Cuori

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Dopo aver salutato il fratello, tra le lacrime, Cristal entrò sottomarino e corse verso la cabina di Law. Quando si ritrovò davanti alla porta si paralizzò: era paonazza per l'incoveniente creatosi con il chirurgo e non sapeva cosa avrebbe voluto dirgli e nemmeno cosa avrebbe replicato lui. Si fece coraggio e abbassò la maniglia.

L'altro era in piedi a osservare con insistenza un enorme sacco in un angolo della stanza. Quando si accorse della presenza della ragazza, si girò verso di lei e la fissò un secondo di troppo, ricordandosi improvvisamente di cosa era uscito dalla sua bocca mentre stava cercando di allontanarla dal fratello in un guizzo di gelosia. Spostò lo sguardo, arrossendo leggermente, sentendosi uno stupido.

Cristal sembró non notarlo e puntò gli occhi sul sacco, scordandosi improvvisamente della scenetta romantica -Cosa c'é lì dentro?

-Lo vuoi davvero sapere?

-Sì- annuì con convinzione.

-Non cambierai idea su di me?- chiese lui, stringendo i pugni

-Mai.

A quelle parole il chirurgo si spostò verso il sacco e lo aprí, lasciando riversare il contenuto sul pavimento.
La ragazza si portò una mano alla bocca e gettò immediatamente la testa di lato per non guardare.

-Quelli sono...

-Cuori- finì l'altro al posto suo.

-Perché? E quante persone hai dovuto uccidere?

Law chiuse gli occhi -Non ti preoccupare, sono solo cuori di pirati e non ho tolto la vita a nessuno. Il mio frutto mi permette di tagliare via parti del corpo, lasciando in vita chi subisce il mio operato. Certo che, una volta averli consegnati alla marina, non posso prometterti che non li giustizieranno.

-È...- esitò -È così che vuoi guadagnarti la fiducia della marina? Non-

-Non potevo trovare un altro modo?

Cristal fece per aggiungere altro, ma si bloccò -Già...

-Mi dispiace, ma no. Ho combinato troppi disastri e devo rimediare. Questa è l'unica maniera per cui si possano fidare di me.

-Ti serve per forza essere un membro della flotta dei sette?- chiese la ragazza stringendosi un braccio.

-Sì, devo poter girare libero. Quando non mi serviranno più, lascerò il posto.- Le si avvicinò e si soffermò a guardarla -Mi odi per questo?

Cristal continuò a fissare il pavimento -No. In fondo... Io sono l'ultima persona che può farti la predica.

Law sollevò un sopracciglio.

-Ho ucciso. E le morti che mi sono lasciata alle spalle non si contano solamente sulle dita di una mano. Dopo la guerra dei Vertici, mi ero ripromessa che non l'avrei più fatto, però... Tra il mio titolo e la situazione in cui mi trovo non potrò far altro che togliere di mezzo chi ci intralcia. E dovrò farlo senza remore, senza paura, senza rimorsi. Perciò non ti odio, Law. Però, se me ne avessi parlato, magari avremmo potuto trovare un altro modo.

Il chirurgo l'abbracciò e posò il mento sui suoi capelli blu cielo. Chiuse gli occhi-Perdonami.

Cristal si sorprese e arrossì senza un evidente motivo. In fondo non era la prima volta, però faceva sempre uno strano effetto -Law...

-Scusami, avrei davvero dovuto parlartene. Solo che ci sono stato su diverse notti. Mi sono scervellato alla ricerca di un'altra opzione, ma non ne ho trovate e ho pensato non ce ne fossero di migliori. Forse tu mi avresti illuminato, Crystal-ya.

L'altra sorrise e si accoccolò tra le braccia del chirurgo. Rimasero cosí per qualche minuto.
Cristal si ricordò improvvisamente del perché fosse lì.

The Surgeon Of DeathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora