"Beh come va con Alex?"
Sussurra Ash per non farsi sentire una volta che ci siamo accomodate sui sedili del treno.
"Come va? È un va a cagare idiota, però forse ti amo. Odio la tua gelosia, anzi chiamala pure possessività, però mi piace. Odio quando mi parli, però odio di più i nostri silenzi. Allontanati da me perché sei irritante, però stammi vicino perché accanto a te sorrido. Come dovrebbe andare? Potrebbe andare peggio? Meglio sicuramente, immagino."
Mormoro torturandomi le mani.
"Poi dovresti spiegarmela la vostra storia contorta."
Mi dice.
"Ah non capiresti nulla!"
E come biasimarla, se non ci capisci nulla neanche tu?
Oh coscienza, non è il momento di tornare!
"Che vuoi dire?"
Chiede alzando un sopracciglio.
"Nulla nulla. Poi te la spiego."Appena tornata a casa i miei mi hanno riempita di domande e mi sono limitata a rispondere col minimo e indispensabile. Ovviamente ho esonerato il bacio e tutti quei piccoli momenti in cui il protagonista era Alex.
"Com'era la Pinacoteca?"
"Bella."
"La festa com'è andata?"
"Bene."
"Ti è piaciuta la sorpresa?"
"Sì."
Tutto ciò con molto entusiasmo, detto ironicamente. Molto ironicamente.
"Non sei contenta, tesoro?"
Chiede mamma corrugando la fronte.
"Perché mai non dovrei esserlo? Sono semplicemente molto stanca, vorrei solo riposare."
'E smettere di pensare a due occhi che non mi fanno dormire la notte.'
Ma questo pensiero lo tengo per me.
"Scusaci allora. Fila in camera, a dormire!"
Dice mio padre con un tono talmente severo che se non avesse riso alla fine sarei filata in camera senza troppe parole.
"Sissignore."
Dico correndo per le scale.
Squilla il telefono e lo prendo velocemente: c'è un messaggio.
ASH:
"ALLORA ME LA SPIEGHI STA STORIA?"
Quanto è insistente questa ragazza!
Forse è per questo che siamo amiche, in fondo.
IO:
"Fidati che non basterebbe un messaggio, e nemmeno due."
ASH:
"Okay allora ti chiamo subito."
Sento che mi farà impazzire.
Subito dopo arriva la chiamata e sbuffo leggermente.
"Pronto?"
"Hazel! Sono tutt'orecchie."
"Ma cosa vorresti sapere Ash? Sai che la situazione è più complicata di quanto pensi e non si può andare avanti. Sai meglio di me che gli Hazex non esistono più e mai sono esistiti."
Dico guardando il vuoto.
Se qualcuno mi guardasse da fuori direbbe che in questo momento sono completamente assente.
Sento il cuore che batte forte anche solo a nominarlo.
No, non è normale. Almeno credo.
"È per questo che ne devi parlare con me! Tu ti dirai che sono una tale impicciona insistente, ma io lo faccio per il tuo bene. Ti ho vista così turbata mentre guardavi nella sua direzione quando siamo entrate in treno... che c'è qualcosa che non va lo sanno pure i muri, ma avanti, sfogati Hazel! Non tenere tutto dentro, sennò poi scoppi tutt'insieme!"
Mi sbotta contro.
Appoggio le spalle sul muro mentre ci scivolo e finalmente il mio sedere tocca per terra.
"Ah quanto ti annoierai... ma l'hai voluto te! E se per caso ti sento russare..."
"Hazel, parla!"
Mi incita, e, a questo punto, mi rassegno.
"Tutto è iniziato il giorno del trasferimento."
Sospiro tornando indietro con la mente.
