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Tutta la sua vita era stata una serie di sfortunati eventi che andavano lentamente in declino,perfetto in quell'apparenza logorante,era come essersi rotto una gamba facendo finta però di poter camminare normalmente,senza che quel dolore lancinante non lo toccasse per nulla,infondo Ashton non aveva mai vissuto veramente,se non in un apparenza di quello che che poteva essere.

Era nato,semplicemente per caso,un preservativo bucato lo definiva suo padre,il classico errore avvenuto in un rapporto troppo veloce e per due ragazzini non ancora sposati,quando sua nonna lo venne a sapere propose l'aborto dato che molto probabilmente la comunità non avrebbe accettato un bimbo al di fuori del vincolo coniugale,ma la madre decisa a far nascere quella piccola creatura andò contro ad ogni canone prerogativo del tempo dando alla luce suo figlio,il padre rimase per pochi tempi,il giusto per creare dei ricordi invalicabili nella mente di quel povero bambino.
Aveva abusato di lui costringendolo ogni volta a nascondersi in quel piccolo ed angusto abitacolo,ancora si ricordava dell'odore di legno vecchio,delle sue ginocchia strette al petto e delle sottili braccia a tentare di proteggerlo,a questo gli sono sempre servite,quegli arti un tempo gracili con il passare degli anni erano cresciuti come lui,in una corazza fatta di pura finzione,dietro a quei muscoli vi era ancora il bimbo tremante,lasciato crescere tra la crudeltà del mondo.
All'età di sette anni suo padre scomparve,lasciando solo un assegno da cinque mila dollari e una cartolina dove diceva di non cercarlo,che si era trasferito e che aveva un'altra,la madre ne rimase distrutta,i due furono costretti a trasferirsi in una zona abbastanza malfamata,al terzo piano di un vecchio appartamento di periferia,lì aveva conosciuto Luke,era più piccolo di lui e non appena notò che alcuni bulletti del quartiere lo malatrattavano Ashton fece trapelare la sua indole protettiva,aiutò l'amico e quei ragazzetti viziati non gli diedero più noia,si era fatto da solo,in quel posto troppo crudele, tra droga,prostituzione e persone che pensavano solo ai soldi, si era costruito,fatto in quattro con la sua bella faccia e il suo fisico non gli fu molto difficile,lavorò per due anni ad un nightclub insieme al suo unico amico,da lì crebbe il suo disgusto per gli uomini,per l'umanità in generale,fortunatamente sua madre si risposò con un altro ,Johnny,forse l'unica figura che Ashton poté definire davvero come padre,lo fece uscire dal giro,gli insegnò a suonare la batteria,lo iscrisse a scuola e in poco tempo ebbe anche una sorella e un fratello più piccoli di lui,sfortunatamente però il passato non è mai facile da dimenticare,per nessuno, questo Luke e Ashton lo sapevano.
Dopo aver finito l'università si trasferirono in una piccola città,partì tutto da un semplice incidente,ma poi il maggiore parve prenderci gusto e l'amico non osò mai dire nulla,se Ashton era il cattivo,Luke era l'apatico,mai una parola di troppo,mai informazioni di se,nessuna emozione troppo imprevedibile,era come un robot,ma ad entrambi andava bene così,si aiutavano,si giustificavano a vicenda,si drogavano e prendevano la vita con estrema leggerezza,perfino quella altrui.

Ashton si passò una mano poderosa tra i soffici capelli biondi ricci scrutando lentamente la dolce figura del compagno rannicchiato tra le bianche lenzuola,era così piccolo,innocente,si sentiva incredibilmente sporco,per la prima volta provò un incredibile senso di vergogna mischiato ad un dolore che non aveva mai provato prima,la consapevolezza che quell'amore irraggiungibile esistesse davvero e che lui non poteva resistergli,non ce l'avrebbe fatta a lasciarlo,ne sarebbe morto,eppure era tutto ciò che gli rimaneva,davvero lo avrebbe portato all'inferno con lui?Davvero voleva uccidere anche quel amore che tanto aveva disprezzato?Sarebbe stato capace di dargli quella sorte,una sorte che quel ragazzo non meritava,era stato l'unico a restare,l'unico a guardare nei suoi occhi senza averne paura.
Ashton non né sarebbe stato capace,qualcuno era riuscito ad amarlo,portandolo a sua volta a sentire quello stesso sentimento crescere nel petto,lo percepì,quel calore che lo inondava da testa a piedi mentre i gradi occhi verdi si colmavano di lacrime fissando il suo amore dormire accanto a lui,Ashton Fletcher Irwin,un egoista del cazzo che pensava solo ai propri bisogni,a come tirate avanti,a come fregare le persone con il suo bel faccino,si divertiva a illudere gli altri per sbattergli in faccia la cruda e fottutissima realtà,era masochista lui,provava piacere nel far del male agli altri e di conseguenza a se stesso,perché ogni volta riviveva,il suo sporco passato.
Con un incredibile dolcezza traccio una lunga e delicata carezza sui fianchi scoperti di Calum,sentiva sotto i polpastrelli il calore di quella pelle liscia e sinuosa,i capelli erano meravigliosamente spettinati sul cuscino profumato di vaniglia,le lacrime non volevano smettere di scendere,sorrideva felice per il privilegio di avere quel quadro spettacolare sotto i suoi occhi,piangeva disperato per la consapevolezza che essendo tale non lo avrebbe potuto nascondere agli occhi del mondo,non avrebbe dovuto privarlo della sua gloria,di un museo dove lo avrebbero accolto,delle persone che lo avrebbero apprezzato,la consapevolezza di amarlo e di essere amato lo rendeva così felice forse per la prima volta in tutta la sua vita,eppure così triste nella certezza che tenendo quella bellezza con se non avrebbe fatto altro che farla marcire,invecchiare e poi morire,morire chiuso all'interno di una sola cornice,la verità  era che Calum rimaneva  solo un ragazzino di sedici anni,un ragazzino con una famiglia,con degli amici,aspettative e sogni,nonostante Ashton fosse un mostro egoista pronto a sacrificare qualsiasi cosa pur del proprio piacere personale,questa volta non ce la fece a mettersi al primo posto,non ebbe il coraggio di farlo,di procuragli dolore e quel dolore era il tenerlo con se,per la prima volta capì cosa significasse amare qualcuno a tal punto da preferirlo a se stessi.

Baciò Calum con dolcezza proprio vicino al collo,sopra alla clavicola,lo baciò con tristezza,come a dargli una tenera "buonanotte",ripensò a tutto,non solo al suo amore,gli ritornò in mente la sua vita passata,Luke il quale finalmente era riuscito a trovare una persona che lo apprezzasse per ciò che era,in fondo Michael non era cattiva persona,al contrario,aveva fatto smettere di fumare il biondo,lo aveva portato nella buona strada,presentato ai propri genitori,ospitato e pagato un appartamento tutto loro,Ashton era felice per loro,era felice per entrambi,anche per se stesso,era felice,felice di aver conosciuto quel sentimento che per quanto fosse doloroso non smetteva di farlo sentire finalmente vivo.
Ashton,lui non si era mai sentito in colpa,non lo avrebbe fatto neppure in un futuro,tutto quello di cui si sarebbe potuto pentire era di aver reso prigioniero quel suo amore che lo aveva salvato dal mondo,da se stesso.
Prese la cornetta del telefono,digitò i numeri che ormai conosceva a memoria lasciando che i lunghi suoni di attesa rinbombasserò all'interno delle sue orecchie,come aveva fatto ad innamorarsi?Forse neppure lui lo sapeva,tutto quel tempo,tutti quei gesti,le parole,gli sguardi,i baci,era stato un po un grande casino,un amore nato all'interno di  quattro spesse mura,un amore nato per caso all'interno di una camera insonorizzata.

Con le lunghe dita carezzava i capelli corvini di Calum,completamente addormentato.

«Parlo con il comandante di polizia?Vorrei darle delle informazioni,penso di sapere dove si trovi il ragazzo scomparso»

«Specifichi,quale ragazzo scomparso?»

«Caso settantacinque,Calum Hood»

Eiii ragazzi,quasi finito room,spero vi piaccia,manca poco ormai,commentate sotto ::)))

Room » CashtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora