Monstrum Silvae

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Numerose sono le creature leggendarie rimaste nell'immaginario collettivo. Creature che, pur essendo probabilmente inesistenti, hanno fatto rabbrividire e sognare gli uomini per secoli interi. Non tutte, però, hanno avuto la stessa fortuna di "sopravvivere" nella fantasia popolare, cadendo per sempre nell'oblio.

Una di queste creature è il Monstrum Silvae (dal latino, mostro dei boschi). Le pochissime testimonianze rinvenute fino ad oggi provengono da diverse regioni del mondo, prima tra tutte l'Asia Orientale, dove girarono per un certo periodo di tempo le voci di una creatura che infestava i boschi e le foreste e terrorizzava i pochi che osavano avventurarsi in essi.

Le fonti orali furono poi messe per scritto dai missionari Cristiani che esplorarono l'Asia nel XIII secolo. In questi scritti, pochi e confusionari, si narrava di un essere né animale né pianta, dal corpo indefinito, di cui unica parte riconoscibile sono gli occhi, non molto grandi ma estremamente luminosi (forse per un fenomeno di bioluminescenza), che si mimetizzava tra i rami degli alberi aspettando una preda.

I maggiori dubbi sono sulla composizione del corpo dell'essere. Il motivo principale per cui fu definito "né animale né pianta" è il fatto che nella stragrande maggioranza dei racconti si parla di come la creatura, quando la si intravedeva muoversi tra gli alberi, sembrava muoversi insieme ai rami, come se essi facessero parte del corpo stesso. Si ipotizza quindi che i rami fossero in realtà gli arti dell'essere, usati sia per mimetizzarsi sia per catturare le sue prede. Dato che nessuno ha mai visto da vicino l'essere, si suppone che attaccasse solo chi si avventurava da solo nel suo terreno di caccia.

 Quanti sono i dipinti, le opere e altro ambientati in una foresta notturna in cui si intravedono dei piccoli e luminosi occhi gialli? Forse l'origine, poi caduta nell'oblio, di questi elementi ricorrenti sono appunto un lontano ricordo di quello che potrebbe essere stato, in antichità, uno degli esseri che più ha terrorizzato i nostri antenati, per poi dileguarsi del tutto da racconti, libri, canzoni e dipinti.

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