"Vieni sul letto."
Risponde Alex indicandomelo.
"Oh no, forse non hai capito. Io non dormirò con te nello stesso letto."
"Ma una volta in cui non protesti?"
"Se non protestassi non sarei io."
Dico ovvia.
"Giusto. Ora siediti, non ti mangio."
Mi accomodo sul letto rimanendo seduta, senza sdraiarmi e leggermente tesa senza saperne il motivo.
"Beh, come va con... con il naso e le labbra?"
Chiedo deglutendo per spezzare il silenzio.
"Bene."
Dice guardandomi.
Mi sto sentendo talmente in imbarazzo che vorrei sprofondare!
"Alex..."
"Mh?"
"Non posso andare a dormire sul divano?"
Chiedo.
"Ma non mi va di aprirlo!"
"Uffa, dai..."
Lo prego.
"E va bene!"
Sbuffa obbedendo.
"Una bimba capricciosa."
Borbotta aprendo il divano.
"Esatto."
Rispondo vittoriosa per aver avuto ciò che volevo: dormire da sola.
"Io vado in camera dei miei perché amo i letti matrimoniali, per ogni cosa chiamami. Se devi andare in bagno ormai sai dov'è, e se hai intenzione di svuotare il frigorifero, beh, sappi che la cucina è di là."
"Grazie."
Dico sincera.
Mi tuffo sotto le coperte e tento di prendere sonno.
Tento, ma con scarsi risultati.Le 4:00 di notte e il sonno non c'è.
Non so cosa fare, so già che domani mi sveglierò (se mai dovessi chiudere occhio) come uno zombie, e soprattutto con le occhiaie senza fine.
Faccio piccoli passi al buio con il mio scarso orientamento e mi dirigo verso la camera da letto dove si trova Alex.
"Ale."
Sussurro una volta entrata.
Subito accende il lumino e apre gli occhi spaventato perché sa che non andrei mai nella camera con lui tranne in caso di furto, ma è contemporaneamente assonnato.
"Che è successo?"
Dice con un fil di voce.
"Non riesco a dormire."
Ammetto.
"Vuoi una tazza di latte caldo col cioccolato?"
Mi chiede.
Faccio sì con la testa.
"Vieni."
Mi dice guidandomi fino alla cucina.
Il tavolo è praticamente attaccato per terra e le sedie sono come quelle dei bar, quelle alte da cui cadevo da piccola.
Nel silenzio più assoluto mi prepara il latte e fa una tazza anche per lui.
Me la pone, iniziando a bere il latte nella sua.
Appoggio la bocca su di essa e faccio un sussulto per quanto è caldo il latte.
Oserei dire bollente.
"Hazel che è venuta in camera mia perché non riusciva a dormire, più irreale del mio compagno immaginario di quando ero piccolo."
Ironizza finendo il latte.
"Ma dai!"
Dico dandogli una pacca sulle spalle.
"Seriamente avevi un compagno immaginario?"
Chiedo curiosa subito dopo.
"No. Chi lo avev-."
Si interrompe da solo.
"Aspetta. Non mi dire che tu..."
"Sì, io..."
Tento di dire, per poi essere interrotta.
"No, non me lo dire!"
Dice ridendo.
"È assurdo!"
Continua.
"No che non lo è! Era la mia migliore amica."
Dico ripensando ai vecchi momenti.
"Tante bambine con cui stare e tu giocavi con una bimba immaginaria?"
Chiede ridacchiando.
"Giusto. Cosa ne sai te? Cosa sai della mia vita? Niente. Proprio niente!"
Urlo con la voce strozzata.
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"Il Bacio."
ChickLitDAL CAPITOLO 43: "Lui ti ama. Tu lo ami. Siete però troppo orgogliosi e preferite sbattere di testa al muro mille volte piuttosto che dirvelo. E non chiedermi come ho fatto a capirlo. Guardavo i vostri occhi: avevano voglia di non smettere di guarda...