Le 17:00.
Se ripenso a stamattina mi prendo a pugni da sola.
Ellison non ci ha più parlate ed è sfuggita via col mascara colato ed il cuore infranto, e la colpa è nostra; non so perché, ma sento che in parte siamo colpevoli.
Tra l'altro i sensi di colpa mi stanno mangiando viva.
Se ripenso alla mia domanda che mi ha torturata ripetutamente, quella:
"Stiamo facendo la cosa giusta?"
Ora che la cosa è fatta mi rispondo di no.
L'abbiamo ferita più di quanto fosse stata ferita prima, e la cosa la reputo abbastanza grave.
Giuro che cercavamo di aiutarla, non di metterla nei guai!
Che poi nei guai perché?
Gli unici che dovrebbero essere nei guai sono i bulli, non lei.
Sono agitatissima, al punto che non ho nemmeno mangiato oggi a pranzo e non ho nemmeno avuto la forza di svestirmi. Solitamente appena torno a casa, dopo aver mangiato, pigiama e via se non dovevo uscire. Stavolta no.
Persino mia mamma non ha fatto domande vedendomi così persa, e addirittura Amber non mi ha parlato di quei figoni in classe con lei.
La cosa che continua a torturarmi è una frase in particolare:
"Papà, papà perdonami. Oh mamma, lo chiedo anche a te. Scusa."
Cosa mi distoglie dai miei pensieri? Lo squillo del telefono.
ASH:
"Hazel oggi usciamo."
IO:
"Perché dovrei? Sono terribilmente distrutta ed i sensi di colpa mi stanno divorando. Ho lo stomaco vuoto e chiuso e non ho neanche la forza di alzarmi dal letto. Su, dammi una buona ragione."
ASH:
"Intanto ci sono io, e poi dobbiamo passare da Ellison."
IO:
"Stai scherzando? Ci vuole fuori dalla sua vita... mi correggo, ci vuole fuori e basta."
ASH:
"Per questo noi faremo qualcosa!"
IO:
"Ashley non voglio fare l'eroina della situazione. Abbiamo fatto abbastanza."
Scrivo fermamente convinta.
ASH:
"Okay allora andiamo a fare un giro. Tra 10 minuti sono sotto casa tua."
È un'imposizione, non una scelta, così mi sistemo meglio e 10 minuti dopo scendo da casa."Ehi Hazel!"
Dice la mia migliore amica venendomi incontro per poi saltarmi addosso.
"Ashley, così mi uccidi!"
Urlo quasi cadendo per terra.
"E comunque non so come io faccia ad essere qui. Sinceramente non mi andava nemmeno di leggerli i messaggi."
Aggiungo in parte sarcastica in parte no, e lei mette il broncio.
"Dove hai intenzione di portami?"
Chiedo con fare altezzoso.
"Uhm, io stavo pensando di lasciarti qui in realtà."
Risponde con lo stesso tono.
"Ah davvero? Quanto sei simpatica!"
Dico facendole la linguaccia.
"Dai, pensavo di andare al bar. Che dici?"
"Si può fare."
E così ci incamminiamo per il bar."Salve."
Diciamo in coro.
"Salve. Volete ordinare?"
Risponde il barista.
Guardi, se siamo qui sicuramente. Non siamo entrate qui solo per usare la toilette.
Mi tengo questa rispostaccia sulla punta della lingua e lentamente la ingoio.
"Certamente. Due ciambelle e due cappuccini."
Dice Ash anche per me.
Ci andiamo a sedere ai tavolini di fuori nell'attesa di mangiare, dato che ho lo stomaco vuoto e la fame sta tornando, fin quando non mi giro...
Alex.
Natasha.
Alex e Natasha.
"Ashley lo sapevi?"
Le chiedo esasperata indicando i due.
"Cosa? No! Come avrei potuto saperlo? Sono qui da quanto sei qui tu."
Sussurra per non farsi sentire.
"Okay, okay, hai ragione."
Dico calmandomi.
Per modo di dire.
"Chissà che stanno dicendo..."
Sussurra ancora lei.
"Ash io ti ammazzo, seriamente! Credi che abbia bisogno di altra ansia? Guardami, avanti; fallo! Ho due occhiaie che lasciano a desiderare e i capelli fuori posto perché sto continuamente pensando ad Ellison, ora mi parli pure di lui e la sua adorata compagna... eh no, non posso proprio farcela! Ah, evitiamo di farci vedere, sempre se non l'hanno già fatto."
"Impossibile! Natasha sarebbe già venuta a questo tavolo per sbatterti in faccia che è con lui."
Ha ragione.
Intanto arriva l'ordine, e mentre sto mangiando guardo nella loro direzione.
Terribile e fatale errore: i due si stanno baciando appassionatamente.
La ciambella mi scivola dalla mano e resto pietrificata davanti alla scena.
"Ditemi che è un sogno... anzi, un incubo."
Sussurro ferma restando.
Ash capisce che c'entra lui, e si gira a guardarli.
Lei fa completamente volare la ciambella, facendoli girare.
Io ho gli occhi velati di lacrime.
Natasha quando mi vede fa un ghigno malefico.
Alex resta pietrificato dopo avermi vista.
Ash cerca di scusarsi per aver attirato l'attenzione.
Ero solo il suo giocattolo.
Un fottuto giocattolo come tutti gli altri.
"Ash andiamo via."
E a questo punto non ribatte.
Siamo sul ciglio della porta, quando il barista ci chiama:
"Ehi voi! Ehi! Non avete pagato!"
Ash lancia dei soldi in fretta e furia e poi urla:
"Il resto tienilo pure!"Ore 20:00.
Casa di Ash è così accogliente, per questo l'adoro.
Mi sdraio accanto al camino e porto le gambe al petto.
"Ti ho portato un plaid."
Dice Ash notando che sto tremando.
Faccio un cenno con la testa e abbraccio il plaid perché non posso abbracciare lui, perché devo togliermelo dalla testa e invece lo sto ancora pensando.
Così scoppio a piangere per tutto quello che ho trattenuto prima.
Perché non ho parole ma solo lacrime.
Perché mi chiedo che cosa io abbia fatto di male per meritarmi questo.
Perché io cercavo solo amore, e me la sono cercata.
E così inizia a scendere qualche lacrima anche sul viso di Ash, perché continua a scusarsi ma lei non ha fatto nulla.
Continua a stare accanto a me che sono solo cocci rotti.
Non dovrebbe scusarsi ed io dovrei ringraziarla, ma le lacrime hanno preso il sopravvento.
Perché vorrebbe aiutarmi ma non può salvarmi lei ed io non so farlo.
"Stanotte resti qui? Tanto i miei non tornano, e ai tuoi dispiacerebbe vederti così."
"Già."
Dico tirando su con il naso.
Niente pigiama party oggi. Solo pigiama.
Poi m'impongo di smetterla di piangere. Basta lacrime. Non devo versarle per lui. Non merita neanche una di queste gocce.
Spazio autrice:
GUAIIII.
C'è un conto in sospeso con Ellison, ed uno schiaffo in sospeso con Alex. :)
Aspettatevi taaante belle cose nei prossimi capitoli!
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"Il Bacio."
ChickLitDAL CAPITOLO 43: "Lui ti ama. Tu lo ami. Siete però troppo orgogliosi e preferite sbattere di testa al muro mille volte piuttosto che dirvelo. E non chiedermi come ho fatto a capirlo. Guardavo i vostri occhi: avevano voglia di non smettere di guarda...