Laughing Jill

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Ai giorni nostri: “Edizione straordinaria: morti improvvise stanno accadendo ultimamente in tutto il paese. La polizia e gli investigatori hanno rinvenuto corpi brutalmente mutilati ovunque – Stiamo ancora cercando l’assassino, vi consigliamo fortemente di sbarrare tutte le porte e le finestre e di segnalare eventuali persone sospette alla polizia locale”.

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Nel 1925, c'era una bambina di nome Mary, che come tutti i bambini di 6 anni, aveva una fervida immaginazione e bisogno di ricevere attenzioni dagli altri. Anche se, c’era stato un periodo piuttosto cupo nella sua vita. Mary non aveva molti amici, perché sua madre era piuttosto diffidente delle altre famiglie e dei loro figli. Inoltre, la madre di Mary, Katherine, era una madre molto protettiva nei confronti di sua figlia e non voleva che nessuno le facesse del male, per questo non si fidava in generale delle persone. Aveva istruito sua figlia a casa, perché non voleva che andando a scuola qualcuno avrebbe potuto farle del male o attaccarle qualche malattia.

Un giorno, Mary stava giocando nella sua stanza, da sola, coi suoi giocattoli. Sua madre stava passando davanti alla sua stanza, e aveva avuto uno strano presentimento. Aveva come l'impressione che lei non fosse sola… Mary stava parlando con qualcuno nella sua stanza. «Tesoro, c’è qualcuno lì con te?». Chiese, mentre i suoi occhi si stavano spalancando e si sentiva assalire dalla preoccupazione. «Oh! È solo un amica, mamma!». Rispose Mary, continuando a giocare. La mamma di Mary era entrata nella stanza e la guardò, leggermente preoccupata. «Oh… e chi è?».

«È la mia nuova amica, si chiama Laughing Jill. Lei è un clown e ha dei colori sgargianti, guarda!». Mary puntò il suo indice in direzione di uno spazio vuoto, accanto a lei. Sua madre, in un primo momento, l'aveva guardata confusa, ma poi aveva realizzato che si trattava di un personaggio immaginario. Era una cosa normale per una bambina della sua età. «Ah sì, vedo, allora lascio te e… ‘Laughing Jill’ divertirvi». Lasciò la sua stanza, mentre Mary stava ancora parlando ‘da sola’. Meglio così. Alla fine, Mary aveva qualcuno con cui parlare; ma ancora la mamma di Mary, non sapeva che sua figlia aveva un amico non-immaginario. Dopotutto, Mary non aveva dei gran amici con cui parlare, a parte sua madre.

Tre anni più tardi, Mary stava ancora parlando con Jill e la cosa stava andando avanti da molto... forse, troppo tempo. Ora aveva nove anni e continuava a parlare con questa amica immaginaria. La madre di Mary era estremamente preoccupata... che sua figlia stesse diventando schizofrenica? Stava diventando pazza? Molte domande le frullavano per la testa. Lei aveva sempre desiderato la figlia perfetta, ma questo suo atteggiamento stava continuando da troppo tempo. Ovunque Mary andasse con sua madre, continuava sempre a parlare con questa Jill, e come ogni madre, avrebbe voluto che sua figlia non facesse certe figure in pubblico. Avrebbe fatto pensare agli altri che fosse pazza. Doveva trovare un rimedio.

Il giorno seguente, Mary e sua madre andarono da un medico locale, che fece loro alcune domande ed eseguì l’accertamento. Quando il medico aveva terminato i suoi test, uscì dalla stanza in cui aveva interrogato Mary e andò a parlare con la madre. «Come sta mia figlia? Sta bene? Ha qualche malattia?».

«Sta bene, ma voglio raccomandarle qualcosa… ». Il medico aveva estratto dalla tasca del camice un flacone, che conteneva un liquido sconosciuto. «Che cos’è?». La mamma di Mary aveva tremato leggermente. «È una medicina che la aiuterà a tornare normale. Questi sintomi, in genere, colpiscono bambini di età compresa tra i 5 e gli 8 anni. Sua figlia mi ha raccontato tutto su questo personaggio che vive nella sua testa. La sua personalità, il suo aspetto e quello che le dice. Se la medicina non ha effetto, ritorni da noi, sapremo cosa fare…». Prese il flacone e lasciò lo studio medico con sua figlia.

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Tre anni più tardi, Mary aveva dodici anni e parlava ancora con la sua amica, Jill. Sua madre non poteva più sopportarlo, Mary assumeva la medicina una o due volte al giorno, ma dopo l’età di 11 anni, aveva iniziato a rifiutarsi di prenderla. Spesso, aveva delle discussioni accese con sua madre e perdeva completamente la testa. Ciò non era considerato normale per una bambina di 12 anni.

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