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Ashton rientrò mestamente dentro la sua amata dimora chiudendo immediatamente la porta principale,si tolse il giacchetto di pelle poggiandolo sull'appendiabiti e di seguito slacciò gli anfibi placcati di nero lucido per poi infilarli nell'aposito porta scarpe in legno,si passò una poderosa mano tra i capelli ricci tentando di ravvivarli,subito un ottimo odore di cibo gli invase le narici dilatate portandolo immediatamente in direzione della cucina,Ashton camminò tranquillamente mentre i piedi scalzi slittavano sul parquet in legno scuro,guardò verso la penisola notando quasi immediatamente un piatto ricolmo di tortellini alla panna e prosciutto cotto,poco lontana una bottiglia di vino rosso con sotto una tovaglia a motivi floreali,subito un sorriso sincero si formò tra quelle lebbra fini mentre la mente affatica dalla pesante giornata lavorativa fu più che lieta nell'accogliere quelle dolci attenzioni,fece strusciare lo sgabello verso l'esterno permettendo così al suo corpo di mettersi compostamente a tavola dove iniziò a mangiare avidamente il piatto preparatogli dal moro,si leccò le labbra sporche di panna per poi poggiare delicatamente il bordo del bicchiere su di esse gustandosi l'aroma fantastico del vino sulla sua lingua,si accese poi uno spinello salendo al piano superiore per cercare la figura del compagno,le porte delle stanze situate nel grande corridoio erano illuminate da una fioca luce segno che il sole stava ormai scomparendo per lasciare spazio alla sorella luna,Ashton ondeggiò tra quelle pareti di cartongesso mentre le mani si aggrappavano alla carta da parati azzurra e la sua ombra lo seguiva silenziosa,fece pochi passi prima di trovarsi davanti alla sua camera e con un leggero pizzico di incertezza fece girare la maniglia in ottone percorrendo la stanza con lo sguardo,era completamente illuminata dai raggi rosati del sole che delineavano la cornice di un quadro spettacolare,Calum era disteso nel suo materasso con le coperte di un bianco latte che lo coprivano per la maggior parte dei punti,dando un effetto di vedo non vedo,i capelli corvini erano sparsi su entrambi i cuscini che il giovane diciassettenne stava stringendo fra le sue braccia magre,era coperto solo da un lungo maglione grigio e un paio di boxer leggermente più scuri,il suo respiro usciva regolare da quelle due labbra peccaminose che attraevano come calamite lo sguardo languido del biondo che involontariamente si portò la grande mano sulla patta dei jeans logori,quella visione lo aveva fatto andare in estasi,si sentiva come se il diavolo stesso lo volesse indurre a provare quella strada forgiata dalla lussiria,già la sua mente era altrove mentre si immaginava tutto quello che avrebbe voluto fare al ladro di letto,si leccò di impulso le labbra secche,dopo la vittoria ottenuta da Michael avrebbe avuto la sua meritata ricompensa,gattonò sopra al materasso facendolo abbassare a causa della sua figura prestante,salì sopra al minore osservandolo dall'alto della sua imponenza.

Provò a posare una mano sulla sua nuca,ma la mano rimase ferma,sopra,paralizzata.

Inizio flashback

La camera era buia,non si vedeva nulla se non con l'immaginazione,il bambino era piccolo,con i capelli mossi color caramello che cadevano ad onde su di un viso angelico che in quel istante però tremava di terrore,il sudore colava a gocce dalla fronte mentre la pelle lattea pareva quasi quella di un malato.
Il bambino teneva le gambe premuto al piccolo petto dove il cuore batteva così forte da poter essere sentito,tanto che il piccolo tentò di non respirare per la troppa paura,le sue orecchie erano riempite di suoni lunghi altri secchi e decisi,oggetti che volavano o che si rompevano,urla pianti,passi,passi pesanti,strusciati,quelli di un uomo troppo stanco,in lotta con le sue due parti più oscure,farlo? Oppure,non farlo?alla fine la risposta era sempre la stessa,forse la più semplice da prendere,perché chi conosce il bene è impossibile che compia il male.
Il bimbo sentì la porta di camera sua aprirsi mentre dalle piccole fessure dell'armadio guardava quel mostro far entrare una fioca luce di lampadina.
03:15
Guardava quei passi farsi sempre più interni fino a fermarsi proprio davanti all'anta del grande armadio a muro,solo le gambe poteva vedere,strette in un paio di jeans larghi e logori,mentre ai piedi dei grandi scarponi marroni sporchi di terra,il bimbo poté cogliere quella luce fioca mentre i pulviscoli di polvere danzavano insatancabili e respiri si facevano sempre più ansanti.

«Andrew ti prego lascialo stare!»

Lui la sentiva,la mamma al piano di sotto,che urlava,che faceva dieci ave Maria. Sentiva la speranza abbandonargli mente e corpo.
Il bambino vedeva la faccia dell'uomo"

"adesso però non se la ricordava più"

"Percepiva però l'odore di fumo,il contatto delle sue piccole mani sulla stoffa ruvida dei jeans,così pressate da riconoscere le cuciture,le suppliche tra le lacrime mentre il capino biondo rimaneva chino su quelle scarpe marroni,tanto da poterne distinguere le macchie aggiuntive,gli insulti,le grida di quella voce roca e consumata dal fumo,ma quello era solo l'inizio, prima di arrivare alle botte tutto ciò che percepiva Ashton era una grande mano sopra la sua testa."

Fine flashback

Si era fermato in quella posizione,le palpebre erano sgranate mentre osservavano verso il basso,ma non coglievano Calum,non coglievano l'ambiente che lo circondava incatenati nei labirinti di quella mente intrigata,completamente sospesi in un incubo reale.
Il giovane sotto di lui,si destò da quel dolce sonnellino che per la stanchezza lo aveva investito subito dopo aver cucinato,lasciandosi andare sopra a quel comodo materasso.

«Ash...che cosa stai facendo?»

Lo osservò preoccupato mentre l'altro pareva essersi tappato le orecchie con le dita,Calum avvolse le sue esili braccia attorno al suo collo provando ad avercelo più vicino ,ma come scottato il maggiore si ritrasse da quel contatto lasciando dalle sue corde vocali un urlo straziato,mentre si portava le forti mani sulla testa con le ginocchia al petto.

«Ti prego non toccarmi,ti prometto che farò il bravo non sporcherò più la tovaglia»

Era scosso da tremolii insistetti mentre tentava di giustificarsi convulsamente,Calum gattonò verso il biondo alzandogli il volto con le mani delicate.

Ashton Irwin,mai si sarebbe aspettato di vederlo vulnerabile,lì davanti a lui,che piangeva come un bambino spaventato dai mostri sotto al letto.

«Non ti succederà nulla»

Avvolse le sue braccia al collo del maggiore portando la sua testa vicina al cuore,tanto da poterne sentire i battiti mentre con la mano libera gli carezzava i soffici capelli biondi.

«Lui è qui»

«Ora ci sono solo io Ashton»

L'altro alzò lo sguardo incastrando i loro colori in un misto di emozioni contrastanti,paure passate contro quelle presenti.
Calum lo strinse a se e con la voce lieve pronunciò una frase che solo lui capì.

«Mi sto imponendo di non provare emozioni,di essere apatico,perché quello che proverei sarebbe sbagliato.»

Eiii spero questo capitolo vi piaccia!Ashton che piange :'( e soprattutto che vorrà dire Cal? Ditemi tutto e commentate :))))

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