Se avete passato un po' di tempo negli Stati Uniti avrete sicuramente giocato (o almeno sentito parlare) di un classico gioco arcade distribuito nel 1985 dal titolo "Paperboy".
In questo arcade vi immedesimerete nei panni di un ragazzo in età preadolescenziale che ha il compito di completare la sua ronda di quartiere quotidiana per distribuire il giornale.
Per qualche ragione, il vicinato sarà piuttosto rude col vostro eroe. Infatti, le strade pulluleranno di automobilisti incalliti alla guida che preferiranno investirvi piuttosto che frenare in tempo. I marciapiedi brulicheranno di teppistelli di quartiere che tenteranno di far schiantare le loro automobili radiocomandate contro i passanti - altre vetture, invece, sono pilotate da moderni droni. Altrove incapperete in skater perennemente in cerca dell'ultimo brivido di adrenalina lanciandosi come razzi per strada, incuranti di potersi scontrare contro il vostro "Paperboy".
In alcuni casi, il vostro personaggio attirerà anche un pazzo armato di coltello che uscirà da una casa correndovi incontro molto rapidamente, catturando inevitabilmente il vostro eroe per sottrargli una vita preziosa.
Nel suo insieme il gioco è stato un ottimo deterrente nell'era Reagan in America. Ha inquadrato efficacemente l'inutile paranoia della gente di periferia, dove le persone vivevano nella costante angoscia di subire danni o aggressioni da parte di qualche straniero, senza rendersi contro loro stessi della superbia e dell'ipocrisia - in tutti i sensi della parola - che si celava dietro la loro fobia. Esso rivela l'arroganza e la crudeltà dello spaurito americano medio che se ne sta nella sua bella casa sicura dietro steccati bianchi e prati ben curati. E ancora più importante, questo gioco rivela fino a che punto alcune persone saranno disposte a far cassa in meno tempo con mezzi illegali per non essere costrette ad andarsene dal quartiere per motivi socio-economici indipendenti dalla loro volontà.
Sarebbe stato preoccupante considerare queste situazioni nella realtà se il gioco non fosse stato programmato per essere così dannatamente divertente. Il gioco permetteva di scherzare e far satira su preoccupazioni e temi delicati, sciogliendo a poco a poco quella tensione che si era creata in quegli anni. Forse, era riuscito fin troppo bene a soddisfare i suoi obiettivi satirici.
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Creepypasta
FanfictionIl termine Creepypasta deriva da "Copypasta" (a sua volta derivante da "Copy and Paste", il nostro Copia e Incolla), un neologismo inglese che indicava un blocco di testo copiato e incollato più e più volte di sito in sito. Una Creepypasta è un racc...