"Stavo camminando tranquillamente mentre cercavo un posto per disegnare, ed improvvisamente una figura maschile, il doppio di me e sottolineo il doppio di me, viene a sbattermi addosso con la sua disgustosa sigaretta che avrei calpestato sotto le scarpe fino allo sfinimento, cosa che avrei voluto fare anche con la sua faccia insomma. Il giorno dopo a scuola l'ho rincontrato e mi è venuto a sbattere addosso nuovamente facendo volare i miei disegni. Poi una sera mi offre un passaggio in moto dato che mi stavo perdendo per la città. In un'ora di letteratura ci siamo ritrovati in palestra per comporre una poesia e poco dopo mi sono ritrovata seduta sulle sue gambe.
Improvvisamente entra in scena Natasha, anche se avrei evitato tranquillamente la sua entrata ma vabbè... in seguito c'è la famosa festa, dove da cavaliere quale non è si è scazzottato con un tipo ubriaco che ci provava con me, e cosparso di sangue mi ha invitata, o per meglio dire costretta, a dormire a casa sua. Abbiamo dormito insieme e la mattina dopo siamo stati insieme, poi un pesante silenzio ci ha avvolti per un po' di giorni. Iniziamo una mattinata con la lezione di ceramica e ci facciamo la guerra; mi si avvicina pericolosamente bloccandomi al muro e dice che devo ammettere che lo amo; gli tiro uno schiaffo, così resta senza parole e non si fa sentire, ancora. Infine cosa succede? Ci baciamo davanti al mio quadro preferito, e quando viene da me per parlarmi mi faccio prendere dal panico temendo che possa allontanarsi di nuovo e mi faccio un riassunto generale... 'se anche questa volta si comporta come sempre' pensai, 'finirà male come il solito e ci starò male come il solito'. Sembriamo due gamberi: entrambi camminiamo all'indietro, e non troviamo mai punti d'incontro! Dimmi cosa dovrei pensare, perché io proprio non ci arrivo."
L'inizio del racconto lo dico con voce ferma, per poi arrivare alla fine con voce tremante.
"Ashley?"
La richiamo non sentendola russare.
"Ti ama. Lo ami. Dovreste fare una chiacchierata per capire l'uno le intenzioni dell'altra."
"Quanto sei saggia amica mia!"
"E questo si sapeva..."
Dice ridendo seguita da me.
"Comunque ti prometto che ti aiuterò a risolvere questa situazione, anche se la parte decisiva tocca a te; mi correggo, a voi. Però proverò ad aiutarti, perché è questo che fanno le amiche tra loro, vero?"
"Vero."
Dico sorridendo convinta come non mai.
"Ora vado a dormire, sono stanca morta dopo questa gita. Ciao Hazel!"
"Ciao Ash!"
E rimango col telefono vicino all'orecchio nonostante lei abbia chiuso da un pezzo, come se le sue parole aleggiassero nella mia mente e nell'aria stessa.
Finalmente mi alzo dalla mia scomoda posizione con una gamba addormentata ed un formicolio assurdo, e mi tuffo nel mio letto che mi era mancato tanto.
"Ti ama. Lo ami. Dovreste fare una chiacchierata per capire l'uno le intenzioni dell'altra."
Forse...
Ci devo parlare decisamente, sì.
Niente passi indietro.
Che senso ha rimanere sul ciglio della fossa? Non ho intenzione di caderci dentro, e per non caderci devo parlare con lui.
Sospiro pesantemente.
Spero di riuscire a dormire senza pensarlo, e di chiudere occhio senza sognarlo.
Buonanotte anche a te, Alex.
Spazio autrice:
Hazel in questo capitolo fa un riassunto generale di tutto quello che le è successo, a grandi linee, con Alex.
Sono sicura che tutto ciò (non) vi abbia chiarito le idee.
Ma cari lettori, le idee forse ve le chiarirete molto presto. O forse no.
Mi piace lasciare tanta suspense, si nota per caso?
Al prossimo capitolo e... TENETEVI FORTE, COME SEMPRE!
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"Il Bacio."
ChickLitDAL CAPITOLO 43: "Lui ti ama. Tu lo ami. Siete però troppo orgogliosi e preferite sbattere di testa al muro mille volte piuttosto che dirvelo. E non chiedermi come ho fatto a capirlo. Guardavo i vostri occhi: avevano voglia di non smettere di guarda...