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Prendo il fazzoletto e vado verso Alex, ma arriva Natasha.
"Ci penso io. E poi ti rendi conto che la causa di tutto sei proprio tu?!"
Dice indicandomi.
Un senso di colpa si impossessa di me, sapendo che la Barbie davanti a me non ha completamente torto.
"La colpa non era che di quei due!"
Risponde Alex.
"E ora va a casa."
Dice riferendosi a Natasha, che obbedisce senza troppe storie.
"Ehi Hazel, immagino che tu resti qua. Accompagno io Amber a casa vostra."
Dice Ash con mia sorella accanto. Faccio "sì" con la testa e le due spariscono, rendendo il locale completamente vuoto pur essendo solo le 2:00 di notte, quando nei pub certa gente resta fino al mattino.
Il proprietario ci dice che deve chiudere il locale essendo ormai deserto, così ci ritroviamo io ed Alex seduti su una panchina qualsiasi.
"Mi spiace moltissimo."
Sussurro mentre tengo il fazzolettino sul naso di Alex.
"Oh, fa nulla. Non è colpa tua."
In parte lo è, penso, ma non glielo dico per evitare discussioni inutili.
"Mi spiace ugualmente."
Mi limito a dire.
"Mi spiace più per te che sei costretta a stare con un ferito alle 2:00 di notte su una panchina quando potresti stare a ballare o a dormire."
Dice sorridendo.
Il suo sorriso presto scompare e fa una smorfia di dolore.
"Oddio no, non sorridere perché hai un taglio sulle labbra."
Dico guardando la ferita.
"Wow, laureata in medicina?"
"Stupido."
Borbotto.
"Andiamo a casa?"
Mi propone.
"Certo, ma te dove abiti?"
Dico con l'intenzione di accompagnarlo per poi tornare a casa mia.
"Circa 30 minuti da qui."
Risponde.
"Ma ho il motore."
Aggiunge subito dopo.
"Ah te intendevi che devo venire a casa tua a dormire?"
Chiedo.
"Eh..."
Risponde quasi ovvio.
"Ma non ci conosciamo nemmeno."
Dico io.
"E allora perché stiamo parlando?"
"Perché per colpa mia ti sei fatto male."
"Non è stata colpa tua."
Sbuffo.
"Comunque avresti intenzione di invitarmi a casa tua a dormire dopo che in classe passiamo le lezioni a scannarci e sei pure fidanzato?"
Chiedo pensando a Natasha.
"Levala di mezzo lei. E poi non stiamo insieme."
Risponde.
"Hai bevuto, vero?"
Chiedo.
"Un po'..."
"Un po' tanto!"
Dico io.
Il suo alito da di alcolici alla frutta.
"Evito di sorridere perché sennò brucia, però sei proprio bella."
Ahhh, l'alcol che fa effetto.
"Bello quando è l'alcol a parlare."
Dico facendo un sorriso stanco.
"Quello lo penso anche da sobrio comunque."
Avvampo all'istante e mi copro la faccia con le mani mentre intorno ci sono solo le stelle che ci guardano. Siamo letteralmente soli nella piazza, ci sono solo panchine ed alberi.
"Non coprirti la faccia stupida!"
"Basta, un'altra parola e ti lascio qui da solo!"
Lo minaccio ridendo.

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