Dal capitololo precedente..
" Sei incinta? " chiesi in un sussurro.
Fece per rispondere ma poi soltanto restó in silenzio. E quello parló per se.---
Passammo la ricreazione in silenzio, mentre la gente passava velocemente nel corridoio.
Mi piaceva osservare come ognuno avesse un carattere, o uno stile diverso. Mi piaceva guardare le persone passare mentre parlavano con altri, o mente sfogliavano libri o quaderni.. O come alcuni sembrassero impegnati a cercare qualcuno, o a trovare qualcosa nel proprio armadietto." Ora abbiamo arte, due ore. Poi il lunedì è finito, per fortuna " disse con un sorriso.
La guardai per alcuni secondi, e mi meravigliai vedendo che non le importava se io sapevo il suo segreto. Forse si fidava già di me, o probabilmente aveva visto quanto io fossi sola e nel mio mondo, e forse aveva capito che avrei solo potuto raccontarlo al muro, o ad un oggetto probabilmente.Annuii. L'arte, amavo l'arte.
Adoravo tutto ciò che concerneva la pittura, il disegno, la scultura, ma anche la fotografia.
Conoscevo a memoria grandi pittori come Van Gogh, Monet, Picasso, da Vinci e Cézanne.
Ero appassionata d'arte, ma da qualche tempo avevo dimenticato le cose che amavo. Le avevo lasciate andare per concentrarmi su altre cose, più importanti forse. Come restare sani mentalmente o restare vivi, credo.La campanella suonó risvegliandomi dalla mia tempesta di pensieri, e presto mi ritrovai schiacciata tra la gente, e mentre Alex riucì ad uscirne io non ci riuscii. La vidi scomparire dietro la massa e con forza-che non avevo- cercai di spingere le persone un po' più lontane da me. Soffrivo di claustrofobia, e quella situazione mi stava soffocando. Sentii una mano prendere la mia, tirandomi fuori molto velocemente e lasciandomi finalmente respirare vera aria.
Mi girai per vedere - e ringraziare -chiunque fosse stato.
Era Liam, l'amico di Harry.
Mi ricordai della breve discussione della sera prima, ed abbassai lo sguardo, un po' intontita dalla gente e un po' intimidita dal suo sguardo e dal suo aiuto."Tutto bene?" Chiese dopo qualche secondo che guardava la gente passare.
Annuii a quella domanda, come facevo sempre.
Non sapevo come mi sentivo, forse era questione di abitudine. Di certo stavo meglio in quel momento che una settimana prima."In che classe sei?" Alzai gli occhi per incontrare i suoi.
Erano davvero belli, di un marrone così potente da poter uccidere, ma con uno sguardo così dolce da poter salvare.
Era una metafora quel ragazzo.Ripensai alla domanda che mi aveva appena posto. Ma non avevo la risposta.
Cercai con la mano che tremava, senza motivo, il foglietto nella tasca della mia felpa. Non c'era, il foglietto era scomparso.
Mi girai per cercare Alex, ma anche lei era sparita, insieme alla massa di gente nel corridoio.
Non c'era nessun'altro a parte noi due."I-io ho a-arte" dissi quelle parole alzando gli occhi al cielo per la mia dannata voce tremante.
Sorrise al mio gesto, capendo che non ce l'avevo con lui ma con il mio balbettio."Scusa" dissi scrollando leggermente la testa, e facendo uscire un leggero sbuffo dalla bocca.
Lui mi guardó, non capendo.
"Per cosa?" A me sembrava ovvio. Stavo cominciando a rovinare la vita anche ad un altra persona. E volevo limitare ogni tipo di danno, mi sentivo come la Hazel Grace della situazione. Ma lui non era il mio Augustus."È suonata è s-sei in ritardo, e ppoi la mia voce. N-on riesco a-" non finii la frase. Stavo per dirlo, ammetterlo. Non riuscivo a controllarmi. Forse stavo diventando come mio padre, senza controllo. Pazzo.
"Sta' tranquilla, non ti lascerò in mezzo al corridoio solo perché stai balbettando" rise alla fine della frase. Ma non con cattiveria, anzi, facendomi tornare il sorriso anche a me.
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Don't be afraid. || h.s.
Fiksi PenggemarNon capiva cosa ci fosse di misterioso in quel ragazzo, e un po' la spaventava questa cosa. Non aveva idea del perché quel ragazzo fosse così freddo, non poteva capirlo. Ma solo guardandolo bene negli occhi, di quello smeraldo così intenso, capì c...