Imperatrice

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Erano passati cinque giorni da quella orrenda notizia e ormai il sottomarino si trovava in prossimitá di Amazon Lily, dove il chirurgo avrebbe lasciato Rufy affinché potesse riposarsi. Purtroppo i due malcapitati non si erano ancora ripresi e Cristal era molto preoccupata.

Basta morire. Basta vittime.
Non ne poteva più. In qualunque punto si posasse il suo sguardo, questo la riportava a piangere silenziosamente. Non riusciva a dimenticare cos'avesse perso in così poco tempo. Non parlava più, non mangiava più e non guardava in faccia nessuno. Le costava uno sforzo immane persino dormire. Rimaneva vigile sul letto, tenendosi le gambe al petto e stringendole come se ne andasse della propria vita.
Qualche volta, di punto in bianco, prendeva qualsiasi cosa fosse a portata di mano e lo lanciava contro le pareti del Polar Tang.
Si sentiva morire. Si era spezzato qualcosa dentro di lei. Aveva il suo fratellino e il tanto amato chirurgo, ma non era sicuramente abbastanza in quel momento.
Avrebbe solo voluto riabbracciarli un'ultima volta. Prima di quel giorno, prima che la morte se li portasse via.

Quella mattina il sottomarino era emerso da poco e si poteva già avvistare l'isola delle Kuija. Cristal si era ritrovata per caso sul ponte. Il cielo era azzurro e sgombro dalle nuvole; il mare leggermente mosso da un filo di vento. Le onde, increspate, si infrangevano bianche contro il sottomarino.
La ragazza sospirò e si ricordò di quel fulmine che colpì la sua barca. Prima di quell'incidente il paesaggio era esattamente lo stesso.
Incrociò le braccia sulla ringhiera e ci poggiò la testa. In quel momento odiava la sua vita e continuava a tormentarsi e a chiedersi perché non fosse morta al posto loro. Avrebbe sicuramente preferito essere uccisa che continuare a soffrire per quelle dolorose perdite.

È colpa mia.

Se fosse intervenuta in tempo, probabilmente non sarebbe successo l'irreparabile. E invece era stata tanto insicura sul da farsi, che non aveva pensato abbastanza in fretta e non era intervenuta prontamente.

Avrebbe potuto prendersi il colpo.
Avrebbe potuto fermarlo.
Dannazione...
Chiuse gli occhi e sbatté con violenza un pugno sulla ringhiera, che si congelò e si crepò lievemente.

Una mano si posò delicata sulla sua spalla, facendola sussultare -Devi smetterla di incolparti per quello che é successo.

Cristal girò lentamente la testa in direzione del suo interlocutore.

-Penguin....

A quel punto scoppiò a piangere di nuovo e abbracciò d'impulso il suo compagno.

-Non capisci? É colpa mia... É solo colpa mia.

L'altro le mise una mano sulla testa e iniziò a farle delle lievi carezze.
-Non é vero. Akainu era troppo forte, non avresti comunque potuto fare niente.

Un mugulo strozzato uscì dalla bocca della ragazza, che mise entrambi le mani, chiuse a pugno, sul petto muscoloso dell'amico e poggiò la fronte fra queste.

-E invece sì, cazzo! Avrei potuto fare qualcosa, ma sono rimasta immobile a guardare la scena!! Per di più sono stata talmente debole da non riuscire nemmeno a cavarmela di fronte a Kizaru, é dovuto intervenire Jaws per permettermi di scappare. Chissà come sta. Mi odio per questo. Capisci?! MI ODIO!!

A quel punto cadde sulle ginocchia e si coprì il volto con entrambe le mani.
-Non merito di vivere.

Penguin la fissò esterrefatto.
-Cristal...

-Sì?- chiese l'altra alzando la testa e fissandolo con le lacrime agli occhi.

Il palmo del compagno centrò in pieno la guancia della ragazza, che voltò a forza la testa verso il mare e si portò una mano nel punto in cui l'aveva colpita.

The Surgeon Of DeathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora