Mugiwara

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Erano ormai passati un paio d'anni da quando erano arrivati su Punk Hazard. Cristal si era perennemente annoiata: le stagioni non esistevano nemmeno su quell'isola deserta. Bisognava rassegnarsi al caldo insopportabile o al freddo persistente di una delle due metà. L'unico lato positivo dell'abitare lì, oltre che a studiare le mosse di Doflamingo tramite Caesar, era la presenza di Law, con il quale la ragazza trascorreva la maggior parte del tempo. Il più delle volte si rintanavano in qualche anfratto del laboratorio e si divertivano a nascondersi dallo scienziato, che diventava matto a cercarli. Quando succedeva, il Chirurgo sentiva spesso una fitta al cuore e si infuriava al solo pensare di aver accettato l'offerta di dare il suo cuore in cambio di quello di Monet come precauzione presa da Caesar affinché non facesse mosse azzardate.
A parte qualche piccolo bisticcio tra gli abitanti del laboratorio la vita era trascorsa tranquilla. Quel giorno però, le cose stavano per cambiare.

***

-Hai davvero vinto un'altra volta, Caesar?- sbuffò la ragazza dai capelli blu come il cielo.

-Shulolololo! Sei tu che non sai giocare- rispose soddisfatto l'altro.

L'Imperatrice fissò sconcertata le carte da poker dell'avversario che erano state piazzate sul tavolino della sala dove era stata il primo giorno in cui era giunta sull'isola. Sui bordi, due tazze di tè vuote a metà.

-Nono, sono mesi che ci giochiamo e hai sempre vinto tu. Per me stai barando- lo accusò lei.

-COME COME COME?!?- urlò offeso Caesar. -Io che baro? Per chi mi hai preso?

Cristal lo fissò in malo modo.

-Ma no! Che vai a pensare?

Lo sguardo della giovane si oscurò -Caesar...

Lo scienziato si spaventò a morte e si nascose dietro il divano su cui era seduto due secondi prima. Ovviamente non era mai venuto a conoscenza della vera identità dell'Imperatrice, però aveva paura all'idea che gli mollasse un pugno. L'aveva vista colpire qualche masso fuori dal laboratorio e frantumarlo come nulla e non voleva essere colpito allo stesso modo. La verità era che lei usava i suoi poteri, ma con la neve e il ghiaccio già presenti non si notava.

-Se ti prendo- disse l'altra iniziando a rincorrerlo per tutta la sala.

Andavano decisamente d'accordo, cosa che faceva ingelosire non poco il Chirurgo.

In quel momento entrò di getto Monet che, quando li vide, si fermò un secondo a osservare la scena con non poca frustrazione. Alla fine erano più o meno nemici, perché giocare ad acchiapparella con quella ragazzina insolente?
Tossì per attirare l'attenzione e i due si bloccarono all'istante, imbarazzati.

La ragazza dai capelli verdi roteò leggermente gli occhi e le penne delle ali si arruffarono per qualche secondo. Ali che Trafalgar Law le aveva gentilmente donato quando lei gli aveva detto di volerle.

-Abbiamo visite- disse solo.

-Del tipo?- la incitò Caesar. -Non è che ti devo sempre chiedere le cose. Lo so che sei una di poche parole, ma basterebbe qualche frase in più per finire il discorso, sai? Shulololo.

-Solo... Abbiamo visite. Non c'è bisogno che te lo dica qui. Vieni con me- finì uscendo dalla stanza e non degnando Cristal di uno sguardo.

Non la sopporto, pensò l'Imperatrice irritata.

-Scusa Lami, devo proprio andare. Se questa faccenda non dura troppo ti do la rivincita se vorrai!

Si beccò un sguardo fulminante dall'altra come per dire "Lo so, che bari, bastardo". Caesar sbiancò e sparì anche lui dalla sua vista.

The Surgeon Of DeathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora