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Ed ho pensato a voi ogni giorno. Ogni istante, ogni ombra ricordava i vostri visi ed ora finalmente siete tornati.

L'inquietante rombo del mio stomaco non cessava d'urlare, per un attimo ho realmente creduto di non rivedervi più…! Che gioia vedervi lentamente camminare, ritornare ad accogliervi fra i corridoi.

Il dolce suono delle porte che sbattono, mentre lentamente voi, ignari, perdete conoscenza.

Finalmente l'appetito s'intenerisce… Mentre dolcemente divoro la vostra libertà, il vostro svago e la vostra pazienza… Solo al pensiero mi tremano le gengive, ma grazie al cielo la campanella è suonata e voi non siete ancora all'entrata. Ma la reale cattiveria giunge nei crudi giorni di vera fame, quando mi nutro della vostra dignità, del vostro orgoglio e del vostro tenero senso dell'orientamento… Mentre colmo i vostri cuori di grezza tensione, spingendovi l'uno contro l'altro e maturando in voi umiliazioni, violento stress e senso d'inquietudine.

Per aumentare i vostri animi, affinché siate "grassi" abbastanza da saziarmi, infierisco con l'ausilio di "loro". Quelli che vi controllano… Vi osservano… Vi giudicano… E vi giustiziano, da dietro quella cattedra che tanto odiate e tanto temete.

Mi siete mancati, figli miei.

Ho fame… Credo che mangerò…

Ben tornato a scuola, menù.

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