, tenendo la testa bassa. Non sapevo perché ad un tratto sembrasse così calmo nei miei confronti, ma sapevo che prima o poi sarebbe tornato comunque come prima.
Entrai nella doccia e aprii il getto d'acqua bollente.
Cercai di non pensare, di lasciar perdere almeno per un attimo tutti quei ricordi. Di lasciar scorrere via quelle immagini nella mia testa proprio come l'acqua faceva sul mio corpo.Passarono minuti e minuti, mentre cercavo di tornare ad una temperatura corporea adeguata, ma sembrava impossibile.
Non sapevo da quanto tempo fossi lì dentro, ma non appena sentii qualcuno bussare alla porta capii che doveva essere davvero da parecchio tempo.Cercai di tenermi in piedi mentre uscivo dalla doccia, e poi avvolsi un asciugamano intorno al mio corpo, tremando dal freddo.
Era una sensazione orribile, e se non fosse per la persona che aveva bussato alla porta- che probabilmente era Harry- mi sarei rigettata sicuramente sotto l'acqua bollente."Si?" Dissi attaccata alla porta, cercando di far uscire il suono abbastanza forte da farmi sentire dalla persona che era al di fuori del bagno.
"È pronta." Disse solo, quasi borbottando. Sperai fosse solo un effetto che avevo sentito attraverso alla porta, ma infondo sapevo che probabilmente prima aveva solo avuto un attimo di pena.
Quindi forse era meglio così. Era meglio che fosse tornato freddo, perché preferivo vivere con una persona dura che con una che provava pena per me.
-Uscii dal bagno ormai vestita da una felpa grigia e dei pantaloni a righe, anch'essi ormai larghi.
Mi strofinai gli occhi vedendoci sfocato, e mi sedetti poi sul divano, notando che la televisione fosse accesa.
Non feci molto caso al programma, come sentii dei passi arrivare verso di me.
Mi girai quasi di scatto, e senza un motivo preciso sentii il cuore in gola. Mi maledissi per aver avuto paura di quel minimo rumore. Finii nel guardare Harry avvicinarsi con una scodella in mano, che mi passó senza troppi indugi.Si sedette dall'altra parte del divano, con anche lui una scodella. Sembrava preso dal programma alla televisione. Così feci di tutto per non portare ancora gli occhi verso i suoi iridi verdi e cercai di concentrarmi anche io sullo schermo. Era incredibile come la mia mente non potesse però concentrarsi per più di qualche secondo su di esso. Stavo crollando dal sonno.
"È zuppa di pollo. Cerca di finirla, ti farà bene".
Riportai l'attenzione su di lui. Però quasi non mi concentrai sul suo viso, avevo troppi pensieri per la testa.I ricordi di mia madre e della sua pizza del sabato sera fatta in casa. Me, lei e papà seduti sul divano a guardare stupidi programmi e a ridere.
Sembrava impossibile pensare di non aver più nessuno di loro.
Non eravamo una famiglia perfetta, ma non fingevamo di certo di esserlo. Quelle famiglie che all'apparenza sembrano perfette, infondo sono quelle più false. Ma noi eravamo una famiglia vera.
Continuavo a chiedermi se avrei mai più nominato la parola famiglia, o pensato a qualcun'altro che non fosse mia madre, quando avessi sentito quella parola.
Lei era il mio tutto, ed è proprio vero che si capisce quanto si ama una persona solo quando la si perde.Il mio pensiero si proiettó poi al ricordo di mio padre. Era strano come non riuscissi più a vedere mio padre per quello che era prima. Ma quello che era diventato forse era più forte di lui. E più forte di me.
Quello, e ne ero certa, non era il vero lui. Eppure non riuscivo a perdonarli quello che aveva fatto, ma allo stesso tempo lo amavo. Mi chiedevo anche come si potesse provare sentimenti così opposti, o come facessi ad amarlo ancora. Quello che provavo era giusto?
Sapevo soltanto che ero diventata qualcuno che non volevo essere, ero insicura, irrazionale, spaventata, e forse anche pazza?
Ero cambiata troppo, e mi maledico ogni secondo per questo.
Quasi mi sentii male nel pensare a quanto fossi dimagrita negli ultimi mesi.Ritornai alla realtà vedendo Harry alzarsi dal divano. Probabilmente aveva finito di mangiare.
Solo in quel momento mi ricordai della zuppa, ma con lo stomaco che mi ritrovavo in quel momento avrei preferito calpestare puntine che mangiare una qualsiasi cosa."Claire?" Disse Harry dopo essersi schiarito la voce.
Alzai lo sguardo, per incontrare ancora i suoi occhi.
Era come ricevere un colpo al cuore ogni singola volta. Era una strana sensazione. Come se guardarlo fosse sbagliato, come se avessi paura di affrontarlo, paura di sfidare il ragazzo riccio ed intelligente che mi trovavo davanti il quel momento."Cosa provi?" Quella domanda mi lasció spiazzata.
Tra una miriade di domande alla quale avrei potuto rispondere, a quella non avevo la risposta.
Era lì, in piedi davanti a me.. Capace di leggermi nel pensiero probabilmente. Non era soltanto intelligente, ma forse aveva passato anni e anni ad osservare particolari che alla gente normalmente sfuggivano.
Probabilmente sapeva più lui che io cosa provassi realmente in quel momento. Perché io non ne avevo idea.Sicuramente ero tesa, e molto stanca.
Ma cosa provavo? Non lo sapevo, non lo sapevo affatto.Guardai nuovamente il ragazzo davanti a me. Sicuramente avevo l'aria confusa, persa, perché fu lui a togliere lo sguardo dal mio, questa volta.
Apprezzai mentalmente che non mi avesse posto domande come del perché fossi ridotta così, o perché fossi in giardino quel pomeriggio.Una ciocca di capelli si tolse da dietro al mio orecchio, cadendomi davanti al viso. Ma non ci feci molto caso, soltanto feci un respiro e ancora pensai a come mi sentivo.
La testa stava letteralmente scoppiando e avevo solo voglia di dormire.
Il mio cervello non faceva altro che ricordare, e questo mandava in tilt ogni singolo muscolo o nervo del mio corpo.
Era una situazione insostenibile. E mi chiedevo come avessi potuto continuare fino a quel momento, e per quanto tempo avrei resistito prima di crollare definitivamente."Non importa" sussurró, non so se con amarezza o con tristezza. Forse solo con empatia. "Posso prenderlo, giusto?" Disse riferendosi alla scodella ancora piena. Annuii fissando un punto a caso della stanza, ed aspettai che lo prese dalle mie mani, con insicurezza- come sempre.
Quasi apprezzai quando si diresse verso la cucina, sparendo poi dietro la porta e lasciandomi sola. Sola con i miei demoni, ovviamente.
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Don't be afraid. || h.s.
FanfictionNon capiva cosa ci fosse di misterioso in quel ragazzo, e un po' la spaventava questa cosa. Non aveva idea del perché quel ragazzo fosse così freddo, non poteva capirlo. Ma solo guardandolo bene negli occhi, di quello smeraldo così intenso, capì c...