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Il sonno scarseggia e sono le 3:00 di notte. Vado a vedere in cucina cosa c'è nel frigorifero, mi auguro qualcosa di buono perché ho leggermente fame.
Ma leggermente eh, perché per fame s'intende mangiare una mucca intera con organi compresi.
Mi disgusto all'idea di quello che il mio cervello ha appena elaborato.
Mentre mi dirigo come uno zombie verso il famoso frigo, trovo Amber con gli occhi incollati al cellulare come se non fossero le 3:00 di notte.
"Amber!"
Alzo la voce per attirare la sua attenzione, e in cambio ricevo solo uno sguardo assassino e contemporaneamente assonnato.
"Non urlare."
Sussurra spaventata.
"Ah non devo urlare?!"
Dico.
"No. Se ti sentono mamma o papà, mi sbranano."
Risponde.
"Che diavolo ci facevi alle tre di notte incollata al telefono?"
Rispondo a mia volta comportandomi da vigile, cosa che odio fare.
"Stavo chattando con una mia amica."
Sbuffa.
"E tu che diavolo ci facevi alle tre di notte incollata al frigorifero?"
Mi chiede ridendo sotto i baffi.
"Cercavo le scarpe guarda."
Rispondo sarcastica.
"Ah ah ah, che divertente."
Risponde per nulla divertita.
"Fila a letto, muoviti!"
Dico senza darle troppa possibilità di scelta.
"Uffa, e va bene."
Risponde. Si alza dallo sgabello e si dirige in camera come un soldatino svogliato.
Quando finalmente Amber se ne va, apro il frigo: ci sono le lasagne, il mio piatto preferito.
Improvvisamente mi colpisce l'ansia: da domani scuola nuova e come al solito non troverò amiche nuove. Non troverò neanche un ragazzo.
Colpa mia, cosa pretendo dagli altri? Col carattere che mi ritrovo, non farò mai amicizia con nessuno. Eppure basta trovare la persona giusta per me, ed io cambio completamente. È vero, faccio l'asociale, ma non lo sono per davvero. È che il mondo mi spaventa.
Persa nei miei pensieri mi stavo per dimenticare delle lasagne! Prendo il piatto dal microonde e inizio a mangiare.
Insomma, sono le 3:30 e il sonno manca.
Arrivano le 4:00, e finalmente sento il bisogno di chiudere gli occhi.

"Buongiorno tesori."
Dice mamma seguita da papà.
"Buongiorno."
Dico sbadigliando dal sonno.
"Nuova scuola!"
Dice mamma battendo le mani.
"Che noia."
Penso.
Tanto non avrò ugualmente amiche, e a ripensare a Sarah... oh no.
Vado in bagno ed entro nella doccia. Un getto d'acqua freddo mi colpisce e per poco non lancio un urlo che si sentirebbe anche a 100 kilometri da qui.
Insapono, sciaquo, ed esco dalla doccia rigenerata. La mia pelle profuma di mandorle e i capelli di vaniglia.
"Ti muovi ad uscire?"
Urla Amber.
"Ora esco, ora esco!"
Rispondo scocciata.
Esco con l'accappatoio ancora addosso e mi dirigo in camera. Cosa posso mettere?
Opto per dei jeans stretti in vita ma larghi sotto e una felpa grigia della Levis. Come scarpe metto le Converse nere con la gomma alta.
Mi guardo allo specchio: sono abbastanza soddisfatta della scelta e mi congratulo con me stessa.
Scendo dalle scale e corro freneticamente in cucina.
"Chissà chi ha mangiato le lasagne ieri notte..."
Finge di non sapere mia madre.
"Chissà..."
Risponde mio padre.
"Che succede?"
Dice Amber.
"Infatti."
Aggiungo io facendo l'innocente.
"Oh nulla, qualcuno ieri notte ha mangiato le lasagne avanzate a pranzo e ha lasciato il piatto sporco nel lavandino."
Risponde mia madre guardandomi fissa negli occhi.
Amber mi guarda e per poco non scoppia a ridere.
Le mimo un:
"Stai zitta."
E lei lo fa, per mia fortuna.
"Vabbè, ma cosa c'è per colazione?"
Chiedo alleviando la tensione.
"Cerchi di deviare argomento ma finisci sempre lì."
Risponde papà ridendo.
Intanto la mamma presenta davanti ai miei occhi cornetti ed espressini.
Mugugno qualcosa di incomprensibile anche a me stessa e parto all'attacco.
Appena finisco di mangiare, metto lo zaino in spalle, prendo i miei disegni che porto ovunque ed esco dalla porta con Amber. Papà ha insistito per accompagnarci ma ho gentilmente rifiutato: di fatto con la macchina saremmo arrivate decisamente prima, però fare una camminata per rivedere la città e respirare aria pura (magari non essere fumata in faccia) non è una cattiva idea; Ovviamente Amber si è lamentata, perché le sue gambe non si possono mica affaticare in questo modo... Ma credo che almeno questa volta dovrà seguirmi.
Appena arriviamo a scuola, la campanella suona. Io e Amber siamo costrette a dividerci: io mi dirigo verso la 3ªA, lei verso la 1ªA.
Quando sono in corridoio per entrare in classe, una persona decisamente più alta di me, viene a sbattermi contro facendomi volare i fogli coi disegni ovunque.
"Ehi!"
Urlo irritata.
"Sta attenta."
Risponde il tipo abbassando la testa per guardarmi, talmente è alto.
"Cosa?! Io devo stare attenta?!"
Sbotto.
"Esatto nanetta."
Dice tranquillamente.
"Al diavolo!"
Penso raccogliendo ad uno ad uno tutti i miei disegni.
"Aspetta un attimo..."
Sussurro guardandolo una volta che ho finito di raccogliere i disegni.
"Tu!"
Sussurriamo contemporaneamente.
"Sì, io."
Rispondiamo nuovamente in coro.
Non ci posso credere, tra tante persone sulla faccia della terra, proprio lui!

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