Torno a casa distrutta, pensando che alla fine Ashley ci è rimasta malissimo per la risposta che le ho dato, e con Alex non ho nemmeno parlato.
Che giornataccia, da dimenticare completamente!
"Bentornate!"
Dice mamma accogliendo me ed Amber.
La salutiamo e ci sediamo ognuna al proprio posto per pranzare.
Sono affamata come non mai, e questa situazione complessa mi rende ancora più affamata del solito.
"Com'è andata?"
Chiede mamma.
Uno schifo.
"Benone!"
Dico mentendo.
"Allora?! Io avrei una certa fame..."
Borbotto.
"Devi imparare ad aspettare Hazel, io stamattina sono andata a fare la spesa e sono rientrata poco fa. Vuoi mangiare pasta cruda?"
Risponde con faccia burbera.
Mi alzo dalla sedia, già alterata di mio, e sparisco in cameretta.
Mi chiudo a chiave come facevo quando avevo 11 anni e rimango con me stessa, cosa che non facevo da tempo ormai.
Ho bisogno di restare sola.
E non si parla dei 10 minuti frettolosi nella doccia a pensare mentre mi lavo perché subito dopo deve entrare Amber che bussa come una matta dietro la porta, si parla di stare completamente sola, sdraiata sul letto ad occhi chiusi, senza pensare.
È tutto così...
Incasinato!"Hazel..."
Dopo 10 minuti buoni, sento bussare alla porta mentre mia madre pronuncia il mio nome.
Decido di non rispondere restando sdraiata sul letto, immersa completamente nei miei stupidi pensieri anche se mi ero ripromessa di non farlo.
Mi sono promessa di non pensare, seriamente?! Io non riesco a stare senza pensieri, considerando che questi mi assillano!
Sicuramente Alex questi problemi non se li sta facendo... tanto lui starà giocando alla Playstation ora!
"Hazel apri questa porta!"
Urla mamma bussando più forte.
"Lasciami perdere."
Sussurro.
"Apri, devo solo parlarti..."
Dice cautamente.
Fossi stata io, me ne sarei andata già da un pezzo; mia mamma ha una pazienza incredibile.
Mi alzo e a piccoli passi raggiungo la porta, giro la chiave e faccio scattare la serratura.
"Oh, Hazel..."
Mi dice.
Chiude la porta alle sue spalle e ci sediamo sul letto.
"Qualcosa non va? Te lo chiedo da amica, ultimamente stiamo litigando spesso... Okay, so che le partenze e gli arrivi ti hanno sempre traumatizzata nel primo periodo, ma mai come ora. So che l'adolescenza è un periodo strano, come una montagna russa che ti fa rigirare lo stomaco. È una giostra che non è possibile fermare perché fa parte della vita, ma parliamone."
Capisco immediatamente che mia mamma sa più di quanto io le abbia detto.
"Uhm... No, va tutto bene, solo che... ultimamente ci stanno dando molti compiti e sono sempre molto impegnata."
Dico non mentendo del tutto.
Effettivamente stiamo studiando parecchio nell'ultimo periodo e spesso diventavo irascibile, dato lo stress.
"Senti, potremmo provare a salvare il bel rapporto che avevamo un tempo? Forse un modo c'è..."
Sì, un bel rapporto lo avevamo quand'ero talmente piccola che non ricordo più nemmeno cosa facevamo insieme.
Poi è nata Amber, la bimba capricciosa che "è tutto mio" ed io non esistevo praticamente più.
Sì, mi piacerebbe sentire quale piano ha in mente la mamma.
"E cioè?"
Chiedo curiosa.
"Facciamo così..."
Inizia a spiegare.
"Per una settimana intera..."
Dice calcando la voce sulla parola "intera."
"Io sceglierò i vestiti a te, e tu li sceglierai a me."
"Cosa?!"
Quasi urlo.
"Hai capito bene. Ed è una sfida."
Ah, i problemi delle sfide: non so rifiutare.
"Ci sto."
Dico stringendole la mano in segno di patto.
Ci saremmo ritrovate una ragazza in stile anni '80 o troppo rosa Barbie, ed una mamma esageratamente moderna, ma okay.
"Però non credo che le tue robe mi entrino."
Le faccio notare.
"Oh, no. Infatti andremo a fare shopping adesso!"
Inizialmente penso che sia un'idea abbastanza stupida quella di comprare robe nuove per usarle una sola settimana, ma poi accetto, pensando che è una sfida; sono curiosa di vedere mia madre con i jeans a vita alta.
STAI LEGGENDO
"Il Bacio."
ChickLitDAL CAPITOLO 43: "Lui ti ama. Tu lo ami. Siete però troppo orgogliosi e preferite sbattere di testa al muro mille volte piuttosto che dirvelo. E non chiedermi come ho fatto a capirlo. Guardavo i vostri occhi: avevano voglia di non smettere di guarda...