Veniamo bruscamente interrotti da due uomini poco gentili dopo che tutte le persone che stavano scattando le foto sono andate via e quindi intorno a noi non c'è più nessuno. Non so nemmeno la nostra classe che fine abbia fatto, ma dettagli.
"Dobbiamo pulire il quadro. Avanti, spostatevi!"
Io guardo ancora Alex incapace di fare altro e con gli occhi pieni di desiderio, pieni di voglia di non volerlo lasciare andare.
"Su, dai! Dobbiamo spostarvi noi?!"
Dice irritato l'altro signore.
Ci spostiamo uno accanto all'altro quando Alex mi chiede:
"Dov'eravamo rimasti?"
Io gli mimo un "aspetta" e guardo i due signori sgarbati che portano il quadro fuori.
"Scusate, che fate?"
Chiedo.
Con la loro faccia burbera farfugliano qualcosa di incomprensibile, poi uno dei due risponde nervoso:
"Lo portiamo fuori. Ma cosa t'importa ragazzina?"
"Non parlarle così."
Ringhia Alex.
"Ma così c'è il rischio che si rovini esponendolo all'acquazzone che c'è qua fuori!"
Dico alzando la voce.
"Non alzare la voce e fatti gli affari tuoi!"
"Ma come ti permetti?"
Chiede Alex con tono arrabbiato stringendo i pugni.
Sti due tipi non mi sembrano molto apposto, secondo me c'è qualcosa che non quadra. Non penso proprio che durante una visita un dipendente possa prendere un quadro per pulirlo fuori e soprattutto rispondendo così male ad una ragazza.
"Mollate quel quadro!"
Urlo forte.
L'uomo più bassino dice all'uomo decisamente più alto e più robusto rispetto a lui:
"Jeff non darle ascolto e muoviti, mettilo nel furgone."
Ora è tutto più chiaro!
"Ma allora voi... voi siete l-ladri..."
"Senti bamboccia, non provare a rovinarci tutto. È un piano che ormai portiamo avanti da troppo tempo e se ci fai scoprire sarà peggio per te. Hai idea di quanto ci voglia per disattivare gli allarmi dei quadri per non farli suonare una volta rimossi? No, ovviamente. Quindi fatti da parte perché noi dobbiamo uscire dal retro ora!"
Poi sentiamo dei passi vicini e i due ladri cominciano a correre, ma Alex gli prende per maglia tenendoli ben saldi.
"Ma voi due che fine avevate fatto?!"
Quasi strilla la prof.
"Prof questi due sono ladri, fate qualcosa, attivate l'allarme, chiamate le guardie, fate qualcosa!"
Urlo.
"GUARDIE! GUARDIE! CORRETE QUI!"
Urla a sua volta la professoressa.
Le due guardie che erano all'esterno entrano subito allarmati e poi chiamano la polizia, che arriva entro 5 minuti.
I due vengono arrestati e noi veniamo sottoposti a qualche domanda che potrà aiutare la polizia."Aaah!"
Lancia un urletto Ash una volta entrate in camera.
"Cosa?"
Chiedo ridendo per il suo urlo imbarazzante.
"Siete i miei eroi!"
"Ma che dici?"
Chiedo continuando a ridere.
"Infatti Ashley, che dici? Se lei fosse un'eroina preferirei morire. Anzi, starei nella banda dei cattivi."
Dice Natasha.
"Ci saresti ugualmente."
Rispondo guardandola e alzo un sopracciglio fermamente convinta di ciò che ho detto.
Bussano alla porta.
"Avanti!"
Diciamo tutte contemporaneamente, anche Ellison che si era estraneata dal discorso ed è stata tutto il tempo con le cuffie nelle orecchie.
Ed ecco che Alex fa capolino con la testa.
"Ehi Hazel puoi uscire un secondo?"
"Certamente."
Dico facendo un sorriso beffardo nei confronti di Natasha.
Poi lui esce dalla camera e mi aspetta fuori.
"Scusami Naty vado a parlare con lui."
Ed esco a mia volta con fare teatrale.
"Ehi Alex."
"Hazel."
E poi sorrisi.
"Dovevi dirmi qualcosa?"
Chiedo per non continuare a stare in silenzio.
"In realtà no... volevo vederti più che altro."
Okay, questo ragazzo sa sempre come stupirmi.
Non so cos'altro dire.
Una ciocca mi ricade sul viso e subito lui è pronto a spostarmela dietro l'orecchio.
Mi si avvicina pericolosamente. Ancora.
"No."
Mormoro.
"Eh?"
Chiede confuso.
"No no no Ale. Ci allontaneremo e ci faremo del male come in passato. Non so se poi te ci stai soffrendo, ma io sì. Mi allontano da te e tu non vieni a prendermi. Non so quanto tu ci tenga a me ma non sembra poi così tanto."
"Non è così..."
Sussurra debolmente ma faccio finta di non sentire.
"Non può funzionare."
Allora apro la porta e ritorno in camera, lasciandolo come un palo dietro la porta.
Mentre mi parlava sono tornata indietro con la mente, capendo che forse non si può. Forse non sono possibile le relazioni come le nostre.
Siamo entrambi fin troppo complicati.
Non riusciremo a capirci nemmeno volendo.
Io odio scappare eppure è quello che sto facendo: fuggo continuamente da lui.
Così non va."Dimmi che scherzi."
Dice Ashley.
Ormai siamo chiuse da mezz'ora in bagno dato che le ho voluto spiegare il tutto ma non volevo che lo sentissero anche le altre due.
"Ashley no, non scherzo. Molto spesso non ci siamo più parlati dopo aver fatto qualcosa di importante. Ogni volta è un passo avanti e due indietro."
Non le dico però che io inizio a tenerci davvero a lui ed è questa la ragione principale perché io ho detto basta.
"E ora che mi stai dicendo questo, chi shipperò?"
Chiede triste.
Stava quasi per spuntarmi un sorriso quando ho sentito la sua frase, ma un senso di tristezza poi si è impossessato di me.
"Oh, beh, non lo so."
Fa un veloce cenno con la testa e poi usciamo dal bagno entrambe demoralizzate: io perché dovrò togliermelo dalla testa e lei perché non potrà più shipparci, ma penso che la delusione più grande sia la mia.
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"Il Bacio."
ChickLitDAL CAPITOLO 43: "Lui ti ama. Tu lo ami. Siete però troppo orgogliosi e preferite sbattere di testa al muro mille volte piuttosto che dirvelo. E non chiedermi come ho fatto a capirlo. Guardavo i vostri occhi: avevano voglia di non smettere di guarda...