Pacifista

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Cristal toccó la spalla a suo fratello, che si giró e la fissó qualche secondo prima di mettersi a piangere dall'emozione.

-N-no... Cristal?

L'altra gli sorrise teneramente -Sei rimasto un piagnucolone. Proprio come ti ricordavo.

Luffy la abbracció e la tenne stretta per molti secondi in preda a un pianto isterico.
-Quattro anni...- disse mangiandosi le lacrime.

-Lo so- replicò Cristal con dolcezza e passando le dita tra i soffici capelli corvini del fratello. -Ma tu non sei cambiato di una virgola. Ti ho visto, sai? Sei rimasto testardo e i tuoi ideali sono sempre quelli. Bravo, resta sempre così... Il mio dolce e ingenuo fratellino.

-E invece io ho visto la tua taglia. Incredibile.

La ragazza lo lasció e si mise a ridere.
-Alta, non trovi? E tu? Hai battuto Crocodile. Fammi indovinare... Ti ha fatto arrabbiare, vero? Ahahahaha.

-Scherzi? Quel bastardo me ne ha fatte passare di tutti i colori- disse Luffy stringendo i pugni e alzandoli verso il soffitto, urlando solo lui sapeva a chi.

-Immagino... Mi racconterai tutto quando avremo tempo. Ora che ne dici di picchiare qualcuno?- Cristal si passó un dito sotto il naso con un sorrisetto.

-Ci sto! Peró...

L'altra sgranó gli occhi preoccupata -peró...?

-Dopo mangiamo e ti faccio conoscere la mia ciurma.

Si beccó un pugno in testa.
-Come dicevo, non cambieresti nemmeno a pagarti a peso d'oro. Sempre al cibo pensi. Non ci posso credere...

Suo fratello si massaggió il capo e le donó uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti.
-Non é colpa mia se ho sempre fame. E ora... Andiamo a combattereeee!!

Si diresse veloce verso l'uscita e raggiunse gli altri due capitani.
Cristal sospiró e si diresse verso il chirurgo, seguendolo fuori dalla Casa d'Aste.

Nonostante il Re Oscuro avesse atterrato le guardie grazie all'Haki, quest'ultime si erano riprese e i componenti delle ciurme erano rimasti dentro a combattere.
Peró Cristal cercava qualche brivido in più, cercava una sfida vera.
Era lì solo perché dentro di sé stava seriamente sperando di ritrovarsi davanti a uno degli ammiragli. Tuttavia non le dispiaceva affatto doversi occupare solo dei marines. Erano solamente tanti piccoli e innocui soldatini, che sarebbero stati buttati giù come birilli.

Combattere le era sempre piaciuto e fino a quel momento l'unico elemento capace di abbatterla era stato quel maledetto fulmine. Anche se, per la verità, era stato proprio quest'ultimo che le aveva fatto conoscere lo strabiliante e ammaliante chirurgo. In un certo senso, quindi, non aveva subito una vera e propria sconfitta, anzi, lo vedeva come un colpo di fortuna.

Una volta fuori si ritrovó davanti centinaia di quegli stupidi e ignari marines. Non le interessavano granché, per cui si mise a guardarsi intorno in cerca di un avversario più forte da battere.
A quanto pareva l'ammiraglio si era diretto da qualche altra parte... Evidentemente pensava che i suoi sottoposti bastassero.
Quale tra i tre ammiragli era così stupido da credere una cosa del genere?
Kizaru. Ovviamente. Chi sennò?
Sbuffó sonoramente ed Eustass Kidd finalmente diede segni di vita. Giró la testa lentamente e li guardó con fare torvo.
-Eccovi... Vi aspettavo. Non crederete mica che io mi sia scordato di ció che mi avete fatto, vero?- chiese poi, avvicinandosi con fare minaccioso e snobbando completamente i marines, che ci rimasero di stucco. -Specialmente tu, ragazzina.

La ragazza scattó per tirargli un pugno, ma il suo capitano la bloccó.

-Lasciami, Law!! Nessuno mi chiama "ragazzina". E tu- disse fissando il rosso dritto negli occhi. -Vedi di portare rispetto per gente più forte di te.

The Surgeon Of DeathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora