Chapter 17.

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Dal capitolo precedente..

Ma dovevo sapere qualcosa, qualsiasi cosa che mi facesse capire perché Claire fosse così impaurita dal mondo, o del perché riuscisse ad essere così diversa e a trasmettere quel vuoto che nessuno mi aveva mai trasmesso.
Forse era il fatto che sembrasse così indifesa, o così piccola, che mi faceva fremere in questo modo sul sapere chi lei fosse davvero.

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Era da qualche minuto ormai che c'era silenzio nella stanza. Claire continuava a guardare la tv, girandosi solo ogni tanto verso di me, che ero ancora in piedi dietro al divano, e per vedere se fossi ancora lì. Ogni qual volta che lo faceva avrei voluto iniziare a dire qualcosa, ma poi una parte di me diceva che sarebbe stato inutile chiederle qualsiasi cosa, visto che sarei stato solo in grado di farla sentire fuori posto con la freddezza che risuonava nella mia voce, anche se come quasi sempre non rifletteva ciò che avrei voluto esprimere davvero.
Questa mia apatia era solo come uno scudo che avevo imparato ad utilizzare in questi anni, e che forse mi sarei tenuto per il resto della mia vita. Avrei dovuto romperlo prima o poi? O forse era meglio così?

CLAIRE'S POV

Mi girai un'altra volta leggermente verso di Harry, che in effetti era ancora lì. Sembrava essere assente, nei suoi pensieri. Ma allo stesso tempo mi sentivo come se stesse pensando a qualcosa alla quale centravo.
Sapevo che infondo avrei dovuto dargli delle spiegazioni per tutto quello che mi era successo il giorno prima, e per il mio carattere e tutte queste stupide paure. Ma forse a lui non importava, no? Chi mi diceva che davvero volesse sapere chi fossi, o i miei fottutissimi problemi? Forse l'unica cosa che gli importava era mandarmi via di lì, o forse no?
Non ci capivo più niente, è l'unica cosa certa era che se volevo chiarire, almeno in parte, avrei dovuto parlarci. Ma non sapevo se sarei riuscita a parlargli, o a sopportare la sua voce fredda e distaccata.

"Okay" sussurró lui, quasi spaventandomi, e facendomi girare ancora una volta verso la sua parte. Non era più nella posizione di prima, ma stava venendo a sedersi dall'altra parte del divano. "Ti va di parlare di ieri?" Continuó, richiamando di nuovo la mia attenzione.

Sentivo la stanchezza stringermi le tempie, però sapevo che avrei dovuto affrontare quella discussione. O forse no?

Non risposi a quella domanda, solo mi misi seduta a gambe incrociate, e quasi non osai guardarlo per lunghi secondi, mentre lui invece non staccava gli occhi dai miei movimenti.

"No? Si?" Non stava parlando con freddezza, solo si sentiva che il controllo che aveva su se stesso era più forte di qualsiasi altra cosa stesse davvero provando. Quel ragazzo era un enigma. Sarei riuscita anche solo una volta nella mia vita a capire davvero cosa stesse provando?

Annuii, alla fine. Forse se avessi iniziato ad aprirmi leggermente, non sarebbe successo niente. Dovevo mettermi in testa che lui non era mio padre, e che né lui né nessun altro aveva l'intenzione di farmi ciò che lui mi aveva fatto. Loro non erano pazzi.
E io nemmeno, no?

"I-io non sono diversa- non capisco perché la gente mi dice che ho bisogno di aiuto" iniziai il discorso a metà, è solo dopo me ne resi conto. Non sapevo se Harry avesse capito. No, sicuramente non aveva capito.
Mi misi le mani sul viso, cercando di reprimere le lacrime, la rabbia e tutti i sentimenti che cercavano disperatamente di lasciare il mio esile corpo.

"Diversa? Ognuno di noi lo è, Claire" anche se la sua voce rilasciava un suono sincero, non riuscivo a concentrarmi su quello che aveva detto. Tutto ciò che sentivo erano le parole di Miss Morgan, mentre mi diceva chiaramente che avevo bisogno di aiuto.
Ma io non ero pazza, non potevo accettare di essere trattata come tale, giusto?

"Ma Miss Morgan- lei-" non riuscivo quasi a parlare, e nonostante mi stessi sforzando di farlo il gozzo che avevo in gola si stava facendo soffocante.

"Perché stavi piangendo ieri? Perché Zayn ti ha trovata fradicia sotto la pioggia?" Scrollai la testa alle sue domande, Tenendo la testa con le mani, quasi cercando di stoppare le immagini che sapevo che sarebbero apparse nella mia mente di lì a poco. L'ultima cosa che volevo era ritornare a pensare a lui e alle botte.

"Non voglio essere come lui- non sono come lui" pensai ad alta voce, per poi sentire le lacrime rigarmi il viso, e cercai di nascondermi il più possibile dietro le mie braccia.
Ormai i miei pensieri erano focalizzati sui suoi gesti, e sulle sue urla.

"Claire? Lui chi?" Lo sentii avvicinarsi, ma non mi mossi dal mio posto. Soltanto trattenni il respiro per alcuni secondi, aspettandomi quello che ovviamente non avrebbe mai fatto, vale a dire del male.

"Hey?" Sentii sussurrarmi da abbastanza vicino, cosa che mi fece togliere le mani del viso, trovandomi davanti il ragazzo dagli occhi verdi, che mi guardava con un'insolita finezza.

"Cosa ti è successo prima di arrivare qui, Claire?" Continuava a stare a quella minima distanza da me, ma allo stesso tempo c'era una sorta di distacco tra noi, forse si trattava del fatto che non c'era mai stato un vero approccio tra noi due, nemmeno un lieve contatto.

La sua domanda stranamente non aveva provocato un crollo emotivo in me, ma quasi mi spinse ad aprirmi. Dovevo farlo? Oppure sarebbe tornato poi il ragazzo freddo di prima? Ne sarebbe valsa la pena aprirsi con lui?

-SPAZIO AUTRICE-

buon giorno a tutte,
Ecco. Questo era l'ultimo capitolo che avevo fatto prima di sparire nel nulla qualche anno fa.
Da qui continuo ora, sperando di mantenere lo stesso modo che avevo di scrivere.
Se notate qualche cambiamento sarà per il fatto che non lo faccio da molto tempo e rimettersi a questa passione potrebbe portare a un miglioramento ma anche al dover constatarne il contrario.

Spero che stiate bene, pubblico credo sta sera il diciottesimo capitolo. Grazie alle persone che hanno scelto questa storia e che la stanno leggendo. Spero vi piaccia.

Juls

Don't be afraid. || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora