La camera era completamente buia,completamente insonorizzata,avresti potuto gridare come un pazzo ma nessuno ti avrebbe sentito,era così angosciante,immaginate di essere stati rapiti,immaginatevi una vecchia canzone rock,una persona di cui vi fidate,qualcuno con cui vi trovate tremendamente bene,qualcuno di cui nessuno potrebbe mai sospettare,immaginate di essere soli,sentite il vostro respiro,il sangue secco sui capelli e la pelle umida a contatto con il cemento,il suono di una macchina che parcheggia,la portiera che sbatte,i passi sul vialetto.
Erano passati due giorni,forse tre,Calum non si ricordava da quanto tempo fosse caduto lì dentro l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano quegli occhi azzurri,così persi in un amore malato da non rendersi conto che di lì a poco lo avrebbero ucciso,ogni notte,quando riusciva a dormire se lo sognava,piangeva con la consapevolezza di non aver potuto far nulla,di non aver implorato per salvare la vita di quello sconosciuto,solo quello sguardo che parve volergli lasciare in eredità la segretezza di quella camera buia.
Qualche volta Ashton era sceso nella cantina,gli portava del cibo,lo imboccava,gli parlava mestamente della sua giornata,quei polpastrelli che gli sfregavano le tempie intrufolandosi tra le ciocche corvine,era sempre stato gentile e oltre quel dolce contato non aveva fatto altro,Calum si ricordò anche dello stupro ma in quel momento della sua defunta verginità non gli importava più di molto,alcune volte quando sentiva la musica rimbombare poteva sentirlo parlare al telefono,anche con sua madre.«Oh si signora Hood,non si preoccupi,io e Calum ci troviamo bene è davvero un ragazzo d'oro»
Ashton,così maledettamente perfetto,così sensibile,carismatico,affascinante con quei ricci biondi e il fare trasandato da musicista di strada,nonostante si fosse trasferito da poco a Heather tutti lo amavano,il classico finto buono che aiutava le vecchie ad attraversare la strada e i piccoli boy-scout a vendere biscotti per le confraternite,Ashton Irwin,lo stereotipo di ventenne perfetto di quelli che non ammazzerebbero neppure una mosca,tutti presi da quella facciata così pulita da non rendersi conto della mente disturbata,delle idee e dei piaceri malsani
di cui il suo cuore si nutriva,sempre che un cuore lui ce lo avesse mai avuto.Sentì una porta aprirsi,molto probabilmente quella principale che in pochi secondi venne richiusa con un forte tonfo,percepì vari oggetti essere scaraventati in tutte le direzioni,poi la luce fioca e gialla che proveniva da sopra la sua testa,alzò lo sguardo verso l'alto pregando con tutto se stesso che non fosse lui,che non fosse quel volto così falso,quella bellezza frivola con il solo scopo di mascherare un ragazzo con gravi problemi psicologici,Ashton stava scendendo le scale con solo un paio di pantaloni neri a coprirlo,il petto muscoloso era messo in bella mostra mentre una lieve scia di peli si andava a nascondere sotto l'elastico dei boxer,quei capelli ora corti ricadevano di lato mentre la barba appena tagliata gli conferiva un'aria più giovanile,le braccia erano completamente sporche di sangue,il suo.
«Calum...»
Il suo nome uscì come un sussurro,mentre il maggiore si avvicinava oscillando verso il ragazzo,cadde per terra sul cemento,anche le gambe adesso sanguinavano.
Tirò su il capo mostrando le profonde occhiaie violacee che contornavano quegli splendidi occhi verdi,un sorriso sghembo,quasi derisorio verso se stesso,pronunciò di nuovo il suo nome mentre lo accarezzava abbracciandolo,era come un demone tra le braccia di un angelo.
Gli tolse la catena dalla caviglia sollevando quel corpo dolorante dal cemento e stringendolo a se,salì le scale mentre Calum non opponeva resistenza troppo indebolito da tutto quel tempo passato in quella camera,aveva paura che se avesse fatto qualcosa poi l'altro lo avrebbe punito così rimase calmo aggrappandosi con le esili braccia al collo muscoloso del compagno completamente ricoperto di sangue,le sue braccia erano infatti tagliate in vari punti con segni profondi,Ashton era autolesionista.«Perché ti sanguinano le braccia?»
«Ero così arrabbiato,un idiota ieri sera è venuto al negozio,ha rotto delle chitarre e poi ha scritto delle cose orribili sulle pareti...Luke era triste,aveva lasciato lì la sua acustica,quei stronzi l'anno rotta,ho preso una multa e inoltre ho litigato con mio fratello.
Mi sento un idiota a lamentarmi per queste cose,un grandissimo pezzo di stronzo...ci sono così tante persone che soffrono,anche adesso che noi stiamo parlando,persone che stanno male per problemi veri,è solo che...che l'uomo è così maledettamente egoista da pensare solo ai propri»Era sincero mentre sputava acidamente queste parole ricolme d'odio,verso chiunque ma in particolare verso se stesso,Calum gli accarezzò le ciocche bionde accoccolandosi sul suo petto,il contatto umano gli mancava incredibilmente.
«Mi sento così stupido,questa è la dimostrazione di non riuscire a superare le cose,accettare la realtà,la droga,il sesso,il male fisico,niente di tutto questo mi aiuterà eppure...eppure non riesco farne a meno»
Sorrideva.
«Perché...Perché Ashton?»
L'altro abbassò lo sguardo dolcemente.
«Che cosa ti ho fatto?»
«Nulla.Le persone credono di essere interessanti,che io le scelga accuratamente perché mi piacciono,dio è così...patetico»
Salirono le scale che davano sul piano superiore dove dalla porta del bagno usciva una fioca luce,era notte,forse le tre,Calum sentì il getto potente dell'acqua mentre un lieve strato di vapore fece rabbrividire il suo corpo,Ashton poggiò il minore sul ripiano del lavabo per spogliarsi completamente,Calum arrossì leggermente distogliendo lo sguardo e portando le mani sulle sue cosce,Ashton posò le mani sui suoi fianchi ossuti togliendo l'intimo anche del compagno,lo sollevò poi di nuovo prendendolo dalle ascelle,permettendogli così di allacciare le sue esili gambe alla vita del maggiore,quasi immediatamente poté percepire il suo pube sulla pancia piatta del biondo mentre l'altro lo teneva dalle natiche,fecero pochi passi prima di immergersi quasi completamente all'interno della splendida vasca in porcellana.
«l'Acqua è abbastanza calda?»
«Si..grazie»
Si appoggiò all'altro mentre rimaneva tra le sue gambe damdogli le spalle,Ashton prese una spugna intufandola nel bagnoschiuma per poi passarla sulla pelle ambrata del diciassettenne disegnando dei lievi cerchi.
Poi l'altro si voltò con lo sguardo prendendo le braccia dell'altro provando a pulirle con un panno trovato appoggiato nel bordo,lo premeva lievemente sui tagli senza mai alzare gli occhi scuri,Ashton lo fissò con la bocca leggermente spalancata per quel gesto distogliendo quasi immediatamente lo sguardo verso il soffitto.«Forse tu mi ucciderai»
Ashton lo guardò ancora chino a medicarlo.
«Forse lo farai,senza rimorsi»
Premette il panno sulle ferite,tambonandole dolcemente.
«Ma io...
......Non cambierò per te».
EIII RAGAZZII,NUOVO CAPITOLO,COMMENTATE SOTTO!Vorrei sapere che cosa ne pensate in generale e se volete chiedermi qualcosa sulla storia.
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Room » Cashton
FanfictionSecondo Platone,nel mito della caverna,solo chi riesce a uscire alla luce del sole,liberandosi delle catene che ti tengono ancorato alla grotta,capirà cosa sia la vera verità. All'interno di una camera buia,il mondo è un lontano ricordo e la realtà...